Attualità

Articolo 10. Come lo vivono le piccole imprese edili?

Lo illustra Paolo Braganza, presidente della categoria imprese edili di Confartigianato Mantova in una lettera a La Voce di Mantova

L’ articolo 10 del Decreto Crescita con la sconto in fattura e la cessione del credito di imposta continua a far furore. In attesa della riunione del Tavolo tecnico al Ministro dello Sviluppo economico (vedi news) è sempre interessante conoscere l’opinione in merito degli altri attori della ricca filiera del mondo delle costruzioni, oltre che diffondere il sentimento prevalente tra i serramentisti, i rivenditori di porte e finestre e i produttori di schermature solari, come facciamo da mesi.

A testimonianza dell’opinione prevalente nel mondo delle piccole imprese edili possiamo citare quanto apparso ieri sul giornale La Voce di Mantova che ospita la lettera di Paolo Braganza, presidente della categoria imprese edili di Confartigianato di quella provincia.

Dopo aver citato il recente incontro tra Confartigianato e il ministro Patuanelli (vedi news) per una modifica dell’ articolo 10 Braganza affermando:

“Con tale norma è stata prodotta un’alterazione della concorrenza a danno dei piccoli imprenditori dei settori costruzioni e installazione impianti, che non hanno risorse per detrarre in fattura e così anticipare i benefici fiscali previsti dallo Stato per i clienti che eseguono opere di efficientamento energetico.

In risposta, il ministro si è detto favorevole a cercare una soluzione visto che c’è l’esigenza evidente di cambiare il Decreto in quanto, nonostante le intenzioni positive, ha certamente prodotto un risultato negativo su una parte di attività produttiva prevalente nel nostro Paese.

Non possiamo che valutare positivamente l’impegno assunto dal ministro perché con la legge in vigore, tra aziende edili, serramentisti e di installazione sono migliaia quelle colpite anche nella nostra provincia. Con l’attuale formulazione dell’articolo 10, le imprese si accollano lo sconto fiscale diventando creditrici dello Stato con la possibilità di recuperare il mancato introito nello spazio di cinque anni come credito d’imposta. Un meccanismo che rischia di schiacciare le piccole imprese sotto costi impossibili da sostenere. Diversamente, devono a loro volta sottoporsi ad organismi di anticipazione del credito con una lievitazione delle fatture mediamente del 30%. Insomma, la norma complica la vita agli artigiani e alle piccole imprese che dovranno così rinunciare a una quota importante di lavori con tutti i rischi di chiusura che questo comporta”.

Insomma, la buona idea alla base dell’ articolo 10 è stata vanificata da conseguenze non previste dal legislatore che rischiano di produrre un deserto sociale. Sulla lievitazione dei costi in fattura per i consumatori e in fin dei conti per lo Stato che avviene, non sempre, attenzione, quando si ha cessione del credito, essa mediamente consiste in un rincaro dei prezzi dell’ordine del 25-30 per cento dei casi e a volte anche di più. Il che si traduce immediatamente in un aumento del debito pubblico dello Stato, altro aspetto evidentemente non calcolato da parte di chi ha ideato il provvedimento.