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Ecobonus in fattura. Monga, Liebot Italia: Misura depressiva, no grazie

Il manager: “Speriamo che nei tre mesi che seguiranno il nostro legislatore abbia la capacità di raddrizzare questa iniziativa che, così com’è oggi, a mio avviso è destinata al naufragio”

Federico Monga, direttore generale di Liebot Italia (vedi news) che tratta serramenti a marchio Vetrex e K-line interviene sul tema dell’ecobonus scontato direttamente in fattura come previsto dall’articolo 10 del DL Crescita. Monga ha anche una proposta che rilanciamo alle Associazione e alle Federazioni che dovranno trattare con Governo, Ministeri e Parlamento.


Francamente credo che l’ecobonus scontato in fattura sia l’ennesimo proclama del nostro governo apparentemente buono per l’utente finale ma certamente pessimo per le tasche delle imprese che volessero accordare lo sconto al cliente finale e soprattutto pessimo per le finanze dello Stato.

Proposta infantile e non sostenibile
Anche un bambino capisce che gli converrebbe ottenere subito tutto lo sconto anziché attendere 10 anni, e che quindi tutti i clienti finali lo vorranno chiedere …. peccato però che tale misura non sia sostenibile dalla stragrande maggioranza delle aziende, anzi direi dalla totalità delle aziende: chi si può permettere (o desidera) non disporre del 50% del proprio fatturato mediamente per 2,5 anni ed in più a interessi zero? Parlo di interessi zero perché altrimenti lo Stato pagherebbe la detrazione pure di più ….
Inoltre lo Stato dovrebbe ripagare in 5 anni anziché in 10 anni la detrazione fiscale.
La conseguenza a mio avviso sarà o un ennesimo aumento delle tasse per finanziare l’anticipazione della detrazione fiscale (ma come …. non volevano addirittura cancellarla perché troppo onerosa e adesso vogliono invece rimborsarla nella metà del tempo???) o l’ennesima sofferenza per aziende che per ragioni di concorrenza non vorranno dire di no alla richiesta del cliente finale.

La mia opinione è che quasi nessuna azienda offrirà questa opportunità al cliente finale perché, come ho detto, non è economicamente sostenibile dalle aziende, grandi o piccole che siano: qualcuno rischierebbe davvero il fallimento, ma altri dovrebbero dirottare su questa iniziativa risorse che sarebbero dedicate a investimenti di altra natura con ovvia e logica conseguenza che tali investimenti, non venendo fatti, non favorirebbero lo sviluppo delle aziende ad esempio tecnologico o di penetrazione del mercato italiano o estero che sia.

È una classica misura depressiva, altro che di crescita. E il tutto per che cosa? Per far fare un po’ di pubblicità al nostro Governo? No grazie.

La proposta
Per imprimere una virata positiva al provvedimento ritengo necessario introdurre una logica che permetta al cliente finale di scegliere tra il regime attuale “50% in 10 anni” oppure, ad esempio, “30% subito” e al fornitore “se concedi lo sconto del 30% avrai un credito del 50% in 10 anni”: fatti i calcoli sarebbe
– concorrenziale con il “nero”
– comunque molto interessante per il privato
– a saldo zero per lo Stato
– investimento interessante per le aziende che guadagnerebbero un interesse annuo significativo (fai i calcoli e scopri l’interesse….!). Forse a qualche azienda potrebbe interessare.

Comunque sia, speriamo che nei tre mesi che seguiranno il nostro legislatore abbia la capacità di raddrizzare questa iniziativa che, così com’è oggi, a mio avviso è destinata al naufragio e che rafforzi le misure volte al credito al consumo che credo siano ancora le più eque per tutte le parti ma ancora troppo poco utilizzate.

Federico Monga, Liebot Italia srl