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La lenta inevitabile discesa della trasmittanza termica degli infissi

E' in arrivo un Decreto ministeriale che abbassa  i valori di trasmittanza termica di pareti, tetti, pavimenti e infissi dal 2015 al 2021. Recepisce le disposizioni di due direttive europee sull'efficienza energetica degli edifici.

Fra qualche settimana uscirà il Decreto ministeriale sui requisiti minimi per l’efficienza energetica degli edifici di cui stanno circolando alcune bozze quasi definitive (vedi news). Il prossimo passaggio istituzionale sarà, a fine mese, il 28 gennaio prossimo, l’esame del DM da parte della Conferenza Stato-Regioni che dovrebbe dare il definitivo via libera alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il decreto, che entrerà in vigore il 1° luglio 2015 ed è rivolto a edifici pubblici e privati, siano di nuova costruzione o esistenti sottoposti a ristrutturazione, è stato redatto nel quadro delle direttive 2002/91/CE EPBD-Energy Performance of Buildings Directive e 2010/31/UE EPBD recast (revisione della EPBD).

Il DM prevede anzitutto l’adeguamento dell’Italia alla metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici sviluppata dal CEN su incarico della Commissione. Quindi indica i requisiti minimi di prestazione energetica per edifici nuovi e quelli soggetti a ristrutturazioni importanti, che vengono aggiornati ogni 5 anni. Fornisce altresì la definizione precisa di “edifici a energia quasi zero” con criteri che dovranno rispettare gli edifici di nuova costruzione di proprietà delle Pubbliche Amministrazioni o occupati da esse a partire dal 31 dicembre 2018.

Su questo tema è in corso una procedura di infrazione verso l’Italia da parte della Commissione ed è quasi certo che ci venga comminata la solita multa.

Spulciando il documento la nostra attenzione è stata attratta dalle due tabelle che riguardano la trasmittanza termica degli infissi, delle cosiddette chiusure apribili e assimilabili quali porte, finestre, vetrine anche non apribili, comprensive degli infissi. Le riportiamo qui a seguire nella gallery. La prima riguarda gli infissi degli edifici di nuova costruzione, la seconda quelli soggetti a ristrutturazione.

“C’è ancora molto affinare nel documento in circolazione – segnala l’ing. Valeria Erba di Anit –. Ci sono errori di battitura che vanno eliminati e altre imprecisioni e incongruenze, vedi le trasmittanza termiche troppo alte delle pareti perimetrali, una concessione evidente ai signori del mattone. Globalmente però ne diamo una valutazione positiva”.

Soddisfazione espressa anche da parte dell’ing. Marco Piana di PVC Forum che ha lavorato sulla parte tecnica del DM in seno al CTI- sui coefficienti di trasmittanza termica per oltre un anno. “E’ un risultato importante che rispetta le indiczioni delle Direttive europee. E’ frutto anche di un lavoro poco appariscente, quello all’interno dei comitati normativi ma che alla fine ha portato a un risultato che permette alle aziende di lavorare tranquillamente su una prospettiva a medio termine”.

Più sfaccettata è la valutazione che ci offre l’ing. Paolo Rigone di Unicmi: “La prima considerazione che viene alla mente è che il DM renderà pressoché obbligatoria la vetrata isolante tripla in buona parte del territorio nazionale. Per fortuna l’industria del vetro è in grado di abbattere i costi di produzione in maniera sensibile. Ma questo è un dettaglio. La vera osservazione che facciamo è che le trasmittanze termiche degli infissi indicate dal decreto sono troppo basse. Il che significa extra costi per l’industria e l’utente finale. Ci si domanda se valga veramente la pena di insistere su valori U bassi, quando gli infissi in un’abitazione contano solo per il 5-10% massimo della superficie dell’involucro. Il beneficio non è proporzionato ai costi.
Per quanto riguarda la fattibilità tecnica, diciamo che oggi vi sono valori Uf di serramenti metallici pari a 1 W/m2K, molto simili a quelli del legno e del pvc, e che vi sono finestre in metallo validate per le case passive e quindi con Uw inferiore o uguale a 0, W/m2K. Un’altra preoccupazione che abbiamo per il comparto dell’alluminio riguarda i serramenti scorrevoli e la nostra edilizia ne ha tanti. Credo che faranno fatica a rispettare i requisiti minimi a meno non emergano soluzioni tecniche, ad esempio stile tutto vetro, che possono offrire grandi prestazioni termiche”. (eb)