Uffici Brindisi: eleganza e contemporaneità con la maniglia (IN)finito di Dnd

Nel centro storico di Brindisi, in un elegante edificio in stile liberty, l’intervento architettonico di Cosimo Vozza e Luciana Salamino si propone come omaggio alla memoria storica senza rinunciare al linguaggio contemporaneo. Le facciate decorate, la scala affrescata e il portone in legno intagliato testimoniano la ricchezza del passato, rifacendosi a un’epoca in cui il dettaglio artigianale era protagonista. In questo contesto, ogni elemento rinnovato è pensato per dialogare con le tracce originarie, restituendo bellezza senza perdere autenticità. Le nuove integrazioni, inserite con accortezza, risultano riconoscibili ma coerenti, conservando un equilibrio sottile tra conservazione e innovazione.

La scelta della maniglia (IN)finito di Dnd gioca un ruolo centrale nel progetto: la sua forma essenziale e il profilo discreto diventano un elemento unificante, capace di connettere la complessità decorativa del passato con un’estetica minimalista del presente. La maniglia non appare come un dettaglio imposto, ma come un filo sottile che attraversa ambienti e superfici, legando insieme epoche e stili con eleganza silenziosa.

Il dettaglio che trasforma

In un’architettura che valorizza i segni del tempo, la maniglia (IN)finito si inserisce con naturalezza, adattandosi ai diversi contesti estetici e funzionali progettati da Vozza e Salamino. Le sue varianti (rosetta quadrata, placca lunga, placca media con serratura) garantiscono flessibilità e coerenza in ogni ambiente, pur mantenendo un’identità visiva sobria.

La sua presenza discreta non scala in importanza rispetto agli altri elementi decorativi, ma ne diventa una continuazione: la rosetta invisibile e la placca sottile aderiscono alla porta, come un gesto meditativo ripetuto ad ogni apertura. In questa interpretazione, la maniglia trascende la funzione meccanica e diventa un simbolo di continuità formale che accompagna il percorso progettuale. Il progetto degli uffici a Brindisi dimostra che anche un piccolo dettaglio può dare voce all’idea progettuale, trasformando un restauro in narrazione architettonica.