Le Società Benefit sono imprese che integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo (o un minore impatto negativo) sull’ambiente e/o sulla società. In Italia i numeri parlano di un progresso costante.
Il fenomeno delle aziende che, pur essendo profit, inseriscono nel proprio statuto una finalità di sostenibilità sociale e ambientale è in aumento: anche nel 2024 crescono infatti le Società Benefit in Italia. Ciò è confermato dai dati dell’Osservatorio di Camera di commercio di Brindisi – Taranto e InfoCamere che ne registra 4.153 al 30 giugno 2024, con una variazione del 31,26% rispetto al 2023.
La Legge 208/2015 ha introdotto in Italia la possibilità di aggiungere la denominazione “Società Benefit” alla natura giuridica di una società (di cui al Libro V, Titoli V e VI del Codice civile), a patto che quest’ultima si impegni appunto a perseguire una o più finalità di beneficio comune oltre allo scopo di lucro, operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente.
In questi anni, il processo di adozione di questo modello avanza con continuità in tutto il mondo. Le Società Benefit a oggi sono state introdotte in 38 Stati degli Stati Uniti, in Italia (2016), Colombia (2018), Porto Rico (2018), Columbia Britannica (2019), Ecuador (2019), Perù (2020), Ruanda (2021), Spagna (2022), Panama (2022), San Marino (2023). L’iter legislativo per l’approvazione di una legge ad hoc è in corso in più di altri dieci stati, tra cui Uruguay, Argentina, Australia, Cile, Taiwan e Corea. Nel 2019, la Francia ha introdotto la cosiddetta Société à Mission che, pur presentando delle differenze rispetto al modello internazionale, può essere considerata vicina per valori e impianto di base.
Il panorama delle Società Benefit in Italia continua a mostrare una crescita robusta, confermandosi come un modello di business sempre più attrattivo per le imprese che vogliano coniugare profitto e impatto positivo. Infatti, nel 2023 il numero delle aziende che hanno adottato questa tipologia giuridica è cresciuto del 37,8% rispetto al 2022, raggiungendo quota 3.629, con più di 188mila persone occupate. Interessante notare che nei primi tre anni dalla loro introduzione, a fine 2019 erano arrivate a essere circa 400, aumentando dunque nove volte nei quattro anni successivi fino ad oggi.
Sono i numeri – e riflessioni – che emergono dalla ricerca nazionale sulle Società Benefit, promossa da Nativa insieme ad Assobenefit, l’Associazione che le raggruppa, al Research department di Intesa Sanpaolo, Infocamere, al Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’università di Padova e alla Camera di commercio di Brindisi-Taranto, con dati riferiti al 31 dicembre 2024. La diffusione delle Società Benefit è capillare su tutto il territorio nazionale, con una forte concentrazione in Lombardia (35% delle imprese), seguita da Lazio (11%) e Veneto (10%). I settori più rappresentati sono quelli dei servizi di informazione (6,99‰), delle attività professionali (6,01‰) e dell’istruzione (3,88‰).
In particolare, le Società Benefit sono presenti principalmente nel nord ovest del paese (42,4%), seguono il nord est (23,5%), il centro (20,9%) e il sud e isole (13,2%). Il dato regionale evidenzia la spiccata trazione lombarda del fenomeno (1.218 le società), cui segue il contributo di Lazio (394 unità), Veneto (359) ed Emilia-Romagna (340). Guardando all’incidenza delle Società Benefit sul totale delle imprese, il primato della Lombardia si conferma anche in termini relativi (2,22 imprese ogni mille il valore dell’indicatore), ma in questo caso a emergere con forza alle spalle della regione leader è il Nord-Est con (nell’ordine) Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Veneto tutte con valori al di sopra dell’1,5 per mille imprese.
Spostando l’ottica nel campo del valore generato è ancora la Lombardia a risultare prima per valore della produzione (7,2 miliardi di euro nel 2022), seguita da Emilia-Romagna (a quota 4,8 miliardi) e Veneto (3.4 miliardi). Il Friuli-Venezia Giulia è invece la regione in cui le Società Benefit contribuiscono maggiormente al totale del valore generato dal territorio (16,9 euro ogni mille prodotti), seguita dall’Emilia Romagna (16,8) e dalla Sardegna (12,8).
I risultati descrivono dunque un ecosistema di imprese in crescita, appartenenti a vari settori e, dal punto di vista del profilo economico, caratterizzato da risultati positivi, a riprova che la sostenibilità non è (o, almeno, non solo) un costo, bensì una leva per lo sviluppo. I settori a maggiore presenza di Società Benefit sono le attività professionali (1.006), i servizi di informazione (696), la manifattura (446) e il commercio (338).
Le Società Benefit si distinguono anche per le loro performance economiche positive: nel periodo 2019-2022, hanno registrato un aumento del fatturato del +37%, contro il +18% delle imprese non Benefit. Nello stesso periodo, hanno mostrato una maggiore produttività (valore aggiunto per addetto pari a 62.000 euro nel 2022 contro i 57.000 euro delle non Benefit) e una migliore capacità di generare profitti (Ebitda margin passato dall’8,5% al 9% per le Società Benefit contro l’8,1% e l’8,3% per le non Benefit).
È chiaro che non basta aderire alla forma “benefit” per ottenere automaticamente dei buoni risultati, ma l’adesione a questo progetto è compiuta da aziende già dotate di visione, strategie e capacità che trovano un coronamento e un possibile nuovo slancio in questa scelta impegnativa.
Altro dato interessante emerso dalla ricerca riguarda la produttività che risulta più alta (62mila euro per addetto per le società Benefit vs 57mila euro per le non-benefit nel 2022). Questa miglior performance, notano da Assobenefit, consente di far fronte a un costo del lavoro maggiore (41mila euro per addetto per le società Benefit a 38mila per le non-benefit nel 2022), distribuendo più valore ai dipendenti. Le Società Benefit si caratterizzano per un approccio al business che pone al centro le persone e il pianeta. Riconoscono un maggior valore al capitale umano, investendo di più nella formazione e nel benessere dei lavoratori (costo del lavoro per addetto pari a 41.000 euro contro i 38.000 euro delle non Benefit). Inoltre, dimostrano un maggiore impegno nella sostenibilità ambientale e nella responsabilità sociale, adottando pratiche volte a ridurre l’impatto ambientale e a promuovere il progresso sociale.
In valore assoluto, le Società Benefit sono principalmente microimprese, seguono le piccole, le medie e le grandi imprese. La fotografia cambia se guardiamo all’incidenza sul totale delle società registrate. In questo caso, infatti, si evince che l’incidenza di società Benefit è maggiore per le grandi imprese (16,83‰), seguono le medie (7,16‰), le piccole (2,33‰) e le microimprese (1,01‰).
Va inoltre osservato che cresce l’incidenza delle Società Benefit sulle nuove aziende che si registrano. Ad oggi, come mostra il grafico qui sopra, ogni mille nuove imprese che iniziano la loro attività, 1,26 scelgono di nascere come Benefit.
Dati che testimoniano ulteriormente la crescente attenzione da parte delle imprese italiane verso un modello di business che integra la creazione di valore economico con la tutela dell’ambiente, il benessere dei lavoratori e la coesione sociale. Il lavoro di ricerca degli esperti e l’esperienza delle imprese mostrano come gli elementi valoriali rendono le Società Benefit vere game changer nell’arena economica contemporanea: è quanto emerso durante la Quinta Giornata Nazionale delle Società
a cura di Angelo Bongio
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