Economia

Conti correnti. Provincia per provincia la crescita dei depositi

Banca d’Italia: dal 2007 al 2013 il valore di contanti e depositi bancari è aumentato di 234 miliardi di euro

Colpito dalla notizia “Censis. Ecco dove sono spariti i soldi degli italiani” (vedi news) il lettore Mauro Durazzi prontamente ci segnala una illuminante tabella tratta dal sito del Sole24Ore che a sua vota rielabora dati della Banca d’Italia.
La tabella, ripresa qui sotto, ben dipinge la crescita dei depositi bancari degli italiani, provincia per provincia. Le tabelle in effetti sono due. La prima quella a sinistra, illustra le variazioni dal 2007 al 2013 dei depositi in euro pro capite per ogni singola provincia, in ordine alfabetico. La seconda, quella di destra, mette in fila le province per ordine crescente di variazione. Non vi è provincia dove non si sia registrato un aumento del deposito medio dei correntisti andando dal 19,8% di Forlì al clamoroso 259,3% di Isernia. E’ stupefacente notare la stretta di cinghia degli italiani soprattutto delle zone a minor ricchezza.

Come dice il Censis “Incertezza, paura, cautela spingono gli italiani a tenere i soldi vicini, subito pronti all’occorrenza e per tamponare i rischi” segnalando l’aumento dei depositi da 975 miliardi di euro del 2007 a 1.209 miliardi nel marzo 2014, con un incremento del 9,2% in termini reali. Ma non ci sono solo i depositi che rappresentano solo il 30% delle attività finanziarie delle famiglie. Ad essi vanno aggiunti i fondi di investimento, le assicurazioni e i fondi pensione. Tutto un sistema che ha assorbito ricchezza finanziaria deprimendo i consumi e gli investimenti immobiliari.
Quella che ci circonda non è più la pur legittima e lodevole propensione al risparmio dell’italiano ma una vera e propria forma di paranoia, come stigmatizza lo stesso Censis, che ha fatto avvitare la nostra economia. Alla (saggia) politica la risposta più opportuna per tranquillizzare gli italiani e convincerli che a furia di stringere la cinghia si può anche morire. In ogni caso, pur considerando le sofferenze attuali di una parte non piccola della popolazione, appare evidente che in Italia i soldi ci sono. Starà anche alla buona edilizia mostrarsi capace di attirare di nuovo gli investimenti immobiliari.
(eb)