Economia

Green Deal UE: -55% di emissioni entro il 2030 e zero entro il 2050

L’ambizioso programma dell’Unione europea toccherà profondamente industria, trasporti ed edilizia. L’obiettivo è fare dell'Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero di fatto trasformando l'economia e la società dell'UE per concretizzare i suoi ambiziosi obiettivi in materia di clima

La Commissione europea ha presentato finalmente l’ambizioso Green Deal europeo che toccherà profondamente industria, trasporti ed edilizia e quindi la vita di tutti noi.  Tutti i 27 Stati membri hanno assunto l’impegno di fare dell’UE il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo si sono impegnati a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il Green Deal prende il nome a prestito dal New Deal, letteralmente Nuovo Patto, il massiccio programma di investimenti ideato dal presidente F.D.Roosevelt. Esso pemise agli USA di uscire dalla crisi del 1929.

Il Green Deal europeo

Lo avevamo annunciato più di un anno fa, vedi qui. Ora è decollato. Ieri 14 luglio la Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell’Unione europea in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità. L’obiettivo è ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. È fondamentale ridurre le emissioni nel prossimo decennio per fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e tradurre il Green Deal europeo in una realtà concreta.

Il nostro obiettivo è, ha spiegato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione,  fare dell’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero. I cambiamenti climatici sono la sfida più grande della nostra epoca, ma rappresentano anche un’opportunità per costruire un nuovo modello economico.

Il Green Deal europeo indica la strada da seguire per realizzare questa profonda trasformazione. In questo modo si creeranno nuove opportunità per l’innovazione, gli investimenti e l’occupazione, ma anche per:

-ridurre le emissioni

-creare posti di lavoro e favorire la crescita

-affrontare il problema della povertà energetica

-ridurre la dipendenza energetica dall’esterno

-migliorare la salute e il benessere.

Opportunità per industria ed edilizia

La transizione verde rappresenta una grande opportunità per l’industria europea, perché crea mercati per tecnologie e prodotti “puliti”.

Queste nuove proposte avranno un impatto sull’intera catena del valore di settori quali l’energia, i trasporti, l’edilizia e le ristrutturazioni, contribuendo a creare posti di lavoro sostenibili, locali e ben retribuiti in tutta Europa.

  • 35 milioni di edifici potrebbero essere ristrutturati entro il 2030
  • 160 000 nuovi posti di lavoro verdi potrebbero essere creati nel settore dell’edilizia.

Il Green Deal per l’edilizia

La Commissione sottolinea nelle sue analisi previsionali che la ristrutturazione delle abitazioni e degli edifici consentirà di risparmiare energia, di proteggere da temperature estremamente basse o elevate e di lottare contro la povertà energetica.

Il nuovo Fondo sociale per il clima sosterrà i cittadini dell’UE più colpiti o a rischio di povertà energetica o di mobilità. Contribuirà ad attenuare i costi per le persone più esposte ai cambiamenti, al fine di garantire che la transizione sia equa e non lasci indietro nessuno.

Fornirà 72,2 miliardi di euro di finanziamenti nel corso di sette anni per la ristrutturazione degli edifici, l’accesso a una mobilità a basse e a zero emissioni o anche un sostegno al reddito.

Toccati anche gli edifici pubblici

Oltre alle abitazioni, anche gli edifici pubblici devono essere ristrutturati affinché utilizzino di più le energie rinnovabili e siano più efficienti sotto il profilo energetico.

La Commissione propone di:

  • imporre agli Stati membri di ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie coperta totale di tutti gli edifici pubblici
  • fissare un parametro di riferimento del 49% di energie rinnovabili negli edifici entro il 2030
  • imporre agli Stati membri di aumentare dell’1,1% all’anno, fino al 2030, l’uso di energie rinnovabili per il riscaldamento e raffrescamento.

Addio ad auto benzina e diesel entro il 2035

E’ questa la proposta che probabilmente farà più discutere. Le emissioni di CO2 dovranno essere ridotte a zero entro il 2035, fermando di fatto questi veicoli a favore dei motori elettrici. La misura dovrebbe aiutare a raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE, ma “andrà anche a vantaggio dei cittadini riducendo i costi energetici e migliorando la qualità dell’aria”, sottolinea la Commissione europea.

Carbon tax alle frontiere

Per combattere il riscaldamento globale la Commissione propone di assoggettare le importazioni dell’UE in cinque settori altamente inquinanti alle stesse regole previste per la produzione europea, imponendo loro gradualmente l’acquisto di “certificati di emissione” di carbonio (Emission Trading Scheme).

In questi settori (acciaio, alluminio, cemento, fertilizzanti, elettricità), scrive Bruxelles, questo meccanismo di aggiustamento – dove gli importatori dovranno eventualmente pagare la stessa compensazione di carbonio dei beni prodotti nell’UE – sarà gradualmente implementato tra il 2026 e il 2036, secondo il progetto dell’esecutivo europeo. Solo un primo commento: non sappiamo quanto sia saggio tassare le importazioni di  acciaio e alluminio, materie prime di cui l’UE ha un gran bisogno e che sono assolutamente indispensabili. Questa decisione susciterà, ne siamo certi, grandi proteste.

Proteste degli ambientalisti

Se tutte queste proposte faranno discutere parecchio, sono da segnalare le proteste delle organizzazioni ambientaliste, da Greenpeace a Legambiente, che avrebbero voluto degli obiettivi ancor più ambiziosi. Una per tutte: l’abbattimento delle emissioni del 65% entro il 2030 anziché del 55% come propone la Commissione.

a cura di Ennio Braicovich