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Case ad alta efficienza energetica legate all’insorgere dell’asma?

La ricerca di una Università inglese segnala che la tendenza verso abitazioni ad elevata efficienza energetica potrebbe accrescere i rischi di asma

Abitazioni ad elevato risparmio energetico potrebbero sviluppare effetti non desiderati presso gli occupanti, e in particolare contribuire a generare malattie respiratorie. Lo evidenzia una recente ricerca della Medical School dell’Università inglese di Exeter che accusa un riscaldamento inadeguato e una scarsa ventilazione degli ambienti di abitazioni ristrutturate per renderle energeticamente efficienti.

E’ da notare al riguardo che il Regno Unito presenta una delle più elevate incidenze di asma a livello mondiale, soprattutto in ambienti ad elevata pressione sociale ed economica.

La ricerca effettuata sul campo assieme a Coastline Housing, gestore di oltre 4000 abitazioni sociali in Cornovaglia nel sud ovest dell’Inghilterra, ha preso in esame i dati dei residenti in 700 proprietà. Ha così messo in luce che coloro che abitano in abitazioni ad efficienza energetica sono soggetti a un maggior rischio di asma e che la presenza di muffa nelle abitazioni raddoppia questo rischio.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Environment International, si appoggia a ricerche precedenti mostranti che umidità e muffa possono accrescere il rischio di allergie. Tuttavia per la prima volta gli scienziati sono stati in grado di collegare i dati sulla gestione delle abitazioni con informazioni sul comportamento e sulla salute degli occupanti definendo i fattori che probabilmente contribuiscono allo sviluppo dell’asma.

Sostanzialmente lo studio mette in luce la necessità di un cambiamento nel comportamento degli abitanti di abitazioni ad elevato risparmio energetico. Uno dei ricercatori della Medical School della Università di Exter Richard Sharpe sottolinea: “Abbiamo scoperto che individui adulti abitanti in case ad elevata efficienza energetica presentano un maggior rischio di asma. Il rischio aumenta in soggetti che riscaldano poco le abitazioni o non li ventilano a sufficienza, due condizioni che sviluppano umidità e muffe, fattori noti per contribuire allo sviluppo dell’asma”.
E’ noto che la scarsa ventilazione delle abitazioni aumenta la probabilità di esposizione dei soggetti a sostanze contaminanti biologiche chimiche e fisiche. Altri fattori che potrebbero incidere sulla salute degli occupanti di abitazioni ad elevata presenza di umidità sono gli acari della polvere e i batteri.

Lo studio non mette sotto accusa le case ad elevata efficienza energetica quanto piuttosto il comportamento degli abitanti, le loro condizioni economiche, la mancanza di informazione su comportamenti e stili di vita non corretti soprattutto dopo aver effettuato interventi di efficientamento energetico.

Sistemi automatici di areazione, piuttosto che aeratori alle finestre nonché finestre con dispositivi di microaerazione controllata, aggiungiamo noi, potrebbero aiutare a smaltire l’eccesso di umidità stagnante negli ambienti. Certamente spalancare le finestre, quanto meno al mattino, per 15 minuti almeno, è una buona norma igienica. (eb)