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Confermare ecobonus e bonus ristrutturazioni: le associazioni scrivono al Governo

Le Associazioni dell’Involucro Edilizio scrivono al Governo e chiedono di confermare ecobonus e bonus ristrutturazioni per il prossimo biennio

Confermare ecobonus e bonus ristrutturazioni diventa una richiesta sempre più impellente per tutti gli attori del nostro comparto e viene chiesto a gran voce anche dalle associazioni che si ritrovano unite in una corale richiesta al Governo.

Così recita il comunicato stampa appena giunto in redazione.

Anfit Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy, CNA Serramenti e Infissi, Assovetro Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro, Confartigianato LegnoArredo, LegnoLegno Consorzio Nazionale Serramentisti, EdilegnoArredo ed Assotende di FederlegnoArredo, PVC Forum Italia Centro di informazione sul PVC e UNICMI Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti, che rappresentano le realtà industriali e artigianali della filiera italiana dei serramenti e delle schermature solari, ritengono esiziale per la tenuta del mercato che la Legge Bilancio 2022 contenga la conferma per il prossimo biennio dell’ecobonus e del bonus ristrutturazioni.

In una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro dell’Economia e Finanze Daniele Franco, al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti le Associazioni hanno evidenziato come il recente aggiornamento (7 ottobre 2021) del Rapporto sul mercato italiano dei serramenti a cura di windowmarket.it  (il più autorevole portale dedicato all’analisi del mercato italiano dell’involucro edilizio), affermi che il mercato italiano dei serramenti crescerà nel 2021 del 10,6% e che la ripresa, se fossero confermati ecobonus e bonus ristrutturazioni alle attuali condizioni, potrebbe estendersi anche nel 2022 con un +7,9%.  Bonus Ristrutturazioni, Superbonus 110% ed Ecobonus stanno infatti generando nel 2021 una domanda di serramenti di oltre 2 miliardi di Euro, un dato che non si registrava dal 2013. I bonus fiscali sono una componente strutturale della domanda e incidono per il 70% sulle vendite di infissi nel segmento del residenziale e per l’86% se si considera solo il mercato del recupero residenziale.

Le Associazioni hanno rimarcato come un’eventuale riformulazione o depotenziamento del sistema d’incentivi potrebbe avere un effetto molto negativo sulla ripresa del settore dei serramenti e delle schermature solari.  Se si andasse a depotenziare o a sopprimere l’incentivo relativo agli interventi dell’ecobonus del 50% per i serramenti e per le schermature solari scomparirebbe immediatamente una fetta rilevante del mercato. Va considerato che questi interventi previsti valgono nel 2021, secondo le stime di Windowmarket, circa 1,6 miliardi di euro, (l’ultimo dato fornito da ENEA li quantificava nel 2019 in 1,3 miliardi di Euro), quindi una fetta preponderante dei 2 miliardi di euro previsti per il 2021.

Se questo tipo di incentivi fosse soppresso si perderebbe almeno il 70% della domanda da essi generata, stimabile in 1,1 miliardi di euro, questo perché l’86% dei consumatori decide di cambiare i serramenti spinto dagli incentivi (fonte: indagine demoscopica commissionata da Windowmarket).

Questi incentivi non possono e non devono essere considerati complementari o accessori al superbonus, bensì strumenti flessibili e facilmente praticabili assolutamente necessari per sostenere la ripresa del settore dei serramenti e delle schermature solari e per consolidare gli ambiziosi obiettivi di risparmio energetico, di messa in sicurezza e di riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano.

Infine, le Associazioni hanno evidenziato come l’intero settore industriale e le imprese artigiane abbiano consolidato in questi mesi importanti accordi finanziari volti ad offrire alla più ampia platea di soggetti la praticabilità dello sconto in fattura e della cessione del credito e come una mancata conferma di questi strumenti genererebbe un’ulteriore contrazione del mercato.

a cura di Olga Munini