Progetti

Terminato il Nuovo Centro Congressi di Roma. La Nuvola di Fuksas pronta a decollare

Il Nuovo Polo Congressuale della Capitale non sarà operativo prima della metà del 2017. Un’opera da oltre 400 milioni di euro (dai 200 iniziali…) segnata da possenti architetture di vetro e metallo in gran parte opera delle Officine Tosoni

Roma si dota di un moderno polo di livello internazionale in grado di ospitare congressi, eventi, mostre, spettacoli. E' il Nuovo Centro Congressi situato nel quartiere EUR e terminato a fine giugno. Tuttavia occorrerà qualche mese prima che l'opera decolli veramente. Le attività partiranno a pieno ritmo verso la metà del 2017, assicura Enrico Pazzali, amministratore delegato di Eur spa, presentando ieri sera il Centro ai giornalisti.

La storia

L’opera ha richiesto 8 anni di lavori (in realtà meno a causa di uno stop di 4 anni per fine fondi). In realtà la sua genesi risale addirittura al 1998 quando il Comune di Roma e l’Ente EUR lanciarono il concorso internazionale per la progettazione del nuovo Centro Congressi Italia che fu assegnato a Massimiliano Fuksas dichiarato vincitore da una giuria presieduta da Norman Foster. Poi, una vita tormentata di gare vinte, contratti disciolti e beghe legali fino all’assegnazione a Condotte spa nel 2008 con progetto esecutivo a cura dello Studio Fuksas. Certamente si tratta di una grande opera. Grande anche per i costi che sono lievitati dai 200 iniziali agli oltre 415 milioni finali.

L'idea

Il Nuovo Centro Congressi si estende su un’area di 55 mila metri quadrati tra viale Cristoforo Colombo, viale Europa, viale Shakespeare e viale Asia. E’ composta da tre corpi: la Teca, la Nuvola e la “lama” dell'Hotel.

L'idea progettuale, spiega lo Studio Fuksas, è sinteticamente riconducibile a tre immagini: la Teca, la Nuvola e la “lama” dell'Hotel.

La Teca, orientata longitudinalmente, è il contenitore con struttura in acciaio e doppia facciata in vetro che racchiude al suo interno la Nuvola.

La Nuvola è il fulcro del progetto. La sua costruzione nello spazio “scatolare” della Teca mette in risalto il confronto tra un’articolazione spaziale libera, senza regole, e una forma geometricamente definita. All’interno della Nuvola trovano posto: l’auditorium per 1850 posti, punti ristoro e i servizi di supporto all’auditorium. La Nuvola costituisce, senza dubbio, l’elemento architettonico caratteristico del progetto: la struttura in nervature d’acciaio, dallo straordinario effetto visivo, sarà rivestita da un telo trasparente di 15.000 metri quadrati.

L'albergo, la “lama”, di 439 stanze è pensato come struttura indipendente e autonoma. Al livello interrato del complesso è previsto un parcheggio per 600 posti auto.

Le strutture in vetro e metallo

L'opera è fortemente segnata da possenti architetture di vetro e metallo. dalla geometrica Teca alla morbida Nuvola, costruita con un intreccio di travi e profili in acciaio saldati e sagomati a geometria complessa, uno diverso dall'altro, sviluppati con tecnologia di progettazione modeling in 3D. Rivestita da un telo di fibra di vetro siliconata ospiterà l'auditorium che caratterizza l'intero Centro Congressi.

Gran parte delle strutture metalliche è stata realizzata dalla società Cordioli, facente parte della divisione costruzioni del Gruppo Industriale Tosoni che così riassume il proprio impegno: 15 500 tonnellate d’acciaio di cui 3000 per il Forum, 8000 per le colonne e la copertura della Teca e 4500 piatti pantografati per l’auditorium. Cui bisogna aggiungere 12 000 metri quadrati per le facciate esterne in alluminio e vetro e altrettanti per le facciate interne (di cui 3500 m2 di tipo EI60), 10 000 m2 di coperture vetrate, 5000 m2 di frontoni e 7000 m2 di controsoffitti.

Le facciate, che sono principalmente a cellule ed in parte anche a montanti e traversi, sono state realizzate con il sistema proprietario TW200 della Tosoni, sviluppato e certificato appositamente per il progetto. I vetri delle facciate normali (non resistenti al fuoco) sono di AGC Glass del tipo low iron (extra chiaro), in parte anche selettivi e basso emissivi, trasformati dalla Union Glass. Una parte minore delle facciate presenta cellule con vetri, sempre AGC low iron, a lamelle trasformati da Vetritalia.

Facciate resistenti all'incendio
 
Data la destinazione dell'opera particolare attenzione è stata dedicata alla progettazione antincendio. Un consistente impegno di ricerca e sviluppo, progettazione e test hanno richiesto le facciate resistenti all’incendio che compartimentano le scale di sicurezza all’interno della costruzione. Si tratta di facciate a cellule in alluminio equipaggiate con specifici accorgimenti interni in acciaio ed un sistema di guarnizioni e materiali termoespandenti. Le facciate sono state certificate  EI60(i→o) dal  laboratorio “IFTS International Fire Testing+Services AG” di Berna (Svizzera) a seguito di prove eseguite secondo la norma “EN 1363-2 : Fire resistance tests: Alternative and additional procedures”.
 
Vanto dei tecnici di Tosoni è l'esser riusciti a progettare e costruire quella che appare essere la prima facciata continua EI60 in alluminio al mondo.
 
La specifica EI60(i→o) significa che sul campione, dopo 60 minuti dall’inizio della prova, quindi alla temperatura del forno di quasi 1000°C, la temperatura superficiale sul lato protetto deve essere inferiore a 200°C e non ci deve essere passaggio di fumi caldi. I vetri resistenti al fuoco sono della Vetrotech Saint-Gobain trasformati dalla vetreria Eckelt austriaca, società sempre del gruppo Saint-Gobain.
(eb)
 
Foto: doc. Studio Fuksas