Normativa

Serramenti. La Marcatura CE resta tema dominante

Lo segnala Piero Mariotto, esperto tecnico di settore e consulente tecnico di parte, alla luce delle cause in corso

La Marcatura CE dei serramenti, tema trito e ritrito da più di dieci anni, in realtà è un argomento evergreen, sempre verde e sempre attuale. Lo dimostrano tanti fatti recenti. Il caso del rivenditore di Verona condannato penalmente per contraffazione di marcatura CE (vedi news) o il riconoscimento, anche questo recente, di Enea della necessità di marcatura CE per l’ottenimento dell’ecobonus nel caso di sostituzione dei vecchi infissi con dei nuovi, marcati CE per l’appunto (vedi news). Qui interviene Piero Mariotto, esperto tecnico di settore e consulente tecnico di parte, offrendoci la sua testimonianza di quanto avviene sul mercato. (EB)


Mancata o scorretta applicazione della marcatura CE

Serramentour
Piero Mariotto

Nell’ambito della mia attività di Consulente Tecnico di Parte (CTP) nelle cause civili, mi sono imbattuto in situazioni diverse fra loro ma che condividevano la medesima base di partenza: la mancata o scorretta applicazione della marcatura CE e delle norme ad essa correlate.

E ad avere la peggio sono stati sempre i serramentisti o i rivenditori che hanno perso il pagamento di parte della commessa, o hanno dovuto subire la risoluzione del contratto in danno, con tutto quello che ne è poi derivato.

È per questo motivo che ho deciso di dare una mano al settore fornendo degli esempi che aiutino a prevenire problemi analoghi: si tratta di situazioni in cui mi sono imbattuto negli ultimi anni che, spero, possano fornire delle chiare chiavi di lettura per il settore serramenti, una sorta di casi “scuola” di cui far tesoro.

CASO N. 1: Rivenditore di serramenti da oltre vent’anni e ristrutturazione di una villetta anni “70.

Il cliente voleva ristrutturare l’immobile con la posa di un cappotto interno.
– Il rivenditore sostiene di avere fatto una offerta per un lotto di serramenti in PVC di colore bianco, comprensiva della posa, su cappotto esterno, per un valore di circa € 15.000
– prime incomprensioni sul prodotto consegnato perché sporco oltremodo e rifinito molto male, cui seguono una serie di interventi da parte del rivenditore con inevitabile aggravio dei costi
– i cassonetti, previsti con prestazioni come da Decreto Requisiti Minimi, non sono completi in quanto mancanti della chiusura sottostante, e per il loro completamento vengono richiesti ulteriori costi aggiuntivi per circa 2000€!!??
Fine del rapporto con la Committenza ed inizio del mio incarico.
A questo punto valgono solo i documenti scritti, e in situazioni del genere comandano loro.
Comincio verificando approfonditamente l’offerta, che riporta in calce la dicitura “Posa Certificata” e addirittura “Partner Casa Clima”, qualifiche che per un momento mi fanno sperare si tratti di una persona del settore serramenti mediamente competente.

Caso n.1 Marcatura CE

Purtroppo, oltre alle fatture di acconto e l’offerta stessa non c’erano altri documenti disponibili per cercare di capire come il lavoro fosse stato realizzato e se i serramenti installati fossero idonei ma soprattutto sicuri.
La mia prima richiesta al rivenditore è stata quella di ricevere a stretto giro di posta i documenti relativi alla marcatura CE e, vista la dimensione molto grande di un paio di scorrevoli, anche il progetto di posa, richiesta legittima dato che la commessa era del 2018/19, cioè a distanza di circa due anni dall’emanazione della UNI 11643-1 relativa alla verifica del progetto di posa dei serramenti.
Questa richiesta viene fatta ufficialmente dall’avvocato del committente al legale del rivenditore il quale, su “suggerimento” del suo cliente, immagino, risponde che la documentazione richiesta sarebbe stata consegnata solo dopo il pagamento della commessa??!!

