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Le emissioni di VOC all’interno degli ambienti

Marco Piana, durante il SerramenTalk organizzato al MadeExpo2021, ci ha parlato delle emissioni di VOC (Composti Organici Volatili) dei prodotti da costruzione. Una panoramica legislativa nazionale ed europea

Ad aprire le danze del Serramentalk, l’Ing. Marco Piana, direttore di PVC Forum Italia, fa il punto sulle emissioni di VOC (Composti Organici Volatili) dai prodotti da costruzione, il cui controllo sta diventando un argomento particolarmente delicato per il mercato in virtù dell’accresciuta sensibilità generale verso la sicurezza dei prodotti finiti e dell’attenzione alla qualità dell’aria.

Tutti i materiali da costruzioni emettono qualcosa.

Emissioni VOC e Unione Europea: i requisiti di base

L’Unione Europea ha pubblicato il regolamento UE n. 305/2011 che comprende le emissioni interne tra i requisiti di base per i materiali da costruzione. In vigore dal 1° luglio 2013, sostituisce la direttiva 89/106/CEE.

Tra i sette previsti, il settimo requisito fondamentale prevede che le opere siano progettate e realizzate in modo tale da non costituire una minaccia per l’igiene o la salute e la sicurezza dei loro occupanti. Ciò comprende le emissioni di sostanze pericolose, VOC, gas a effetto serra o particelle pericolose negli ambienti chiusi o aperti e l’umidità in alcune parti delle opere edili o sulle superfici al loro interno: in pratica, precisa Piana, nessuna particella e nessun gas pericoloso devono essere rilasciati nell’aria.

Per rispondere a questo obiettivo – prosegue – la Commissione Europea ha incaricato il CEN (Comitato Europeo di Normazione) di sviluppare un metodo di prova armonizzato per misurare le emissioni di VOC e SVOC (Composti Organici Semi Volatili) che ha dato vita al comitato CEN/TC 351.

All’interno del gruppo di lavoro, diviso in 5 parti omogenee, merita attenzione il gruppo 2: “Emissioni dai prodotti da costruzione negli ambienti interni”, che ha elaborato un metodo di prova UNI CEN/TS 16516) basato sulle norme già disponibili della serie ISO 16000.  In particolare, il riferimento internazionale è definito dalla norma: EN ISO 16000-9 (2006) “Determinazione delle emissioni di composti organici volatili da prodotti da costruzione e arredo – Metodo della camera di emissione”. Il metodo si basa su un’analisi qualitativa e quantitativa eseguita mediante un gascromatografo accoppiato ad un rivelatore a spettrometria di massa che ricrea le condizioni di vita normalmente presenti in ambienti di vita indoor e ne calcola i valori. L’aria all’interno della camera è continuamente miscelata e campionata a intervalli regolari (di solito dopo 3 giorni e dopo 28 giorni.) I valori di riferimento sono stati codificati a livello europeo: la più bassa concentrazione di interesse e la somma di tutti i composti organici (utili anche per gli ambienti di lavoro).

A livello europeo – continua Piana – la Commissione Europea (EGDS) per le sostanza pericolose sta sviluppando un progetto per armonizzare le dichiarazioni sulle emissioni dai prodotti da costruzione.

In Francia è obbligatoria dal 2012 l’apposizione di un’etichetta che dichiari la classe di emissione dei VOC sui prodotti da costruzione venduti sul territorio francese (Decreto francese n. 2011 -321 del 23 marzo 2011 che comprende i rivestimenti di pavimenti e muri, contropareti e isolanti, porte e finestre ma anche i materiali per la posa). Le emissioni di VOC sono classificate secondo una scala di quattro classi da A+ a C, dal livello di emissione molto poco elevato a quello più elevato. Il livello di emissione è indicato dalla concentrazione di esposizione, espressa in µg/m3.

Per quanto riguarda la Germania, una task force governativa ha messo in essere il gruppo di lavoro AgBB che ha definito un regolamento sui metodi di prova, i limiti e le procedure di controllo delle emissioni di VOC (sulla basse della stessa norma EN 1600-9). Al regolamento AgBB si deve aggiungere, in terra tedesca, l’approvazione da parte del DIBT (Organo federale tedesco), che ne ratifica la conformità.

Anche in Belgio, il Regio decreto del 2014 stabilisce i livelli di soglia per le emissioni nell’ambiente confinato sulla base della stessa norma. Le sostanze sono simili ma vanno ad identificare alcune caratteristiche, spiega Piana, all’interno delle emissioni.

In Italia, prosegue Piana, il CAM edilizia rappresenta il protocollo che esiste per gli edifici pubblici. In pratica, l’appalto pubblico è sottoposto al protocollo CAM obbligatorio. All’interno dei CAM esiste un criterio, il 2.3.5.5. in cui ogni materiale deve rispettare i limiti di emissione esposti nella tabella (si parla di Formaldeide, Acetaldeide, Xilene, Etilbenzene, Stirene, fra i più importanti).

Il progettista è il mandatario della responsabilità dei dati e deve specificare le informazioni sull’emissività dei prodotti.

Conclude Piana con l’esempio del pvc: due importanti utilizzi all’interno degli ambienti abitativi, uno relativo al serramento, l’altro alle pavimentazioni resilienti risultano essere entrambi in classe A+.

 

a cura di Letizia Di Peppo