Normativa

Vetri di sicurezza e UNI 7697. Broglio: “no a prescrizioni eccessive”

Secondo il Presidente del Gruppo Legno di Confartigianato il progetto di revisione di una delle norme “più utili e condivisibili” rischia di condizionare pesantemente il mondo del serramento

I punti 1 e 2 del Prospetto 1 del progetto di norma UNI U58003090 “Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie” sono da rivedere perché, se passano così come scritti nel progetto attualmente in fase di pubblica inchiesta finale, essi rischiano di rappresentare un onere pesante per il mondo del serramento. Occorre evitare, sopratutto in questo momento, sovraccarichi inutili su accessori e strutture dei serramenti nonché i relativi aumenti di costo a fronte di un “ben modesto incremento di sicurezza”.
Sono queste le obiezioni di fondo di Samuele Broglio, Presidente del Gruppo Legno di Confartigianato, al progetto di revisione di una norma definita tra le “più utili e condivisibili” . E’ la UNI 7697, una norma che in quarant’anni è servita a salvare molte vite umane ed è additata in tutta Europa come norma di sicurezza per il vetro in edilizia da imitare. Essa è attualmente in fase di pubblica inchiesta finale, come annunciato su queste pagine qualche giorno fa (vedi news).

Ricordiamo che chi volesse esprimere commenti e osservazioni sul progetto può farlo entro il 20 gennaio. Clicca qui per accedere alla sezione apposita del sito UNI.

Qui di seguito l’intervento completo di Broglio. (eb)


Nel ruolo di Presidente nazionale del Gruppo Legno di Confartigianato prendo atto del testo del documento UNI U58003090. Per principio ritengo che la norma UNI 7697 sia da annoverare tra i testi normativi più utili e condivisibili in quanto permette di fissare in maniera chiara e facilmente comprensibile criteri di sicurezza univoci relativi ad un prodotto potenzialmente pericoloso quale è il vetro. La necessità di una norma che regolamenti tale materia è a mio avviso indiscutibile e mi fa molto piacere che persino un’autorità indiscussa quale l’ing. Ulrich Sieberath, direttore di ift Rosenheim, la indichi come un esempio da seguire, cosa questa che, vista la naturale tendenza dei tedeschi a considerarsi l’indiscusso faro europeo in materia normativa, la dice lunga sulla validità della UNI 7697.

Parimenti indispensabile, vista l’anzianità della norma, era l’opera di revisione che quantomeno nei suoi criteri essenziali è più che apprezzabile e ha dato un prodotto decisamente più idoneo rispetto alla vecchia norma.

Non del tutto condivisibili, quantomeno a mio parere, sono però certe indicazioni tecniche contenute nel prospetto 1 le quali, a fronte di un impatto non determinante sulla sicurezza, rischiano di condizionare pesantemente il mondo dei serramenti.

Nello specifico mi riferisco ai punti 1 e 2 del prospetto 1 (vedi qui a sinistra) nei quali, a prescindere dall’altezza da terra del vetro e dalle sue dimensioni, si indica come obbligatorio l’utilizzo almeno sulla faccia interna del vetrocamera, di un vetro che sia o temperato o stratificato di sicurezza, cosa questa che mi pare tutto sommato piuttosto eccessiva.

Personalmente non trovo nulla di discutibile nel fatto che in caso di vetri posti ad altezza inferiore ad 1 metro si renda obbligatorio un vetro temperato o stratificato così come ritengo logico che tale obbligo venga esteso sia ai vetri singoli (non vetrocamera e quindi privi di incollaggio perimetrale) sia ai vetrocamera di grosse dimensioni.

Per contro, però, non ritengo corretto che a tale obbligo siano assoggettati anche vetrocamera di piccole dimensioni (ad esempio, vetri di larghezza entro i 50/60 cm) posti al di sopra del metro da piano pavimento nei quali il rischio di rottura a fronte di urti con conseguente distacco di elementi pericolosi è da considerare veramente marginale.

Certamente, volendo estremizzare, anche piccoli vetrocamera potrebbero comunque provocare lesioni, ma per contro proseguendo nell’estremizzare si potrebbe pure sostenere che essendo il vetro un materiale intrinsecamente pericoloso in sé (a rigor di termini in caso di urto da un vetro stratificato potrebbero distaccarsi microframmenti in grado di provocare gravi danni ai bulbi oculari) al fine di garantire una totale sicurezza lo stesso dovrebbe, ove possibile, venire sostituito con vetri acrilici di per sé scevri da rischi in caso di urti.
Considerando, quindi, illogiche tutte le estremizzazioni nel rispetto del mio ruolo di Presidente nazionale del Gruppo Legno di Confartigianato ho inviato un commento ad UNI nel quadro dell’’inchiesta pubblica proponendo una modifica al prospetto 1, la quale permetta di proseguire nell’utilizzo di lastre singole in vetrocamera di dimensioni ridotte (proposti al di sotto dei 2 mq) posti al di sopra del metro dal piano pavimento.

Tale proposta si inserisce nel solco della preesistente UNI 7697, che ad oggi permette l’utilizzo di lastre singole al di sopra del metro a prescindere dalla dimensione del vetro e dal fatto che lo stesso abbia o meno una butilatura perimetrale, rendendo comunque più stringenti i parametri attuali i quali, ove la norma sia stata rispettata, hanno già oggi garantito accettabili margini di sicurezza. Essa però per contro evita, quantomeno per quanto riguarda gli infissi di dimensioni più comuni che si verifichi sia un inutile sovraccarico tanto alla ferramenta quanto alle strutture dei serramenti sia un improvvido aumento del costo che, in tempi di crisi ed a fronte di un ben modesto incremento della sicurezza, dovranno sostenere gli acquirenti finali.

Samuele Broglio