CNA: ecobonus 110% ok, ma lo sconto in fattura no, no, però vediamo…

Via libera della Confederazione artigianale al Superbonus per l’edilizia. Lo sconto in fattura non va bene, ma potremmo accettarlo se si elevano del 10% le detrazioni che non rientrano nel superbonus al 110%, come quelle per serramenti e schermature solari

Lo sconto in fattura no, no però potrebbe anche essere accettato se il Parlamento elevasse “del 10% le detrazioni che non rientrano nel superbonus al 110% per consentire alle imprese di recuperare in parte i costi per la cessione del credito”.
E’ questo il passaggio più importante della nota odierna di CNA in merito all’ecobonus 110% che viene approvato in quanto “il potenziamento al 110% degli incentivi fiscali per i lavori di efficientamento energetico e per l’edilizia sostenibile può generare una scossa positiva all’economia”.

Del resto dopo aver portato il Governo (precedente) davanti all’Antitrust ed essere andata a Bruxelles per protestare contro lo sconto in fattura del 2019, CNA non poteva sdoganare tout court lo sconto in fattura 2020 che di fatto è molto diverso da quello precedente.

Certo, sarebbe bene che il Parlamento abrogasse lo sconto in fattura per gli ecobonus 50% e 65%. Purtroppo, e CNA lo sa bene, questo non si può fare. E allora occorre pagare pegno. L’extra 10% richiesto oltre alle detrazioni normali del 50% e del 65% per gli interventi di risparmio energetico non inclusi nell’ecobonus 110% appare, oltre alla perfettamente condivisibile giustificazione contabile, una doverosa richiesta per chiudere “in maniera tombale” un contenzioso che peraltro non vedeva l’accordo generale all’interno di CNA (ma anche di Confartigianato). Ben venga, quindi, questa presa di posizione di CNA con l’augurio che il 10% extra venga inserito nelle modifiche al DL Rilancio attualmente in discussione in Parlamento.

Qui di seguito la nota odierna di CNA.


Bene il potenziamento al 110% dell’Ecobonus ma restano le criticità sullo sconto in fattura
Il potenziamento al 110% degli incentivi fiscali per i lavori di efficientamento energetico e per l’edilizia sostenibile può generare una scossa positiva all’economia.

CNA valuta in modo positivo il rafforzamento dello strumento ed apprezza che nel DL Rilancio sia stata introdotta, finalmente, la possibilità di trasformare le detrazioni in crediti fiscali cedibili anche alle banche e intermediari finanziari. CNA auspica che il contributo venga esteso anche alle seconde case e agli immobili strumentali.

Tuttavia la Confederazione ribadisce il rammarico per la conferma dello sconto in fattura che trasferisce, in modo assolutamente ingiustificato, alle imprese l’onere di anticipare il contributo statale riconosciuto al committente. Si tratta di una discriminazione e penalizzazione nei confronti delle imprese più piccole come riconosciuto in più circostanze dalla stessa Autorità garante del mercato e della concorrenza. La possibilità di cessione del credito a intermediari finanziari compensa solo in parte l’evidente svantaggio competitivo e limitatamente alle detrazioni al 110%.

È necessario che il Parlamento abroghi lo sconto in fattura almeno per gli interventi con incentivi fiscali nel limite del 50% e del 65%, che rappresentano circa i due terzi del mercato della ristrutturazione edilizia, o in alternativa elevi del 10% le detrazioni che non rientrano nel superbonus al 110% per consentire alle imprese di recuperare in parte i costi per la cessione del credito.
L’efficacia delle nuove misure rimane però subordinata alla semplicità e alla velocità del processo necessario a certificare la legittimità dei crediti di imposta e a gestirne la cessione. In questo sarà utile la disponibilità e un approccio collaborativo da parte del sistema bancario per sviluppare al massimo il potenziale dell’Ecobonus e del Sismabonus come volano per la ripresa dell’economia.

a cura di Ennio Braicovich