Attualità

Articolo 10. I serramentisti CNA: sarà Antitrust e tribunale

L’invito rivolto agli imprenditori associati. “Abbiamo vinto contro Amazon, vinceremo contro l’articolo 10”

Ultime ore in attesa della conversione in legge del DL Crescita che contiene il famigerato articolo 10 da parte del Senato (qui le ultime novità sul provvedimento). Il tutto deve avvenire entro il 29 giugno pena la decadenza del decreto legge e la conseguente caduta del Governo). Oramai, dando per scontata l’approvazione del DL Crescita (vedi news), e quindi dell’articolo 10, tutti si preparano al dopo.

Qui di seguito pubblichiamo l’accorata lettera del serramentista Mauro Sellari, referente nazionale CNA per la categoria e presidente di CNA Produzione in Toscana che annuncia il ricorso contro l’articolo 10 del DL Crescita sia nei confronti dell’Antitrust, sia tramite un ricorso al Tribunale Civile di Roma. Il ricorso sarà firmato dagli imprenditori mentre CNA assicurerà la copertura delle spese.

“Abbiamo vinto contro il colosso Amazon, vinceremo anche contro l’articolo 10” dicono alla CNA richiamando un episodio di solo qualche mese fa. Era successo che che alcuni impiantisti della Confederazione si erano accorti che Amazon aveva messo in vendita dei gas refrigeranti senza senza il possesso dei requisiti di legge, in particolare, la certificazione F-gas. Diciasette imprenditori di tutta Italia e supportati da CNA, avevano fatto ricorso urgente al tribunale contro la multinazionale dell’e-commerce. La vicenda si era chiusa nel giro di un mese con un accordo extragiudiziale tra CNA e Amazon che aveva rinunciato alla vendita degli F-gas.

(eb)



Carissimi Colleghi e Funzionari,

come ormai noto, l’articolo 10 del DL Crescita del 30 aprile, n.34 (modifiche alla disciplina degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e rischio sismico) che prevede la possibilità, per il soggetto che ha diritto alle detrazioni, di poter optare, al posto del loro utilizzo diretto, per un contributo anticipato di pari importo come sconto su quanto dovuto all’impresa che effettua l’intervento di riqualificazione energetica o di adozione di misure antisismiche, che viene rimborsato a quest’ultima come credito di imposta da usare in compensazione in cinque quote annuali, e stato approvato alla Camera lo scorso 21/04 su un provvedimento dove è stata posta la fiducia e che ha modificato l’art. 10 in comma 10.

In pratica si scarica direttamente sull’impresa, quasi sempre di piccole dimensioni, che dovrebbe svolgere l’intervento gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento stesso. La previsione poi che questa misura sia opzionale è decisamente opinabile in quanto è irreale prevedere che un contribuente opti per l’utilizzo delle detrazioni fiscali, il cui importo può scontare in dieci anni, potendo usufruire immediatamente della stessa somma.

Fermo restando il momento di forte difficoltà finanziaria anche in termini di liquidità delle nostre imprese, ci si chiede quante di queste possono avere la capacità economica di poter sopportare questo provvedimento.
Un provvedimento che sicuramente agevolerà la grande distribuzione e le grandi catene (che possono vantare rilevanti crediti di imposta da compensare), che già da tempo si sta affacciando nel mercato della ristrutturazione e riqualificazione energetica e che ha le capacità economiche ed organizzative per cogliere quanto nel D.L.

Si tratta, di fatto, di una concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese che viene accentuata da questa falsa opzione concessa al cittadino, che in realtà è un invito puro e semplice ad utilizzare, per gli interventi di riqualificazione energetica, i servizi proposti dalle grandi catene distributive e dalle multiutilities, con la conseguenza di determinare una fortissima concentrazione del mercato della riqualificazione energetica in capo a pochissimi grandi operatori.

Ma c’è un ulteriore pericolo insito nel comma 10 da non sottovalutare nel modo più assoluto: quello di una stallo del mercato della riqualificazione energetica, che in questi difficili anni ha – in controtendenza con la crisi economica – continuato a generare ricchezza e a creare occupazione.

La norma prevede, infatti, che l’Agenzia delle Entrate emani un provvedimento, per definire le modalità operative per accedere alla “opzione” sconto, in luogo delle detrazioni. L’Agenzia ha 30 giorni di tempo, a partire dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Decreto crescita.

Dato che il Decreto Crescita va convertito in legge entro il 29 giugno, l’Agenzia dovrebbe (il condizionale è d’obbligo visti i precedenti) emanare il provvedimento con le disposizioni attuative entro il 29 luglio. Anche qualora i tempi dovessero essere rispettati, è facile immaginare che il cittadino che ha in programma di effettuare lavori coperti da Ecobonus o Sismabonus non li faccia partire in attesa di sapere come potrà intascare tutto e subito l’importo relativo alla detrazione.

Siamo al paradosso: un decreto volto a favorire la crescita economica del Paese rischia di bloccare per almeno 3 mesi, ma è facile immaginare tempi più lunghi, uno dei pochi mercati in crescita.

Come CNA Produzione, assieme alle altre associazioni di categoria, ci siamo attivati in tutte le sedi per far abrogare una norma iniqua, sbagliata e di parte; emendamenti abrogativi dell’articolo 10 in sede di conversione in legge del Dl Crescita sono stati proposti a suo tempo ma puntualmente disattesi, ma continuiamo la nostra battaglia tesa a garantire agibilità economica e crescita, per le piccole imprese e le aziende artigiane che operano in un mercato, quello della riqualificazione energetica, che non può essere lasciato in mano a chi sogna, in cuor suo, di tornare al monopolio.

A tale proposito, come ipotizzato nel corso della riunione di Presidenza del 4 giugno scorso a Roma, abbiamo avviato i primi contatti con l’Avv. Valerini, che ci ha già assistito nel ricorso contro Amazon, per verificare le possibilità di ricorrere contro l’articolo 10 del DL Crescita attualmente in discussione alla Camera. Nel corso dell’incontro con l’Avv. Valerini è emersa l’ipotesi di ricorrere contro l’articolo 10 del DL Crescita sia nei confronti dell’Antitrust, sia tramite un ricorso al Tribunale Civile di Roma.

Abbiamo invitato tutti i colleghi interessati dal provvedimento ad aderire a questa causa che sarà patrocinata economicamente dalla CNA ma sarà intentata dagli imprenditori associati e già stiamo raccogliendo molte adesioni. Restiamo in attesa che il provvedimento passi anche al Senato prima di partire a dare battaglia per la tutela e interesse in tutti coloro che ripongono nella nostra associazione le loro aspettative.

Mauro Sellari
Referente Nazionale Serramentisti CNA
Presidente CNA Produzione Toscana