Economia

Lo sconto in fattura raccontato da un commercialista

I retroscena dello sconto in fattura raccontati da Simone Infantino, dottore commercialista e revisore legale, che ha maturato una rilevante esperienza in materia di cessione crediti per interventi edilizi e Superbonus

Lo sconto in fattura può assumere le vesti di un messaggio altamente emozionale come quello in copertina tratto dalla comunicazione pubblicitaria di Allart, primario rivenditore di porte e finestre di Roma. E, in effetti, oggi riuscire a offrire lo sconto in fattura (checché se ne pensi di questo relativamente nuovo strumento di finanziamento alla clientela e che in ogni caso ora è molto diverso da quello del 2019) pare sia diventato un presupposto indispensabile per vendere ai tanti clienti che vogliono lo sconto subito.

Per chi, operatore del settore, fosse rimasto ancora perplesso di fronte al nuovo strumento abbiamo pensato ad un paio di articoli introduttivi alla materia. Autore ne è Simone Infantino, dottore commercialista e revisore legale con Studio in Albano Laziale, che ha maturato una rilevante esperienza in materia di cessione crediti per interventi edilizi e Superbonus, lavorando con aziende del settore edile, con serramentisti e rivenditori di porte e finestre. Qui di seguito un primo articolo di inquadramento e di introduzione cui seguirà uno più tecnico sulle procedure. Il Dott. Infantino aveva scritto per Guidafinestra (clicca qui) una sua nota sull’Allegato I, i massimali dei costi e le spese detraibili extra massimali. (EB)


Sempre più clienti vogliono lo sconto in fattura

Simone InfantinoSempre più spesso i clienti che intendono effettuare un intervento di sostituzione degli infissi decidono di avvalersi della possibilità (prevista dall’art.121 del DL 34/2020 – Decreto Rilancio) di “trasformare” la propria detrazione in credito d’imposta, e quindi di cedere detto credito al proprio fornitore a titolo di parziale pagamento. Stiamo parlando quindi del cosiddetto “sconto in fattura”, che prevede appunto che il cliente paghi al serramentista solamente il 50% del totale fattura; per la restante parte gli cederà il credito di imposta derivante dall’intervento di sostituzione degli infissi. Ovviamente non c’è alcun obbligo in capo al serramentista di concedere detto sconto, ma oggi il non farlo vorrebbe dire perdere probabilmente una buona fetta di mercato.

Da mesi sto supportando molti serramentisti su questi aspetti, aiutandoli a superare una iniziale diffidenza e riuscendo anzi a convincerli che questa possibilità rappresenta una opportunità se correttamente affrontata.

Ho iniziato con il dare supporto ad alcuni serramentisti già clienti del mio studio, che – come è naturale che sia – su un tema come quello dello sconto si confrontano innanzi tutto con il proprio Commercialista. Si trattava di un qualcosa che avevo approfondito da subito nell’ambito del Superbonus 110% (per il quale ho rilasciato i primi visti di conformità e ho fatto le prime cessioni del credito già a novembre scorso, forse tra i primi ad averlo fatto), e che senza grandi problemi poteva essere attuato con gli altri interventi edilizi, come ad esempio l’Ecobonus o il Bonus Casa.

Un settore in ritardo rispetto allo sconto in fattura

Poi, insieme al dott. Giovanni Ricci, consulente aziendale e amministratore di Mikaline, che pure manifesta perplessità di fronte allo sconto in fattura (vedi articolo), abbiamo capito che c’era la possibilità di ampliare il raggio d’azione. Tra i suoi clienti ci sono moltissimi serramentisti, e una rapida indagine aveva palesato come molti di loro fossero in netto ritardo rispetto allo sconto: nella migliore delle ipotesi prendevano tempo, in attesa di avere rassicurazioni dalla propria banca e/o dai propri consulenti; nella peggiore dicevano al cliente che non erano nella condizione di farlo. Il che quasi sempre voleva dire perdere quella vendita.

