Progetti

Centro direzionale Lavazza, Torino. Verso il completamento entro fine anno

Il progetto di CZA-Cino Zucchi Architetti vede il completamento dell’involucro con 8 mila mq di facciate a cura di AZA e Frea&Frea con sistemi Fresia Alluminio e Schüco. Intervista al direttore lavori ing. Neirotti

Verrà completato entro fine anno, probabilmente, il nuovo Centro direzionale Lavazza progettato da CZA-Cino Zucchi Architetti con Ai Engineering, Manens-TiFS e Atelier G’art. Il progetto comprende anche la riforma della ex centrale Enel vicino a largo Brescia all’insegna della sostenibilità ambientale. Tema al quale la Lavazza pone da tempo grande attenzione lungo tutto il processo produttivo e commerciale e che diventa il fulcro del progetto.

 Il grande isolato esistente tra via Bologna, largo Brescia, corso Palermo e via Ancona, spiega CZA, è riformato e aperto verso la città, mantenendone le architetture industriali di valore documentario. Cuore del progetto è una nuova grande piazza alberata al centro dell’isolato sull’asse di via Parma, che fa dialogare il grande edificio della ex centrale ENEL con la nuova sede Lavazza. L’edificio per uffici, che comunica con la città attraverso un vasto atrio vetrato aperto su via Bologna e sulla nuova piazza verde, prende la forma di una grande “nuvola” che raccorda tra loro i vari fronti e gli edifici industriali conservati e convertiti a nuove funzioni. Il piano terra contiene funzioni in forte rapporto con il pubblico, affacciate su alcuni “giardini tematici” che creano un nuovo filtro verde tra edificio e città.

Lo schema a stella dei percorsi orizzontali rende l’edificio un luogo permeabile, con spazi di lavoro flessibili affacciati verso la città e le lunghe viste sulla Mole e le colline.

Del Centro direzionale Lavazza riferisce Fresia Alluminio sul proprio sito con un’intervista a tutto campo all'Ing. Vittorio Neirotti – AT3, direttore dei lavori, che qui sotto riprendiamo. Si ringrazia Fresia Alluminio.

Immagini:

Rendering a cura di Cino Zucchi Architetti

Foto a cura di Fresia Alluminio


“NUVOLA” Lavazza: a che punto siamo?

Intervista all'Ing. Vittorio Neirotti – AT3, direttore dei lavori

 

D. Ing. Neirotti, secondo lei che ne è il Direttore dei Lavori, la “nuvola” è un progetto davvero incentrato sui principi della eco-sostenibilità?

R. Nel suo insieme sì, sicuramente. Sono stati rispettati tutti i concetti di sostenibilità energetica, privilegiando l’uso di fonti alternative di energia. Tutta l’impiantistica, la climatizzazione ecc. è stata concepita sfruttando l’acqua di falda, utilizzandone il gradiente (cioè il rapporto tra la temperatura attesa di 20° all’interno degli edifici e quella media dell’acqua di falda che a Torino è di 14°), tra temperatura estiva ed invernale.

Le facciate presentano gradi di coibentazione tecnica molto elevati. L’involucro è di grande qualità sia dal punto di vista termico che acustico. E potrei continuare…

D. La “nuvola” aspira ad ottenere la certificazione Leed (Gold o Platinum): può dirci se durante la fase di esecuzione, la filiera sia stata davvero rispettata? Senza eccezioni, intendo. E, se sì, è stato difficile?

R. Beh, certo, è molto impegnativo perseguire la certificazione Leed. Non si tratta di una questione formale ma sostanziale perché le verifiche vengono fatte sul serio. Abbiamo lavorato collettivamente con molto entusiasmo, riuscendo a creare dei gruppi di lavoro fantastici, così bravi che può anche darsi che si avranno risultati sorprendenti.

D. Maggior pregio e maggior difetto?

R. La qualità estetica è molto elevata, soprattutto per gli aspetti più evidenti come le facciate e gli spazi interni. E’ questo il maggior pregio, a mio avviso. Il maggior difetto è invece che un livello così elevato comporta delle scelte di tipo costruttivo piuttosto onerose, una qualità esecutiva che richiede maestranze molto qualificate e quindi più costose.

