Economia

Nuove aperture per serramenti, chiusure e schermature

Il punto sulle prospettive che si aprono per il settore dopo l'approvazione della Legge di Bilancio 2020

Ennio BraicovichPer l’ampio settore dei serramenti, chiusure e schermature si apre l’anno facendo subito una prima valutazione della Legge di bilancio 2020. Ammettiamo che non è andata male. Anzitutto, è stato svuotato l’articolo 10 del Decreto Crescita e disattivato lo sconto immediato in fattura che ha reso felici pochissimi ed è stato una sciagura per molti. Lo sconto in fattura permane ma limitato a opere di riqualificazione di primo livello (vedi DM 26 giugno 2015) di importo pari o superiore a 200 000€.

Poi, abbiamo la proroga, fino a fine dicembre 2020, dell’ecobonus, del bonus casa e del bonus mobili ed elettrodomestici. Certo, sarebbe stato meglio ottenere una proroga di ampio respiro (triennale?) e soprattutto sarebbe stato meglio riuscire a portare casa il 65% di detrazione fiscale anche per serramenti, chiusure e schermature come avviene per certi tipi di caldaie. Ma non disperiamo. Abbiamo ancora parecchie frecce al nostro arco da scagliare.

Qualificare la posa per offrire il meglio

Da pochissimo abbiamo un sistema ufficiale di qualificazione dei posatori di serramenti secondo Uni 11673 e i primi enti accreditati Accredia in grado di rilasciare i patentini di posa. I primi calcoli degli esperti portano a prevedere alcune migliaia di esperti posatori qualificati da ente terzo indipendente entro fine anno. Se i numeri fossero confortanti, le Associazioni del settore sarebbero in grado di proporre a Governo, MEF, MISE ed Enea un doppio regime di detrazioni fiscali per i serramenti: 50% per una posa ‘normale’ e 65% per una posa qualificata.

Rischiamo così di creare una bella frattura all’interno del settore serramenti, tra produttori, rivenditori e posatori? Non direi. Abbiamo calcolato che nel corso degli ultimi tre anni, in pratica dall’apparizione della prima Uni 11673, sono oltre 5 mila gli operatori del settore che hanno seguito i corsi di posa “già in linea” con la norma. In totale sono circa 10 mila gli operatori che hanno seguito un corso di posa. Siamo sicuri che molti otterrebbero il patentino di posa con poco sforzo. Un’altra certezza è che gli operatori, finora rimasti indecisi, sarebbero pronti a salire su carro della qualificazione della posa se questa fosse correlata a un premium, ovvero, ad esempio, il 65% anziché il 50% standard. Se le cose stanno così, si delineano nuove aperture per il settore.

Le opportunità aperte dal Bonus Facciate 90pc

Torniamo per un attimo indietro alla Legge di Bilancio 2020. La grande novità è il bonus facciate con il 90% di detrazione. Mettiamoci il cuore in pace. L’elevatissima detrazione vale solo per gli “interventi, ivi inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in zona A o B”. Laddove per “Zona A” si intendono i centri storici) e per “Zona B” le aree totalmente o parzialmente edificate. Il beneficio riguarda esclusivamente gli interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi. Anche qui si affacciano nuove aperture da studiare attentamente.

Il primo riferimento va ai parapetti dei balconi che tanti serramentisti rinnovano. Il secondo riferimento sono le “struttura opache di facciata”. Scuri, antoni, persiane e tapparelle sono sicuramente elementi opachi di facciata. Prima di entusiasmarci però attendiamo una risoluzione chiarificatrice dell’Agenzia delle Entrate. Infine, è da sottolineare, cosa che pochi sanno nel settore, che in caso di riqualificazione energetica dell’edificio la detrazione per serramenti, chiusure e schermature può salire fino al 70-75% e nel caso di interventi da sisma bonus fino all’80-85%. E non solo per le parti condominiali ma anche per lavori effettuati contestualmente sulle singole unità immobiliari.

Altri prossimi impegni per il settore dei serramenti, chiusure e schermature

E poi, rimane sempre la micidiale ritenuta d’acconto dell’8% sui bonifici per ecobonus e bonus casa che va riportata al 4%. Infine, ma qui il Parlamento e i politici c’entrano poco, occorre trovare soluzioni di finanziamento agevolato per i clienti che vorrebbero e non possono e che sono stati sedotti dall’improponibile sconto in fattura. Una soluzione immediata è il credito al consumo. Mai visto tassi così bassi da oltre cinquant’anni. Un’altra proposta è quella dell’ecocredito alla francese in cui lo Stato si prende carico del costo degli interessi. Una proposta rilanciata da Finco e che meriterebbe maggiori attenzioni.

Immagine: fonte Enea

 

a cura di Ennio Braicovich