Highlights attualità. Nuovo assetto per le agevolazioni dopo il 2024

Nuova stretta del Governo sugli incentivi fiscali in scadenza a fine 2024; l’obiettivo è favorire misure più facilmente monitorabili

Misure restrittive per i bonus dal 2025; ANCE torna sugli effetti potenzialmente negativi del DL 39/2024 sulla filiera dell’edilizia, via libera con voto negativo dell’Italia sulla direttiva Case Green e molto altro. Cosa vi siete persi questa settimana…

 

Verso una stretta sugli sconti automatici

Il Governo si prepara ad abbandonare gli strumenti dei precedenti esecutivi per facilitare l’utilizzo dei bonus edilizi, mettendo fine a misure agevolative automatiche (i crediti di imposta), a favore di quelle più facilmente monitorabili, come i contributi diretti e le detrazioni.

È questa la prima traccia del riassetto in arrivo per le agevolazioni in scadenza nel 2024, discussa durante le audizioni in commissione Finanze al Senato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate (Ernesto Maria Ruffini) e dal direttore del Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia (Giovanni Spalletta), sulla legge di conversione del DL 39/2024.

Il Mef ha evidenziato come le nuove misure agevolative erogate solo con preventiva autorizzazione potrebbero contrastare le frodi legate ai bonus edilizi e sarebbero anche compatibili con il nuovo quadro di finanza pubblica a seguito delle nuove regole di governance europea.

 

Le criticità dei nuovi vincoli del DL 39/2024 secondo Ance

Durante le audizioni tenutesi in commissione Finanze al Senato la presidente ANCE, Federica Brancaccio ha ribadito gli effetti negativi che il DL 39/2024 rischia di determinare su tutta la filiera dell’edilizia. “È evidente che la nuova normativa metterà a serio rischio l’equilibrio economico delle operazioni di recupero energetico e antisismico dei fabbricati, provocando un nuovo blocco dei cantieri, a danno di famiglie e imprese, senza trascurare l’insorgere di contenziosi tra condomini e operatori economici nonché tra questi ultimi e i rispettivi fornitori”, ha dichiarato Brancaccio.

Secondo ANCE occorre salvaguardare ad esempio chi aveva già avviato il cantiere alla data del 30 marzo, senza però pagare fatture, e chi ha già pagato acconti, senza avviare il cantiere.

Per l’associazione causerà problemi anche l’esclusione di diversi territori colpiti da eventi catastrofici, sostenendo che “appare necessario estendere la deroga, al momento prevista per il sisma dell’Aquila del 2009 e per quello del Centro Italia del 2016, a tutti i territori colpiti, anche recentemente, da eventi sismici o alluvionali a partire dal 2009 (nelle regioni Emilia-Romagna, Campania, Molise e Sicilia)”.

Tra le altre criticità illustrate durante l’audizione ci sono inoltre l’esclusione del Terzo settore e la cancellazione improvvisa della remissione in bonis.

Posizioni molto simili sono state espresse da Confartigianato, Casartigiani e CNA.

Via libera alla direttiva Case Green

La direttiva Case Green, dibattuta dal 2021 e più volte cambiata, taglia definitivamente il traguardo affidando agli Stati membri la riduzione del consumo medio energetico del parco immobiliare per arrivare al 2050 le emissioni zero.

L’Ecofin il 12 aprile ha dato il via libera al provvedimento EPBD, con il voto contrario di Italia e Ungheria, che entrerà in vigore dopo 20 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE. Gli Stati membri avranno due anni per presentare i piani di ristrutturazione del parco edilizio residenziale, e raggiungere i target fissati a Bruxelles.

 

UNICMI: i serramenti metallici rimarranno competitivi

Pubblicato il rapporto 2024 sul mercato italiano dell’involucro edilizio dell’Ufficio Studi di UNICMI con le proiezioni provvisorie del 2023 sugli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Dai dati risulta che gli incentivi hanno contribuito a sostenere la domanda di serramenti generando un fatturato di 3.576 milioni di euro (su un mercato che vale complessivamente poco meno di 7 miliardi di euro) che rappresenta il valore più alto dall’introduzione dei primi incentivi dedicati ai serramenti. Oltre a questi valori il rapporto UNICMI aggiunge che il grande contributo determinato dalla sostituzione di serramenti all’interno di interventi del “Superbonus condomini” ha avuto un impatto significativo sulla domanda, impatto che continuerà a manifestarsi anche nel 2024 e nei primi mesi 2025 per la conclusione degli interventi di riqualificazione energetica complessiva iniziati nel 2022 (con aliquota al 110% e sconto in fattura). La quota più rilevante del mercato incentivato è stata detenuta dal serramento in PVC e, in particolare è speculare agli anni boom 2022-2023 con l’enorme incremento delle importazioni di serramenti in PVC da Polonia, Germania e Austria.

Il presidente UNICMI Mauro Durazzi, a commento del rapporto, ha evidenziato come in uno scenario senza bonus edilizi o comunque depotenziati ci sarà una possibile decrescita dei numeri nel segmento residenziale/rinnovo già nel secondo semestre 2024. L’incertezza riguardo al rinnovo degli incentivi, che scadranno il 31 dicembre 2024, non consente, invece, di delineare scenari precisi per il 2025.

Secondo Durazzi è prevedibile che l’impatto negativo più significativo si ripercuoterà sulle importazioni di serramenti in PVC che sono stati fortemente potenziati dal supporto dei bonus. Mentre il serramento in alluminio possiede tutti gli elementi competitivi per continuare il consolidamento dei fatturati, della redditività delle imprese e della propria quota di mercato nei comparti più redditizi: ristrutturazioni di qualità, investimenti nel terziario commerciale e logistico, nuove costruzioni, appalti pubblici, grandi cantieri internazionali dell’involucro edilizio.

 

Sostenibilità integrata nel business

Secondo i dati appena pubblicati della ricerca EY “Seize the Change”, che analizza come la sostenibilità viene integrata nel business delle aziende italiane, su 200 aziende consultate oltre il 60% non ha interrotto le attività previste nel piano di sostenibilità, e il 15% ha sfruttato il nuovo contesto per accelerare la transizione verso nuovi modelli più sostenibili.

Massimo Antonelli (Ceo di EY in Italia e Coo di EY Europe West) ha dichiarato come “Per l’87% delle imprese che abbiamo intervistato, la sostenibilità è un fattore di vantaggio competitivo solo se presa in considerazione nelle sue tre dimensioni: economica, sociale e ambientale. Le aziende italiane sono coscienti di avere a disposizione un driver trasformativo eccezionale e la sua integrazione nel business è strategica per aumentare competitività, capacità di sviluppo e crescita sul medio-lungo periodo”.

Dello stesso avviso Riccardo Giovannini (sustainability leader di EY Italy) visto che “Oltre il 70% delle aziende inseriscono il piano di sostenibilità in quello industriale (+18% rispetto al 2022). Nello specifico quasi l’80% si orienta alla riduzione di emissioni CO2, mentre oltre il 40% all’economia circolare”.

Lo studio riporta che più della metà delle imprese ha modificato la propria catena di approvvigionamento, introducendo indicatori di sostenibilità, mentre l’81% ha misurato i propri processi produttivi e operativi, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto a valle della filiera. Inoltre, il 52% delle aziende intervistate pubblica già un report di sostenibilità, mentre il 60% prevede al proprio interno una funzione di Corporate Social Responsibility.