Serramenti. Incentivi fiscali addio: che succederebbe?

I possibili effetti della eliminazione degli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica secondo il 2.o Rapporto Congiunturale e previsionale sui Serramenti in Italia di Cresme

Addio agli incentivi fiscali. Questo è un ricorrente timore all’interno del mercato dell’edilizia e in particolare nel settore dei serramenti. Timore più che giustificato visti i diversi tentativi di eliminare gli incentivi per la sostituzione dei serramenti: il ministro del MEF Tremonti, tanto per fare un nome, quasi 10 anni fa ce la mise tutta ma dovete desistere per la forte pressione esercitata dal settore, la paventata rimodulazione’ delle aliquote degli incentivi fiscali, la riduzione delle agevolazioni dal 65% al 50% operata quest’anno, la paventata introduzione dei massimali di spesi al mq nel decreto ammazzadetrazioni che favorirà i produttori di infissi a bassissimo costo, per lo più esteri.

Il caso della possibile eliminazione delle detrazioni fiscali per la sostituzione degli infissi è affrontato nel 2.o Rapporto Congiunturale e previsionale sui Serramenti in Italia di Cresme presentato qualche giorno fa presso la sede nazionale della CNA (vedi news).

L’analisi di Cresme parte dai dati di Enea che afferma che il numero di interventi sulle finestre realizzati nel 2016 è di oltre 195 mila per 2,31 milioni di mq con una media di 11,8 mq per intervento e quelli effettuati nel 2017 sono stati quasi 229 mila per 2,88 milioni di mq con una media di 12,6 mq per intervento.

Per stimare il numero di finestre sostituite nel mercato incentivato Cresme utilizza i parametri relativi all’intero mercato della sostituzione: 6,9 finestre sostituite in media in ogni intervento e 1,75 mq di superficie media per ogni finestra sostituita. Si ottiene che nel 2016 sono state sostituite tra 1,319 milioni e 1,348 milioni di finestre mentre nel 2017 risultano sostituite tra 1,579 milioni e 1,648 milioni di finestre.

Incentivi fiscali a raffronto: 2016 e 2017

Considerando i valori centrali dei due intervalli, il mercato veicolato da incentivi è pari a 1,334 milioni di pezzi nel 2016 per una incidenza del 29,5% rispetto al totale del mercato della sostituzione residenziale dello stesso anno (4,526 milioni di pezzi); per il 2017 il valore centrale è pari a 1,613 milioni di pezzi per una incidenza del 35,0% sul totale del rinnovo residenziale 2017 (circa 4,608 milioni di unità vendute).

Non incidentalmente Cresme nota che nell’anno appena passato l’effetto annuncio della riduzione delle aliquote dal 65% a 50% ha causato un aumento degli investimenti in sostituzione degli infissi (1,736 miliardi di euro , +19,9%), sintomo di ‘una corsa’ alla sostituzione. E ha pure fatto aumentare del +25% le superfici oggetto di intervento dichiarate nelle comunicazioni di interventi ad ENEA.

Ma quali allora gli effetti dell’aliquota depotenziata’ del 50% di cui gode la sostituzione degli infissi quest’anno? Secondo gli analisti dell’Istituto si sta assistendo attualmente a un doppio fenomeno: ridimensionamento del mercato incentivato e spostamento di una quota di interventi sul bonus casa, cioè sull’incentivo per la ristrutturazione edilizia.

Riprendiamo dal Rapporto quanto afferma Enea al proposito: “difficile da valutare è l’impatto sul 2018 della riduzione dell’aliquota di detrazione dal 65% al 50%. Nella stima del mercato italiano si rileva che la componente della sostituzione residenziale dovrebbe registrare, nel 2018, un incremento dello 0,3%. Se si considera che il potenziale di incremento per il 2018, in assenza di modifiche alla normativa (aliquota costante al 65%) è pari al +1,4%, si deduce che la sostituzione residenziale chiuderà il 2018 con il -1,1% rispetto al potenziale”.

E se invece si assistesse a un’eliminazione totale degli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica e per la ristrutturazione edilizia? Secondo il Cresme l’effetto sul mercato “può essere quantificato in circa il –10% in numero di pezzi venduti”. Il che ci sembra un po’ pochino. Temiamo il peggio. Anche qui occorre tener conto dell’effetto annuncio perché ”si otterrebbe un iniziale forte incremento del mercato della sostituzione in corrispondenza dell’ultima annualità con incentivi operativi, per poi tornare ai livelli di mercato del 2013 – 2015”. Un qualcosa che nessuna persona di buon senso si augura.
(eb)

Foto: Doc. Internorm