Secondo il Report ENEA 2025 sull’impatto degli incentivi, nel 2024 il Super Ecobonus ha inciso per circa il 45% della spesa complessiva e la sostituzione degli infissi è in testa alla classifica
Secondo il rapporto annuale ENEA 2025 Superbonus e sostituzione serramenti hanno trainato le detrazioni fiscali nel 2024. Secondo il Cresme il 2026 non sarà un anno negativo per l’edilizia ma il futuro è incerto per il dopo bonus e post PNRR.
Report ENEA 2025 sull’impatto degli incentivi
Il rapporto annuale ENEA 2025 sulle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili fotografa il territorio italiano sulla base dei dati delle schede tecniche caricate sul portale dai professionisti e dai contribuenti.
In relazione a Ecobonus, Bonus Casa, Bonus Facciate (scaduto a fine 2022 ma con interventi completati nel 2024) e Super Ecobonus (Superbonus 110%), all’ENEA sono stati trasmessi oltre 1,9 milioni di interventi di riqualificazione energetica e utilizzo di fonti rinnovabili, per un investimento complessivo di circa 28 miliardi di euro.
La stima dei risparmi energetici annuali supera i 3.600 GWh/anno, pari a un taglio di circa 1,2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) e a una riduzione delle emissioni di CO2 di oltre 3,4 milioni di tonnellate.
Nel 2024 il Super Ecobonus ha inciso per circa il 45% della spesa complessiva, trainato ancora dagli interventi condominiali avviati negli anni precedenti; l’Ecobonus ha rappresentato il 32%, con una prevalenza di interventi su serramenti, pompe di calore e caldaie a condensazione; il Bonus Casa ha coperto il 20%; il Bonus Facciate ha invece un’incidenza residuale, con interventi chiusi e rendicontati.
La sostituzione di infissi (circa il 35% degli interventi totali) è in testa alle tecnologie più utilizzate nel 2024, seguono l’installazione di pompe di calore (24%), la coibentazione delle pareti opache e coperture (18%) e gli impianti fotovoltaici e solari termici (14%).
Crescono l’adozione di materiali isolanti a basso impatto ambientale, i sistemi domotici per la gestione dei consumi e le tecnologie digitali per il monitoraggio delle prestazioni.
Incertezza per il dopo bonus e PNRR
Dal 39° Rapporto congiunturale e previsionale sul mercato delle costruzioni 2026 del CRESME, anticipato dal Il Sole 24 Ore, emerge che tra il 2019 e il 2025 il settore è passato da 179 a 285 miliardi, con il picco del 2023 a 297 miliardi. Poi è iniziata la discesa, con la fine del Superbonus e il taglio degli incentivi gli investimenti privati nel rinnovo sono passati da -3,8% nel 2023 a -14% nel 2024 fino a -17% del 2025. Per l’anno prossimo il CRESME prevede un +0,2% grazie al prolungamento del bonus del 50%, ma secondo il direttore Lorenzo Bellicini “senza il grande traino del PNRR l’incertezza si fa pesante”.
La sostenibilità nelle scelte aziendali
I dati del nuovo rapporto del QFinLab del Politecnico di Milano, che ha analizzato i bilanci di sostenibilità di 162 delle imprese italiane quotate, mostrano progressi sulle emissioni ma ritardi su energie rinnovabili e materiali.
Il report riflette anche una misurazione più rigorosa, in quanto molte imprese che prima non fornivano queste informazioni oggi le comunicano in modo esplicito.
Per quanto riguarda le emissioni, nel 2024 il calo è marcato sia per quelle dirette prodotte dagli impianti aziendali sia per quelle indirette, legate all’energia acquistata. Risulta invece più contenuta la flessione delle emissioni generate da fornitori, trasporti e logistica.
Sul fronte dei materiali, rispetto all’anno precedente, la quota media delle materie prime rinnovabili resta limitata (34,2%), così come quella di energia rinnovabile (28,4%) e uso di carburanti a basso impatto ambientale (3,1%).

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