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Allarme sicurezza: un furto in casa ogni 2 minuti. Più che il doppio di 10 anni fa

Lo conferma e lo denuncia il Censis. Asti, Pavia e Torino sono le province più colpite. Forte crescita Milano, Roma, Firenze, Roma e Bologna

Il dato (il numero dei furti in casa all’anno) lo si conosceva già. Ma oggi il rapporto del Censis, il Centro Studi Investimenti Sociali, storico istituto di ricerca socio-economica, lo inquadra in dettaglio, lo analizza in profondità e lo denuncia. In estrema sintesi in Italia viene compiuto un furto nelle abitazioni ogni due minuti per un totale di 251 442 all’anno (dato 2013). Dieci anni fa erano 110 887 i furti denunciati. L’aumento è drammatico: +126,7%. Molto forte rispetto alla crescita dei reati in generali (+19,6%), dei furti nel complessi (+6%) nello stesso periodo 2004-2013 e in controtendenza rispetto ai furti per auto (-32,2%).
Notoriamente i furti nelle abitazioni vengono effettuati di solito mediante l’effrazione di porte di ingresso e delle finestre.

La zona d’Italia più colpita è il Nord-Ovest, dove nell’ultimo anno i furti in abitazione sono stati 92 100, aumentati del 151% nel decennio. Oltre il 20% dei furti denunciati è avvenuto in tre province: Milano (19 214 reati), Torino (16 207) e Roma (15 779).
Considerando il numero di reati rispetto alla popolazione residente, in cima alla graduatoria delle province italiane più bersagliate si trovano Asti (9,2 furti in abitazione ogni mille abitanti), Pavia (7,1 ogni mille), Torino (7,1 ogni mille) e Ravenna (7,0 ogni mille). E le province in cui i furti in casa sono aumentati di più nell’ultimo decennio sono Forlì-Cesena (al primo posto, +312,9%), Mantova (+251,3%), Udine (+250,0%), Terni (+243,7%) e Bergamo (+234,3%). Tra le grandi città, gli aumenti maggiori si registrano a Milano (+229,2% nel periodo 2004-2013), Firenze (+177,3%), Torino (+172,6%), Padova (+143,3%), Palermo (+128,4%), Venezia (+120,9%), Roma (+120,6%), Bologna (+104,5%) e Verona (+103,4%).

Secondo il Censis la recrudescenza dei furti in casa sarebbe da imputare al fatto che banche, uffici postali, negozi sono maggiormente dotati di sistemi di sicurezza, come le telecamere, in grado di scoraggiare chi vuole commettere il reato o di individuarne il responsabile.
Parallelamente all’aumento dei furti, infatti, a disturbare i sonni tranquilli degli italiani è la crescita di un altro reato ancora più allarmante: le rapine in abitazione, con violenza o minaccia ai proprietari. Nel 2013 sono state 3.619, con una crescita vertiginosa nel decennio (+195,4%) e un incremento del 3,7% solo nell’ultimo anno.

A differenza dei furti in abitazione, le rapine sono commesse principalmente al Sud (1.380 nel 2013, pari al 38,1% del totale). Nella graduatoria provinciale in base all’incidenza di questo reato rispetto alla popolazione residente, al primo posto si trova Trapani (14,4 rapine in abitazione ogni 100.000 abitanti), seguito da Asti (14,1 ogni 100.000) e Palermo (13,8 ogni 100.000).

Anche se il livello di furti è drammatico, a livello europeo c’è chi sta peggio di noi. Siamo al sesto posto nella classifica di furti e rapine in abitazione ma sopra la media UE che è di 2,9 furti e rapine per mille abitanti. E chi sta peggio? La sorpresa è notevole. Grecia a parte (7,9 reati ogni mille abitanti, in cima alla classifica), dove la crisi sociale del paese deve aver inciso moltissimo, i paesi più insicuri sono Danimarca (7,8), Belgio (7,2), Paesi Bassi (6,7) e Irlanda (6,1). Ultimi in classifica (cioè i paesi più sicuri) sono Romania (0,8) e Slovacchia (0,3).
 
Foto: Doc. Roto