D. 30.000 mq. di area industriale recuperati. Qual è stato l’impatto sul quartiere Aurora?

R. La relazione cantiere/territorio è stata una bella avventura urbana. Lo si vede già oggi: tutto il quartiere Aurora ed il circondario stanno già cambiando. L’aver sostituito alla sede Enel non solo il centro direzionale Lavazza ma anche tante altre nuove attività come lo IAAD, i punti di ristorazione ecc. hanno dato nuova linfa al quartiere. Da quartiere operaio quale era, diventerà presto un’effervescente appendice del centro storico cittadino.

Certi committenti come Lavazza sanno dare un bel segnale con le costruzioni che fanno realizzare. Pensi che inizialmente dovevano esserci 22.500 mq di nuova costruzione e 8.500 mq di costruzioni da ristrutturare. Oggi i numeri sono cambiati: abbiamo 15.000 mq di nuova costruzione (anziché 22.500) , il resto è diventato giardino, parco, piazza Lavazza che inizialmente doveva essere di 3.000 mq mentre oggi è di 7.000. E’ un regalo verde al quartiere, un’area fruibile durante il giorno, uno spazio pubblico di una certa qualità che la committenza ha fortemente voluto. Lavazza voleva realizzare una costruzione che lasciasse un segno importante perché è proprio in quel quartiere che è iniziata la sua attività, quindi ci teneva ad esprimere riconoscenza con un segno tangibile e soprattutto fruibile dagli abitanti del quartiere.

D. Ci sono stati imprevisti?

R. Tengo a dire che il committente (Lavazza) è stato davvero perseverante perché gli imprevisti da superare sono stati parecchi: ha dovuto bonificare 20.000 metri cubi di rifiuti per ottenere i permessi necessari, ha dovuto smaltire grandi quantità di acqua ma, soprattutto, l’imprevisto più oneroso è stato il ritrovamento del sito archeologico.

D. Si riferisce alla Basilica?

R. Sì, si tratta di un’area di circa 1.600 mq nella quale sono state rinvenute le fondamenta della Basilica paleocristiana di S. Secondo risalente al 3°/4° secolo d.C. Un’esperienza emozionante: abbiamo subito provveduto a proteggerla con una copertura verde al di sotto della quale gli archeologi possano lavorare al suo restauro. Grazie alla sensibilità del committente che se ne è accollato tutti gli oneri, sarà presto visitabile.

D. Quale aspetto ha seguito maggiormente il suo studio?

R. Direi che abbiamo seguito tutto: impianti, strutture, rapporti con Leed, lavori architettonici. Tutto.

D. Contributo di Fresia Alluminio?

R. Fresia Alluminio ha partecipato alla fornitura parziale, insieme con Schüco, di tutta la facciata a cellule

orizzontali: una particolarità, perché di solito sono verticali. Si tratta di una composizione a montanti sfalsati con piani di livello alternati di vetri serigrafati.

D. Valore della fornitura?

R. La loro dimensione è di circa 8.000 mq, il che significa – in termini di costo – che, sul valore del tutto, la facciata rappresenta il 30%. I sistemi sono stati forniti da Fresia Alluminio e Schüco mentre la costruzione e la posa in opera sono state realizzate da AZA, una ATI costituita da Zambonini insieme con Frea & Frea.

D. Cosa si augura?

R. La piena soddisfazione della committenza. Il nostro studio mette al primo posto il rispetto dei tempi da parte degli esecutori ed il rispetto del budget di partenza. E’ stato entusiasmante cogliere la sfida e vincere la scommessa di meritare la fiducia che la famiglia Lavazza ha dimostrato nei nostri confronti affidandoci la direzione dei lavori. La loro richiesta era appunto quella di fare in modo che tutto filasse liscio e ce l’abbiamo fatta.

D. Etica od estetica?

R. Etica, senza dubbio. L’aspetto fondamentale del nostro lavoro è l’assunzione di un atteggiamento “morale” nei confronti di tutti (committenza, costruttori, operatori a vario titolo ecc.). A volte riscontro, purtroppo sempre più frequentemente, superficialità che non condivido. Io trovo scorretto al limite dell’amorale portare avanti lavori che durano anni ed anni, superando ogni piano di programmazione, facendo levitare a dismisura i prezzi, non rispettando le linee guida di partenza. Io voglio lavorare rispettando qualità, costi e tempi: è la mia regola.

D. Data prevista per l’inaugurazione?

R. Incrociando le dita ….Natale 2016.