Economia

Edilizia: audizione Ance alla Camera dei Deputati

Secondo l'associazione degli imprenditori edili il patrimonio immobiliare italiano necessita di una profonda e radicale opera di ammodernamento, in termini di sicurezza, efficienza e qualità.

Si è svolta il 21 febbraio l’audizione dell’Ance presso la Commissione monocamerale di inchiesta sulla sicurezza e il degrado delle città e delle loro periferie, istituita alla Camera dei Deputati. Il presidente dell’Ance, associazione che raccoglie le imprese edili, Gabriele Buia, che ha guidato la delegazione, ha evidenziato come il tema del rinnovamento delle città abbia assunto negli ultimi anni un rilievo sempre maggiore a causa della situazione di degrado, non solo fisico, in cui versano a cui le politiche finora perseguite non sono state in grado di dare risposte efficaci. Il patrimonio immobiliare italiano necessita di una profonda e radicale opera di ammodernamento, in termini di sicurezza, efficienza e qualità.

Al riguardo, ha ricordato che lo stock abitativo costituito da 12,2 milioni di edifici (31,2 milioni di abitazioni), dei quali quasi il 70% è stato costruito prima del 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica per nuove costruzioni.

Si tratta di edifici che necessitano non tanto di una semplice manutenzione, ma di un radicale “aggiornamento” in rapporto a tutto ciò che negli ultimi anni è cambiato sul piano prestazionale, normativo, del consumo energetico, della sicurezza statica.

A ciò si aggiunge il problema delle industrie dismesse e degli immobili pubblici non più funzionali al loro uso.

Il sisma-bonus fino all’85% previsto dall’ultima legge di Bilancio è un ottimo incentivo ma occorre semplificare l’attuazione, sia in termini normativi condominiali, sia in termini di cedibilità del credito da parte dell’esecutore. Un ulteriore passo potrà essere l’individuazione dei meccanismi che rendano in qualche modo cogente gli interventi.

Occorre rivedere anche il modo stesso di progettare gli alloggi. Infatti nel 1977 vi erano poco meno di 17 milioni di famiglie composte in media da 3,3 componenti, nel 2015 il loro numero è salito a quasi 26 milioni e la dimensione media è diminuita a 2,5 persone.

In più vi è stato un significativo mutamento delle tipologie familiari: si è dimezzata l’incidenza delle coppie con figli (dal 63 al 34 %) è triplicata quella delle famiglie mono componente (dal 9 al 30%) e è raddoppiata la quota di famiglie con un solo genitore (da 5 al 9 %).

Per il futuro sono attesi altri importanti cambiamenti. La popolazione con oltre 65 anni passerà dall’attuale 21,7% a circa il 33% della popolazione nel 2051; la componente più giovane (20-34 anni), che ora rappresenta il 16,4% della popolazione, si ridurrà ancora nei prossimi anni. 

In questo scenario il settore delle costruzioni può e deve avere il ruolo di osservatore privilegiato che opera sul territorio immettendo sul mercato il “bene più amato dagli italiani”.

Il presidente Buia ha, quindi, individuato alcune direttici fondamentali al fine di consentire l’accelerazione delle attività di risanamento del territorio e quindi il suo recupero

e in particolare:

– incentivare la “rottamazione dei vecchi fabbricati” e la loro sostituzione con edifici di “nuova generazione”, attraverso la riduzione al minimo delle imposte a carico delle imprese acquirenti i fabbricati “usati”;

– estendere la detrazione Irpef del 50% per le ristrutturazioni edilizie agli interventi di demolizione e ricostruzione con incrementi volumetrici, ammessi come premialità da leggi o regolamenti edilizi locali, e che comportino un miglioramento in termini di efficienza energetica. Lo stesso dovrebbe valere per gli interventi antisismici dell’edificio (es. miglioramento di due classi sismiche definite dall’emanando Decreto del MIT).