Nel dibattito sull’attuazione della direttiva EPBD in Italia emerge il ruolo strategico del settore edile e dell’efficientamento energetico come leva per sostenibilità e sviluppo. Una prospettiva che richiede stabilità normativa e pianificazione nel tempo.
La direttiva EPBD rappresenta un passaggio chiave per il futuro del settore delle costruzioni e per il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di sostenibilità. Nel confronto avviato a Milano durante l’EAE ETICS Forum, è emerso come l’efficientamento energetico degli edifici costituisca il primo e più efficace strumento per ridurre i consumi e migliorare le performance del patrimonio edilizio. La qualità degli interventi, insieme a competenze tecniche consolidate, diventa un fattore determinante per ottenere risultati concreti e misurabili.
Edilizia e quadro normativo: la necessità di continuità
L’attuazione della direttiva EPBD pone anche una riflessione più ampia sul quadro legislativo che regola il comparto edilizio. La necessità di norme aggiornate, coerenti e stabili nel tempo emerge come condizione essenziale per permettere alle imprese di programmare investimenti e strategie. Una visione di lungo periodo, supportata da regole chiare, consente al settore di contribuire in modo strutturato alla transizione energetica e di rafforzare il proprio ruolo nell’economia nazionale.
Una prospettiva di sviluppo per il settore delle costruzioni
La direttiva EPBD può diventare un’opportunità per rilanciare il settore edile come motore di sviluppo, a condizione che l’efficienza energetica sia accompagnata da una pianificazione industriale sostenibile e condivisa. In questo scenario, il non consumo di energia si afferma come la forma più avanzata di risparmio, mentre l’integrazione tra tecnologia, competenze e qualità costruttiva contribuisce a rendere il sistema edilizio più resiliente, competitivo e orientato al futuro.

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