Economia

Rapporto Serramenti. Politici e produttori: sì alla proroga del 65%

Politici ed esponenti di associazioni discutono del rinnovo, a rischio, delle detrazioni fiscali a partire dalla presentazione del Rapporto Cresme sui serramenti alla sede nazionale di CNA

Un settore, quello dei serramenti intesi in senso lato, che dovrebbe andar orgoglioso dei suoi numeri: più di 100 mila imprese e 300 mila addetti. Cui occorre aggiungere i numeri delle centinaia di imprese della filiera e degli relativi addetti. Se volessimo ragionare in termini elettorali almeno un milione di voti. E con un fatturato complessivo di almeno 4 miliardi di euro. Ben più di quanto conti, numeri alla mano, l’industria nautica. Eppure la nautica vale molto di più in termini di immagine pubblica e forza politica.

Questa la prima considerazione che ci impone il 1° Rapporto Congiunturale e Previsionale 2017 sul Mercato dei Serramenti realizzato da Cresme in collaborazione con CNA e Consorzio Legnolegno.

Finalmente ci viene fornita una fotografia realistica del settore, per quanto perfettibile essa possa essere, di un settore sempre più ricco di professionalità, spesso non conscio della sua forza economica e sociale, forse perché ancorato a una immagine pubblica di marginalità.

L’occasione offerta dal Rapporto Cresme è unica perché ci offre per la prima volta un ritratto ampio, variegato e interconnesso di settore in cui magari il singolo operatore focalizzato sul proprio ‘mestiere’ e i propri prodotti potrebbe anche non ritrovarsi e rischiare di perdersi.

Certo c’è parecchio da fare per migliorare il Rapporto e renderlo più aderente alla realtà delle cose. Lo ammette lo stesso direttore di Cresme Lorenzo Bellicini quando dice: “E’ un numero zero. E come tale può presentare delle criticità che spariranno nelle prossime edizioni grazie alla collaborazione di molti. L’obiettivo è creare uno strumento informativo sul settore laddove non c’era nulla”.

Per una prima sintesi del Rapporto clicca qui

Tavola rotonda

Lo studio è stato oggetto immediato di una Tavola rotonda, moderata da Ennio Braicovich di Nuova Finestra/GuidaFinestra, cui hanno partecipato Stefano Mora (LegnoLegno), Marco Di Gregorio (Uni), Marco Hopps (GBC Italia) e Nara Socini (Mestiere Legno di CNA Produzione) che parlava anche a nome dei colleghi serramentisti del metallo e del pvc. In grande sintesi: tutti concordi, pur da angolature diverse, nell’apprezzare il Rapporto come strumento di valorizzazione della professionalità del settore.

Mora ha messo in luce come sia errato considerare ai fini del risparmio energetico (quindi, pure ai fini delle detrazioni del 65%) solo la trasmittanza termica dei serramenti ma occorre tener conto anche delle perdite per permeabilità all’aria mostrando con dati alla mano che la posa conta tantissimo nel ridurre le perdite d’aria. E ha offerto così il la a De Gregorio che ha aggiornato sui lavori per le norme sulla posa in opera: la parte 2 della UNI 11673 sui requisiti di conoscenza, abilità e competenza del posatore di serramenti, e quindi a una futura parte dedicata alle istruzioni di posa e più avanti ancora a una norma sui requisiti minimi di un corso di formazione.

Per Hopps, segretario del chapter Lazio di GBC Italia, l’organizzazione che promuove il marchio Leed di sostenibilità a tutto tondo in edilizia, parlare di qualità nel mondo delle costruzioni significa sollecitare e sospingere il mondo del serramento verso nuove frontiere di professionalità come per l’appunto la qualificazione della posa e dei posatori. Raccogliendo le idee e le sollecitazioni dei tanti presenti l’imprenditrice Nara Socini ha ribadito l’indispensabilità della proroga dell’ecobonus del 65% senza se e senza ma. Lo impone la sopravvivenza del settore. Ma occorre andar oltre la trasmittanza termica, specie se si vuole competere con il prodotto a basso costo preveniente dall’Est. Occorrerebbe, ad esempio, introdurre delle normative tecniche che valorizzino il prodotto come la posa in opera qualificata e la resistenza all’effrazione. Intanto, per il momento è indispensabile la conferma del 65%.

