Normativa

Forum involucro e Serramenti  2015: il recladding degli edifici esistenti

Per recladding si intende tecnicamente il rifacimento parziale o totale delle pareti esterne di un edificio tramite la sovrapposizione e o sostituzione, parziale o totale, della facciata sia nelle sue parti trasparenti che opache. L’ing. Paolo Rigone, direttore tecnico di Unicmi, illustra le ragioni per le quali il recladding avrà un ampio spazio nel prossimo futuro del settore. 

In Italia esiste un enorme stock immobiliare costituito da uffici obsoleti ed esteticamente discutibili. L’involucro è spesso fuori norma, ma l’opzione di demolire e ricostruire è in molti casi troppo costosa, con forte impatto ambientale e difficile a causa di vincoli di diversa natura. In termini di domanda il mercato immobiliare è praticamente saturo. Occorre puntare sulla riqualificazione dello spazio esistente. Quali strategie quindi per un settore industriale in crisi? Per quanto riguarda i prodotti la parola d’ordine è “sostenibilità” (ambientale, economica e sociale), per i processi si deve puntare su tecnologie e integrazione, dando origine a nuove performance, e la filiera può giocare la carta della riorganizzazione dell’offerta, basata su nuovi modelli e nuove politiche. L’efficienza energetica costituisce una grande opportunità. Infatti nel campo del recladding il motore principale è l’adeguamento energetico degli edifici.

L’obiettivo 20-20-20 dell’Unione Europea genera investimenti che comportano l’abbattimento dei consumi energetici, e questo vale sia nel campo del residenziale che del terziario. La casa è un bene nel quale investire anche in termini energetici. Vi sono incentivi finanziari, però il tema fondamentale è come poterli attuare su scala maggiore. I beni culturali, per esempio, non sono stati interessati dalla normativa. Il recladding opera mediante l’utilizzo di appositi pacchetti tecnologici, costituiti da materiali differenti, di qualità elevata, ma tra di loro integrati e coordinati. Nella maggior parte dei casi gli interventi permettono di aumentarne per esempio l’isolamento acustico o termico. Molte attività di recladding sono mirate soprattutto alla riqualificazione acustica per ri-immettere gli immobili sul mercato. L’obiettivo è un risultato esteticamente apprezzabile, l’elevata durabilità e buone caratteristiche energetiche e acustiche. I committenti sono attenti a estetica, acustica e bassa manutenzione.

Altro grande filone del recladding è il tema dell’involucro (vetrato) soprattutto a Milano dove stiamo affrontando l’obsolescenza delle prime facciate continue degli anni ‘60. Il recladding spesso viene spinto fino a conservare solo l’ossatura portante dell’edificio e a sostituire tutto il resto. I produttori hanno realizzato apposite linee dedicate al recladding. L’importante è l’integrazione delle fonti energetiche rinnovabili. Questo è uno degli aspetti fondamentali del recladding. L’intervento a volte comporta l’aggiunta di una doppia pelle che abbia funzione di primo schermo che faccia da barriera, e che serva come elemento di completamento della facciata. A parte casi importanti, il grosso del mercato, la parte più interessante, sarà costituita dalla riqualificazione del patrimonio esistente, dato che le costruzioni nuove in questo momento sono ferme. Nei prodotti attuali si riscontra un mix di diverse tecnologie. È l’aspetto energetico che guida le scelte costruttive.

Oggi si va verso un’evoluzione dei materiali molto complessa, e i prodotti si qualificano come «compositi» o «integrati » per soddisfare diverse esigenze: estetiche, energetiche, acustiche, di sicurezza, di costo, di durabilità e di manutenzione. A livello italiano un fattore rilievo è l’attuazione delle normative europee anche per la certificazione energetica (vedi decreti per l'effcienza energetica del 26 giugno scorso).

Nella foto in alto: le due Torri ex FS di Porta Garibaldi a Milano sottoposte recentemente a un'operazione di ristrutturazione comprensiva di recladding delle facciate