Economia

Edilizia negli USA. Nuove costruzioni ok ma non troppo

L’andamento delle nuove costruzioni negli Stati Uniti nel 2016 è buono ma ancora debole

Nella sua newsletter mensile l’analista del mercato USA Donato Grosser tornare a occuparsi di edilizia e costruzioni. Così il consulente ci informa che a maggio 2016 si sono registrati permessi di costruzione a un tasso annuale stagionalizzato di 1.138 migliaia di unità mentre le nuove costruzioni messe in opera sono state di 1.164 migliaia di unità. Nello stesso mese sono state completate 988.000 unità abitative. A noi sembrano cifre impressionanti. Tuttavia siamo ancora lontani dalle cifre top del recente passato. Al punto che il giornalista Justin Lahart del Wall street Journal si pone la domanda se non siano troppi gli appartamenti negli Stati Uniti.

Sono passati dieci anni dall’inizio della crisi nel settore della casa negli Stati Uniti, e il settore della casa è ancora relativamente debole. In maggio, come si diceva poco sopra, le nuove costruzioni messe in opera hanno fatto registrare 1.164.000 unità residenziali. È ben meglio delle 554.000 unità del 2009 ma ancora lontano dal livello considerato normale di 1,5 milioni di unità. Questa debolezza dipende dal fatto che negli ultimi anni sono state costruite meno abitazioni famigliari (da 1 a 4 unità abitative) a favore dei palazzi di appartamenti (con oltre 5 unità), tornati a livelli superiori di quelli prima della recessione. Il problema è che il boom degli appartamenti potrebbe essere terminato perché anche con i tassi d’interesse bassi, molti potenziali acquirenti di case non hanno i requisiti creditizi per ottenere mutui e affittano invece di acquistare. Inoltre buona parte dei palazzi per appartamenti è stata costruita in zone di lusso, e questo mercato appare ora saturo.

A proposito dei tassi di interesse sui mutui è da segnalare un altro articolo sempre sul Wall Street Journal del 3 giugno. In esso si paragona il mercato della casa canadese con quello degli Stati Uniti. È interessante notare che un cittadino canadese detiene in media il 74% del valore della propria casa mentre un cittadino statunitense in media ne possiede solamente il 50%. La percentuale restante è finanziata da mutui. Il motivo principale di questa differenza è che negli Stati Uniti è permesso dedurre dalle tasse gli interessi pagati sui mutui immobiliari, cosa non permessa in Canada. Questo incoraggia i proprietari di case statunitensi a finanziare gli acquisti delle case con mutui in percentuale più alta che con capitali propri e anche a usare la casa come un bancomat per ottenere prestiti addizionali. Il tallone di Achille di questo sistema è che quando i prezzi delle case scendono come è successo dal 2007 al 2013 coloro che hanno investito pochi capitali propri abbandonano la casa alle banche che hanno concesso il mutuo e contribuiscono ad aumentare la valanga delle case in svendita. Il sistema canadese promuove una maggiore stabilità e anche per questo quando il settore della casa è entrato in grande crisi negli Stati Uniti, non è successa la stessa cosa in Canada.

Infine, una buona notizia per chi vuole esportare negli Usa. Nel mese di maggio 2016 gli Stati Uniti hanno importato 3.641 container da venti piedi di piastrelle di ceramica, mentre dalla Cina ne sono arrivati solo 3.196. Si tratta della prima volta in otto anni che l’import dall’Italia ha superato quello dalla Cina. A questo ha contribuito il calo del valore dell’Euro che ha reso le merci italiane a più buon mercato in America e anche il fatto che i prodotti ceramici italiani sono all’avanguardia nella tecnologia e nel design.

Lo studio D. Grosser and Associates, Ltd, fondato nel 1984, fornisce consulenza alle aziende che operano negli Stati Uniti, conduce ricerche di importatori e studi di fattibilità, organizza seminari sul mercato U.S.A., prepara programmi pubblicitari e promozionali per aziende, consorzi e associazioni di categoria, e pubblica newsletter settoriali per i clienti. Per informazioni: Donato Grosser, [email protected]