Naturalmente d’accordo il moderatore Braicovich che ha evidenziato come in un mondo normale non ci sarebbe affatto bisogno di una agevolazione così alta per il cambio delle finestre. Il fatto è che la fragilità del settore serramenti a causa di quanto successo tra il 2009 e il 2015, con il dimezzamento della produzione e l’espulsione di migliaia di aziende e operatori dal settore, impone che si affronti una situazione eccezionale con misure eccezionali.

Come il Rapporto Cresme sui Serramenti ha messo in luce, il 65% pesa parecchio. Dai dati Enea per il 2016 risulta che sono stati effettuati almeno 195 mila interventi di cambio dei vecchi serramenti per un investimento di quasi 1500 milioni di euro. Una boccata d’ossigeno indispensabile per un settore che soffre ancora gli otto anni passati. E quindi il 65% emerge prorompente dal Rapporto.

I politici e il 65%

A poche settimane dalla Legge di Bilancio 2018 CNA ha avuto la sensibilità e l’accortezza di invitare all’evento due esponenti politici di entrambi gli schieramenti: gli onorevoli Sara Moretto del PD e Andrea Vallascas (Commissione Attività Produttive) del Movimento 5 Stelle che si sono aggiunti alla Tavola rotonda. Entrambi sono firmatari di progetti di legge di interesse per il mondo dell’edilizia e il settore dei serramenti. Moretto della Commissione Finanze è firmataria di un progetto di legge per migliorare e allargare l’attuale meccanismo della cessione dei crediti di imposta per i bonus casa e l’ecobonus del 65% ricorrendo solamente a intermediari finanziari (eliminando i fornitori per non favorire quelli forti a danno dei piccoli imprenditori). Dal canto suo Vallascas ha presentato una proposta di legge intitolata “Disposizioni per favorire la riqualificazione energetica e il rinnovo edilizio degli edifici” il cui elemento centrale è favorire interventi globale sullo stabile mediante demolizione e ricostruzione oppure mediante riqualificazione energetica totale della costruzione sempre all’insegna delle detrazioni del 65%.

Quanto agli interventi complessivi sugli edifici lo stesso Vallascas riconosce la difficoltà di ottenere il consenso della maggioranza dei condomini. C’è un problema attualmente insormontabile, ha sottolineato Braicovich, nella difficoltà di raccogliere i 501 millesimi di maggioranza che la legge impone. Ma allora, ha esclamato dalla platea il serramentista Marco Rossi di Risposta Serramenti, perché non fare come nella democraticissima Svizzera francese dove la legge impone la riqualificazione energetica degli immobili (prescindere dalle maggioranze dei condomini) perché non si ha il diritto di inquinare mentre si ha il dovere di lasciare un mondo migliore.

Proroga delle detrazioni fiscali

Quindi, in conclusione, due interventi politici sostanzialmente in linea con le attese del mondo del serramento presente in sala rappresentato da produttori e da esponenti di associazioni (oltre CNA e Consorzio Legnolegno) come Piero Mariotto di Anfit, esponenti di FederlegnoArredo e Pietro Gimelli di Unicmi. Merito di CNA Produzione è stato quello di collegare la lodevole iniziativa del Rapporto sul settore dei serramenti, anzi partendo proprio da esso, al tema caldissimo della proroga, mai scontata, delle detrazioni fiscali del 65% per i serramenti e le schermature solari. Come ha ricordato alla fine dell’incontro Roberto Zani, presidente di CNA Produzione: “La sostituzione delle finestre è stata finora un intervento apprezzato dalle famiglie perché poco costoso, molto efficace, porta benefici di risparmio energetico e migliora le condizioni di vita di tanti italiani. Occorre mantenere quindi il bonus fiscale del 65% cercando di non appesantire le pratiche burocratiche di questi interventi. Una riduzione dell’aliquota, o una norma che precluda questa possibilità, alimenterebbe un circuito del sommerso e tutto questo va evitato negli interessi dello Stato e degli imprenditori”.

E’ chiaro che oggi tutte le Associazioni e le Federazioni hanno il dovere di un impegno unitario perché si possa mantenere almeno per l’anno prossimo il 65%, così come lo conosciamo ora, in attesa di una revisione che valorizzi qualità degli interventi e professionalità.

(eb)