Economia

Acciaio inox: il mercato italiano oggi

Produzione, consumo e distribuzione: la situazione del mercato italiano inquadrata nelle luci e ombre dell'ambito internazionale presentata in un incontro organizzato a Milano da Assofermet e Centro Inox

Tutte le sfumature dell'acciaio inox sono state oggetto di un incontro organizzato a Milano il 3 marzo da Centro Inox e Assofermet, fotografando la situazione del mercato italiano sullo sfondo dell'andamento internazionale.

Il quadro a livello globale è stato tracciato da Wolfgang Lipp del gruppo austriaco Smr, che ha mostrato come l'acciaio inox sia cresciuto a un tasso medio annuo del 5% dal 1950 fino al 2015, quando ha raggiunto un volume di mercato di 45 milioni di tonnellate. Andamento opposto invece per il suo prezzo, che è calato progressivamente. La classifica dei maggiori produttori mondiali, della quale solo 10 anni fa gli europei erano i leader incontrastati, attualmente è comandata dai grandi gruppi asiatici, con Outokumpu in quarta posizione. Acciai Terni è la prima realtà italiana che compare in questo elenco quasi interamente monopolizzato da aziende cinesi o indiane. Per quanto riguarda il fatturato però Outokumpu occupa il primo posto, dato che realizza prodotti di alta qualità.

Nota dolente i prezzi asiatici, sempre stati più bassi rispetto a quelli del resto del globo, soprattutto negli ultimi tre anni. Dal gennaio 2015 inoltre i prezzi cinesi si sono abbassati sensibilmente anche rispetto a quelli degli altri orientali. Il motivo dell'andamento del prezzo cinese è dovuto a un mix di fattori, fra cui disponibilità di materia prima, sovrastoccaggio, calo della domanda interna, pressione sui prezzi. Nel prossimo futuro della Cina, che oggi rappresenta il 50% sia della produzione che del consumo mondiale, potrebbe però esserci il passaggio a un'economia di mercato riconosciuta a livello internazionale, con conseguente abolizione dei dazi.

In calo attualmente anche gli Stati Uniti, soprattutto a causa dell'annullamento di progetti del settore oil&gas.

Il quadro non è certo roseo, ma Lipp dice che c'è motivo di avere fiducia nel futuro.

In Europa il mercato è caratterizzato da una forte competizione fra le varie aziende.

Nei prodotti lunghi oggi il mercato europeo importa il 28% del suo fabbisogno, e la domanda è costante dal 2000. La percentuale di import invece è cresciuta, e circa il 60-70% dei prodotti lunghi viene dall'India, seguita da Cina Sud Corea e Taiwan. Stesso discorso per i prodotti piani.

In Italia le importazioni di prodotti lunghi provengono per il 50% da Francia e Spagna. Sono in leggera crescita quelle dall'India, però non in maniera significativa.

I segmenti di mercato europei vedono building &construction in terza posizione col 16%, dietro ai consumer goods con il 40% e al settore chemical, petrolchemical&energy con il 20%.

L'edilizia registra una crescita per quanto riguarda facciate, trattamento acque, sistemi in vetro e acciaio, finestre a isolamento termico, piscine in acciaio. In calo invece gli ascensori in acciaio.

La domanda reale di acciaio inox in Italia nel 2016 è prevista in calo del 3%, dopo aver fatto registrare un più 9% nel 2014 sul 2013 e un più 2% nel 2015 sul 2014, rischiando così la “maglia nera” d'Europa nel 2016.

Riccardo Foligno di Assofermet e Paolo Viganò di Centro Inox hanno presentato i risultati di una recentissima indagine relativa alla catena distributiva dell'acciaio inossidabile nel nostro Paese, confrontandoli con quelli ottenuti da uno studio analogo condotto nel 2003-2004: un'operazione piuttosto complessa, hanno detto, dato che la nostra distribuzione è molto frammentata.

Hanno raccolto i dati di 174 aziende: 146 localizzate al Nord, 15 al Centro e 13 al Sud. Le tre tipologie in cui si possono suddividere gli intervistati sono: centri di servizio integrati centri di servizio indipendenti e commercianti (questi ultimi costituivano il 79% degli interpellati). Solo i centri di servizi indipendenti e i commercianti trattano i prodotti lunghi, mentre l'80% dei commercianti tratta sia piano che lungo.

Facendo il paragone con la ricerca effettuata 10 anni prima, si è riscontrata una diminuzione del 31% del numero totale di aziende. Poco più del 10% di queste movimenta quantitativi annui pari o superiori alle 20mila t.

Tre sono i tipi di operatori rimasti attivi sul mercato: centri di servizio integrati, centri di servizio indipendenti e commercianti. La ripartizione fra materiale piano è lungo è rimasta invariata rispetto al passato. Gli acciai inox più diffusi rimangono gli austenitici e i ferritici, ma diverse aziende iniziano a orientarsi verso le cosiddette superleghe. La mancanza di marginalità è oggi il problema principale della distribuzione in Italia: l'antidumping non ha avuto esiti positivi sui prezzi. Sul mercato italiano, a parte poche eccezioni, la tendenza è quella di ridurre gli stock.

La ripartizione dei consumi in Italia per settori di mercato, illustrata da Fausto Capelli di Centro Inox nel 2015 ha visto al primo posto fra le richieste degli utilizzatori finali il tema della corrosione col 31%, con prospettive di ulteriore crescita. Le finiture superficiali sono invece ferme al 4%, e per queste non è previsto un aumento. C'è molto interesse per la nuova generazione degli acciai martensitici, soprattutto nei prodotti lunghi. I duplex invece non sono decollati nel campo dell'edilizia e delle costruzioni. Capelli ha confermato che in Italia sta maturando l'interesse per le superleghe. I settori dell'edilizia e degli elettrodomestici sono quelli che hanno sofferto di più negli ultimi cinque anni, a causa della crisi generale, delle importazioni e delle delocalizzazioni. Nell'edilizia comunque ci sono alcune prospettive favorevoli.

Le previsioni dicono che i settori attualmente in crescita, che sono di nicchia, avranno un aumento costante per i prossimi anni mediamente intorno al 6%. Questo riguarderà soprattutto l'industria farmaceutica e il trattamento acque. Il settore automotive avrà invece un aumento più contenuto. In generale per il prossimo biennio si prevede un andamento stabile del consumo apparente globale di acciaio inox. Saranno favorite le aziende italiane trasformatrici in grado di fornire chiavi in mano prodotti finiti o semilavorati ad alto livello di specializzazione e quelle che finora hanno basato il loro trend positivo sull'export verso Europa ed extra Europa (dal 35 al 75% della loro produzione annuale).

Nell'immagine di apertura da sinistra: Paolo Viganò, Riccardo Foligno, Fausto Capelli e Wolfgang Lipp (a ds) col traduttore. (LC)