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Decreto Crescita. Finco a Tria: Si al 65%, no a split payment e ritenuta 8%

Il decreto può contribuire alla ripresa del Paese. Un’occasione da cogliere per ripristinare il 65% per infissi e schermature ed eliminare split payment e ritenuta d’acconto dell’8%

Il decreto Crescita, per ora circolante in bozza, può contribuire alla ripresa economica del Paese. E’ questa l’opinione di Finco, la Federazione delle Industrie per le Costruzioni,espressa in una lettera della presidente Carla Tomasi al ministro dell’Economia prof. Giovanni Tria. Il decreto Crescita è anche un’occasione da cogliere per ripristinare il 65% per infissi e schermature ed eliminare split payment e ritenuta d’acconto dell’8%. Due misure ampiamente condivisibili e per le quali da anni ci battiamo. Qui di seguito la lettera di Carla Tomasi.


Carla Tomasi

Illustrissimo Signor Ministro,

abbiamo preso visione della bozza relativa al cosiddetto Decreto Crescita.
Crediamo che tale strumento possa contribuire ad un’auspicabile ripresa del Paese e della sua vicenda economica.
Di particolare interesse risultano, tra le altre, le misure riguardanti la neutralità fiscale nei casi di concentrazione di imprese, il superammortamento, lo sprone alle attività di internazionalizzazione, le modifiche alla nuova Sabatini.
Importantissima, poi, l’estensione alle zone 2 e 3 di rischio sismico dell’agevolazione cosiddetta “Sismabonus”.

Premesso che l’espunzione delle parti riguardanti il Codice degli Appalti dal Decreto Crescita in questione viene da Finco valutata positivamente, ad avviso della Federazione sarebbe tuttavia fortemente opportuno cogliere l’occasione per implementare la misura con riferimento ai due seguenti aspetti particolari:

1. Ripristinare le detrazioni fiscali del 65% per infissi e schermature solari (in ipotesi, articolo 10 della bozza del Decreto). All’articolo 1, comma 67, della Legge di Bilancio 2019 viene prevista la proroga per un anno delle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica, con percentuali differenziate a seconda della tipologia di intervento prescelto, confermando la percentuale del 50% per infissi e schermature solari. Il che sembra ai limiti dell’autolesionismo. Con tutta evidenza non sono stati infatti adeguatamente valutati i risultati, attesi ma non per questo meno clamorosi, del Dossier recentemente elaborato dal Servizio Studi dei Dipartimenti Ambiente e Finanze della Camera dei Deputati in collaborazione con il Cresme.

Il dato che emerge non può essere aggirato: un saldo positivo per il Paese di 23, 5 miliardi di euro nel decennio! E poiché la principale problematica sollevata circa il mantenimento della detrazione fiscale per la riqualificazione energetica del 65% per infissi e schermature (ora abbattuta come detto al 50%, cioè allo stesso livello degli interventi per le ristrutturazioni edilizie “semplici”) è sempre stata quella relativa al supposto nocumento per il gettito erariale, la Federazione ritiene sia una imperdibile occasione per riconsiderare la questione, anche sotto il profilo del rilancio dei lavori e dei cantieri.

Con l’abbattimento al 50% di sole due tipologie di intervento di riqualificazione energetica, ponendole alla stregua di quelle per le ristrutturazioni edilizie, si confondono le idee circa una misura il cui successo è attribuibile, nel tempo, anche alla chiarezza del dispositivo (se poi fossero malauguratamente confermati i tetti di spesa ammissibili per metro quadrato, si favorirebbero da un lato prodotti esteri di minore qualità e, dall’altro, il ritorno almeno parziale del nero). Non solo, si ingenera confusione nella valutazione della convenienza dell’intervento da parte del consumatore stante il diverso grado di complessità insito nelle due differenti procedure di richiesta della detrazione;

2. Eliminare split payment e la ritenuta di acconto dell’8% su ecobonus (in subordine, ripristino al 4%). Il meccanismo dello split payment comporta, oltre ad una complicazione procedurale, un incremento importante del credito IVA a carico delle imprese, il cui rimborso è talvolta problematico e comunque tale, nei tempi, da configurare un grave squilibrio finanziario delle imprese in genere, e di quelle del settore delle costruzioni in particolare. Tale rilevante perdita – diciamo anche sottrazione – di liquidità colpisce in particolare le piccole e medie imprese che rappresentano, peraltro, la maggior parte delle 13.000 associate alla Federazione Finco.

Poiché la ratio del Decreto Crescita è quella di combattere l’evasione, Finco ritiene ora tale previsione – purtroppo prorogata – assolutamente ultronea rispetto all’accennata esigenza di contrastare l’evasione, stante il generale obbligo di fatturazione elettronica introdotto nel nostro Paese a partire dal 1 gennaio u.s. Analoga riflessione va fatta in relazione al vigente obbligo della ritenuta dell’8%, sulle spese di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica, introdotta inizialmente con aliquota del 4% (Decreto Legge 31 maggio 2010 n. 78, art. 25) e poi innalzata dalla Legge di Stabilità 2015, n. 190/2014, art. 1, commi 47, 48 e 657. In forza di tale normativa, nel momento in cui vengono accreditate le somme nelle banche o alle Poste italiane S.p.A. viene trattenuto un ammontare pari all’8% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari, con obbligo di rivalsa.

Anche in questo caso l’introduzione vincolante ed erga omnes della fatturazione elettronica fa venire meno una delle principali motivazioni della ritenuta, rimanendo solo quella di anticipo di cassa a favore dello Stato sui futuri ricavi (se ce ne saranno!) delle imprese. In definitiva, il permanere di meccanismi quali lo split payment e la ritenuta d’acconto sull’8% in presenza della fatturazione elettronica configurerebbe la mera ed unica volontà da parte dello Stato di incamerare anticipazioni sulle legittime e costituzionalmente protette attività aziendali, disinteressandosi di ogni altra conseguenza, essendo venuta appunto meno la ragione principale alla base delle misure in parola.

In termini più generali ci permettiamo di riproporre la nota, che qui uniamo omettendo gli allegati, già inviataLe in data 10 settembre 2018 ed auspichiamo di avere la possibilità di approfondire con Lei, o con chi riterrà tra i Suoi uffici, il contenuto della medesima, riguardante alcune proposte per la crescita economica del Paese. In attesa di riscontro, nel restare a disposizione per eventuali ulteriori informazioni, Le porgiamo i migliori saluti.

La Presidente
Carla Tomasi