Prove sismiche su facciate continue. Le norme di riferimento

Mentre la norma europea sulle facciate continue EN 13830:2015, prevede una prova sismica statica la più eseguita al mondo è la statunitense AAMA 501-6 che prevede una prova di tipo dinamico, il cosiddetto crescendo test

La resistenza antisismica delle facciate continue sarà sempre di più un fattore caratterizzante. Una caratteristica che non  è obbligatoria ai fini della marcatura CE delle facciate. Tuttavia la tendenza che si constata a livello mondiale vale ancor più per un Paese ad alta sismicità quale l’Italia anche se al momento sono solo 3 o 4 i sistemi di facciata continua che sono stati sottoposti a test di resistenza antisismica. Più numerosi sono i test eseguiti dai nostri costruttori di facciate continue per poter operare in mercati quali USA, Caraibi, Sud America e Medio Oriente dove a capitolato spesso si riscontra la richiesta di eseguire il test di resistenza al sisma secondo la norma statunitense AAMA 501.6. Il fine del test è duplice: garantire la sicurezza delle persone da caduta di vetri e/o pannelli e assicurare l’esercizio dell’edificio in caso di movimenti sismici verificandone la perdita delle prestazioni di tenuta all’acqua e di permeabilità all’aria delle facciate.

La norma europea sulle facciate continue, la EN 13830:2015, prevede una prova sismica statica con applicazione di spostamenti a velocità molto basse e la conseguente valutazione del comportamento della facciata.

La norma AAMA 501.6 “Recommended dynamic test method for determining the seismic drift causing glass fallout from a wall system” prevede una prova di tipo dinamico, il cosiddetto crescendo test che prevede spostamenti applicati a velocità crescente e in funzione del tempo e la determinazione del valore minimo di sollecitazione che causa la rottura e la fuoriuscita del vetro dal telaio.

L’ing. Antonio Bonati di ITC-CNR

Come spiegava qualche tempo fa su queste pagine l’ing. Antonio Bonati, ricercatore di ITC-CNR, “la finalità del test è determinare il drift di piano (spostamento relativo tra i due livelli dell’edificio a cui è vincolata la facciata) per cui si verifica la caduta di frammenti di facciata. Per ottenere tale spostamento critico, viene applicata alla porzione di facciata, tramite le travi sismiche, una storia temporale di spostamenti. E’ il crescendo test che è caratterizzato da una serie concatenata di cicli sinusoidali ad ampiezza gradualmente crescente fino a 150 mm, con frequenza variabile da 0,8 Hz (per spostamenti fino a 75 mm) a 0,4 Hz (per spostamenti superiori a 75 mm). Esso deve essere condotto senza interruzione fino a che non si verifica una delle condizioni critiche indicate nella norma AAMA, la più importante delle quali è la caduta di frammenti di vetro”.

Attualmente sono due  i laboratori italiani in grado di effettuare tale test su elementi di facciata continua: l’ITC-CNR con l’impianto di collaudo inaugurato ufficialmente a San Giuliano M.se qualche giorno fa (vedi news), ma attivo da un paio d’anni, e il Future Building Lab dell’Università del Mediterraneo di Reggio Calabria (vedi news).

(eb)

La foto in apertura rappresenta gli effetti del recente sisma in Nepal su una facciata continua. Courtesy of Jitendra Buthara