Le obiezioni allo sconto in fattura

Diversi i motivi che bloccavano (e bloccano) i serramentisti, ma nessuno è veramente fondato. Il principale a mio avviso è il timore che una qualche “irregolarità” che determini la non spettanza della detrazione e quindi del credito, possa poi ripercuotersi su di loro, che nello schema dello sconto in fattura a loro volta cedono quel credito ad altri fornitori o agli istituti di credito (escludendo il caso di utilizzo diretto del credito in compensazione, che a livello di serramentisti è un caso più teorico che pratico, specie considerando che parliamo di crediti il cui utilizzo è ripartito in 10 anni).

Ma in tal senso lo stesso art. 121 è molto chiaro: “I fornitori e i soggetti cessionari rispondono solo per l’eventuale utilizzo del credito d’imposta in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito d’imposta ricevuto”. E ancora: “Qualora sia accertata la mancata sussistenza, anche parziale, dei requisiti che danno diritto alla detrazione d’imposta, l’Agenzia delle entrate provvede al recupero dell’importo corrispondente alla detrazione non spettante nei confronti dei soggetti di cui al comma 1” (cioè i beneficiari della detrazione fiscale).

L’unico caso in cui possono incorrere in una responsabilità è, ovviamente, nel caso in cui ci sia un concorso con il beneficiario nella violazione; per esserci responsabilità è quindi necessario che l’installatore / cessionario del credito collabori in qualche modo con il cliente per fargli ottenere un indebito vantaggio economico. Siamo evidentemente al di fuori di quella che è una normale operazione di vendita.

Altro motivo che ha frenato a lungo i serramentisti nell’accettare lo sconto è stata la grande incertezza sulla concreta possibilità di cedere quel credito. I primi ad avere le idee chiare sono stati alcuni produttori di infissi, che hanno offerto ai propri rivenditori un canale per la successiva cessione del credito, con condizioni e tempi chiari da subito.

Il ritardo del settore bancario

Il canale bancario è arrivato invece con un po’ di ritardo; per diversi mesi – parlo per esperienza diretta – la filiale / agenzia di turno non era in grado di dare risposte chiare né su quando avrebbero potuto iniziare ad accettare i crediti, né sulla contropartita per l’acquisto del credito né sui tempi per la monetizzazione del credito ceduto. Oggi queste incertezze sembrano superate: mi risulterebbe che tutti gli istituti di credito concludano senza problemi accordi per l’acquisto dei crediti con i propri clienti, e i tempi per la monetizzazione sembrerebbero pressoché immediati.

C’è però molta differenza nelle condizioni economiche applicate (condizioni economiche intese come % pagata dalla banca rispetto al credito ceduto: è di tutta evidenza che, trattandosi come accennato di crediti ad utilizzo decennale, non possano certo essere acquistati al valore nominale). Quindi in tal senso l’invito è quello di “guardarsi intorno”, anche perché un serramentista su base annua farà con ogni probabilità diverse cessioni.

Parimenti ho notato molta differenza anche rispetto ai documenti richiesti: ci sono alcune banche che vogliono vedere una infinità di documenti (forse troppi), altre che “si accontentano” di molte meno cose. Io francamente credo facciano bene queste ultime; le prime a mio avviso vanno oltre quello che la norma richiede, con il risultato di “ritardare” la conclusione della cessione.

Quale corrispettivo richiedere al cliente?

Il discorso delle condizioni economiche ci porta ad introdurre un altro aspetto, che è quello del giusto corrispettivo da chiedere al cliente che chiede di applicare lo sconto in fattura. Occorre considerare che i suoi 100 euro di credito non corrispondono a 100 euro nel momento in cui li vado a cedere: ci sono gli oneri finanziari, c’è sicuramente anche un maggior lavoro interno a livello amministrativo che deve trovare una adeguata remunerazione.

Ecco allora l’idea di creare “a quattro mani”, come Studio Infantino insieme a Mikaline srl, un kit documentale che comprende,  tra l’altro, anche un piccolo tool che aiuta l’imprenditore nel fare un po’ di calcoli. Abbiamo poi elaborato diversi documenti (come il contratto di cessione del credito), e tutti i modelli personalizzati con il brand del serramentista/rivenditore per guidarlo nel definire con il proprio cliente la pratica di sconto in fattura attraverso una procedura chiara e veloce.

Simone Infantino, dottore commercialista e revisore legale
(continua)

a cura di EB