Governo Renzi. I primi commenti di Ance e Confartigianato

A un prudente e sospettoso Merletti fa da contrappeso un più positivo Buzzetti: “bene agenda Governo”

Primi commenti del mondo produttivo alle dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi oggi al Senato.

“Fatti due conti veloci – osserva Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato Imprese – nel discorso programmatico del Presidente del Consiglio Matteo Renzi ci sono, sul lato imprese e lavoro, 100 miliardi di euro da trovare subito. Soltanto le risorse per pagare il debito residuo di Stato, Regioni ed enti locali verso le imprese nel 2014 valgono almeno 70 miliardi. E una riduzione del cuneo fiscale a 2 cifre significa circa 34-35 miliardi, cioè il 10% dei circa 344 miliardi del cuneo in Italia in valore assoluto. Verrebbe quasi da dire ‘troppa grazia San Matteo!’. Siccome il Presidente Renzi intende giocare il suo jolly personale sulla velocità di passare dal dire al fare , il nostro giudizio lo esprimeremo sui fatti a breve”.

Più positivi invece i commenti dell’associazione degli imprenditori: bene Renzi su piano scuole, pagamenti Pa e dissesto idrogeologico ma occorre fare presto.

“Se i punti elencati dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, saranno trasformati rapidamente in provvedimenti saremo sulla buona strada.” Questo è il commento del Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti al programma con cui il Premier Renzi si è presentato per chiedere la fiducia in Senato.
“Il Presidente Renzi ha messo al centro della sua agenda i temi che noi dell’Ance sosteniamo da tempo come cardini per la ripresa economica”, continua Buzzetti, “a partire da quelle opere pubbliche come scuole, manutenzione e messa in sicurezza del territorio che sono urgenti perché capaci di innescare occupazione facendo cose utili per i cittadini.”

Il presidente dei costruttori giudica molto positivo anche il riferimento allo sblocco totale dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Così come sono apprezzabili le parole del Premier riferite alla stretta creditizia, che ha tolto ossigeno alle piccole e medie imprese, e alle politiche di semplificazione dei processi autorizzativi che frenano le opere.
“E’ l’ultima chiamata per il Paese”, conclude il presidente dell’Ance, “siamo certi che questa volta nessuno vorrà sottrarsi per imprimere quella svolta troppe volte annunciata, ma mai completamente attuata.”