Il Governo blocca la cessione dei crediti e lo sconto in fattura. L'associazione Unicmi, preoccupata per il futuro delle aziende del settore edilizia, manda una lettera al Governo
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11 Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.
Il Decreto in sintesi dispone:
- Stop di tutte le cessioni di bonus fiscali. In sostanza, il Governo ha cancellato la norma quadro che regolava le cessioni dei crediti e lo sconto in fattura (l’articolo 121 del decreto Rilancio).
- Blocco di tutte le operazioni di acquisto di crediti da parte di Regioni e altri enti pubblici. La norma prevede un divieto secco per Comuni, Province e Regioni di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione.
- Il terzo intervento riprende la circolare n. 33/E di ottobre dell’agenzia delle Entrate, limitando la responsabilità del fornitore che ha applicato lo sconto in fattura e dei cessionari dei crediti. Viene escluso che questi soggetti abbiano avuto una condotta negligente quando abbiano acquisito una serie di documenti: titoli edilizi, notifica alla Asl, prove foto e video dell’esecuzione dei lavori, visure catastali, visti, asseverazioni. Questa esclusione riguarderà anche i correntisti che comprano dalle banche.
- Il Decreto è cogente da oggi 17 febbraio 2023.
Unicmi ha immediatamente inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Giorgia Meloni, al Ministro dell’Economia e Finanze On. Giancarlo Giorgetti e al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica On. Gilberto Pichetto Fratin in cui sottolinea le drammatiche conseguenze che porterà il DL approvato dal Governo il 16 gennaio evidenziando come l’Ufficio Studi Unicmi preveda che l’abolizione immediata delle opzioni di sconto in fattura e delle cessioni dei crediti produrrà, solo per il 2023, un calo fra il 30% e il 40% degli interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus) e di ristrutturazione edile (Bonus-casa) e conseguentemente dei fatturati delle imprese produttrici di serramenti e della tenuta occupazionale.
Unicmi comprende la necessità di contenere un debito pubblico incontrollato, ma sottolinea come l’Ecobonus e il Bonus Casa non abbiano mai sforato rispetto alle previsioni di spesa fatte dai vari Governi che si sono succeduti. Infatti, a parere di Unicmi, all’interno del perimetro di questi budget è assolutamente sostenibile per l’Erario anche il mantenimento delle opzioni di sconto in fattura e di cessione dei crediti.
Per Unicmi togliere la possibilità di offrire ai cittadini l’opzione di sconto in fattura significa vanificare gli ingenti investimenti attuati dal comparto italiano dei serramenti non solo sul fronte dell’assetto produttivo ma anche nel settore finanziario, tributario, commerciale e marketing dedicato alle pratiche per gli sconti in fattura.
Per queste ragioni Unicmi ha chiesto al Governo di mantenere la possibilità di attuare lo sconto in fattura per l’Ecobonus e per il Bonus Casa fino al 31 dicembre 2023 attraverso una modifica al Decreto in sede di conversione in Legge. Parallelamente Unicmi attuerà una fortissima azione di sensibilizzazione sui Presidenti e sui Membri delle Commissioni Finanze, Bilancio, Ambiente del primo ramo del Parlamento al quale sarà assegnato il DL per la conversione in Legge.
L’associazione aggiornerà i Soci su tutti gli sviluppi
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