Non si faccia, per cortesia, soprattutto in fase dibattimentale extra giudiziale, un errore come questo!!!!! Basta una semplice denuncia alla Guardia di Finanza per ottenere la documentazione da voi negata e scatenarvi contro uno tsunami di ulteriori problemi, che potrebbero sfociare in possibili denunce penali.

Consigli per gli operatori

1-Primo consiglio per gli operatori: la documentazione relativa alla marcatura CE deve essere consegnata contestualmente al prodotto, assieme alla bolla di consegna dei serramenti in cantiere, in quanto è l’unico documento di verifica delle prestazioni dei serramenti consegnati in cantiere, ed è un obbligo di legge.
Qualora fosse stata inavvertitamente smarrita, la documentazione relativa alla marcatura CE va consegnata su semplice richiesta del cliente.
Con una partenza del genere il CTP incaricato dal Committente non potrà che essere estremamente ligio nel controllo della documentazione e, come nel mio caso, particolarmente attento ai dettagli.
I controlli che mi sono abitualmente di competenza sono: a) formale controllo delle prestazioni minime ai sensi della Norma UNI 11173- 2015 che i serramenti dovranno rispettare, b) verifica delle prestazioni dei serramenti una volta installati in loco, c) verifica incrociata delle prestazioni verificate con quelle dichiarate sulla marcatura CE e inoltre, perché queste vengano mantenute in opera, d) controllo del progetto di posa ai sensi della UNI 11643-1: 2017.

2-Secondo consiglio per gli addetti ai lavori: se avete preventivato, come in questo caso, un sistema di posa che poi viene modificato (cappotto interno invece di esterno), non proseguite nell’attività perché continuare i lavori senza prima apportare le dovute modifiche al progetto di posa, da sottoporre poi all’accettazione del committente, significa accettazione dello stato di fatto. Nello specifico il successivo maldestro tentativo di richiedere somme aggiuntive per recuperare il danno subito, viene sempre male interpretato dalla committenza e l’esito, come in questo caso, è l’apertura di un contenzioso. Con l’impalcato normativo relativo alla posa oramai quasi completato non è più il tempo di inventare nulla!!
Ci sono aziende produttrici dei sistemi di posa sul territorio che sono perfettamente in grado di aiutare i serramentisti anche nelle situazioni più particolari, studiando caso per caso il migliore sistema di posa: meglio rivolgersi a loro piuttosto di addentrarsi in una infruttuosa battaglia legale.

3-Terzo consiglio: non nascondete il fatto che state proponendo un prodotto di importazione magari spacciandolo di produzione nazionale, perché poi si possono verificare dei problemi, vedi il caso in specie. E soprattutto non sognatevi di falsificare la marcatura CE rilasciando documenti a vostro nome, se non siete realmente i produttori, in quanto la violazione è di carattere penale,  una situazione  che ho vissuto in un altro contenzioso.

Ricostruire la documentazione a posteriori, poi, come nel caso specifico ho richiesto al rivenditore, soprattutto quando non si conoscono le norme e le modalità di predisposizione dei documenti diventa un problema insormontabile.
Inoltre, qualsiasi attività il rivenditore tentasse attraverso il proprio legale aprirebbe una causa di fatto perdente, perché la carente documentazione relativa alla Marcatura CE renderebbe nullo il contratto, come hanno già sentenziato due Tribunali, quello di Trento e di Monza, con la conseguente risoluzione in danno della controversia.

A questo si aggiunge la mancanza della progettazione del nodo di posa e del sistema di ancoraggio al cappotto interno, tema legato al problema della Tenuta al Carico del vento e della formazione della condensa interstiziale, che di fatto fa presumere inidonei, insicuri e malsani i serramenti installati.

Per concludere: occorre adeguarsi al nuovo corso! Il mondo del serramento è cambiato rispetto a quello di vent’anni fa: tutto è verificabile ed il rischio di controlli da parte degli Enti competenti (ENEA, GdF ed altri) è molto più alto, ma soprattutto quello che è cambiato è il committente finale, molto più attento e preparato e spesso più competente dello stesso rivenditore.
Meditate gente, meditate.

Piero Mariotto, MariottoConsulting

a cura di EB