Normativa

65% e 50%. Sorpresa del Governo: la ritenuta d’acconto sale all’8%

La ritenuta d’acconto sui bonifici per il pagamento dei lavori di risparmio energetico e ristrutturazioni aumenta dal 4% all’8%. La disposizione “nascosta” tra le pieghe del disegno di Legge di Stabilità

Le sorprese non finiscono mai. Tutti soddisfatti per la proroga a tutto il 2015 delle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico e le ristrutturazioni siamo raggelati, leggendo attentamente lo Schema di disegno di Legge di Stabilità 2015, scoprendo l’aumento delle ritenuta d’acconto sui bonifici per il pagamento dei lavori che raddoppia seccamente passando dal 4 all’8%. La ritenuta vale a titolo di acconto dell’imposta sul reddito delle imprese per tutti i bonifici relativi a opere e servizi per i quali spetta la detrazione fiscale.

La disposizione è ‘nascosta’ al Titolo V Misure aggiuntive, situato ben lontano dall’articolo 8 del Titolo I che prorogava le detrazioni del 65% e del 50%. E’ contenuta all’art. 44 Altre misure, comma 22, dove si possono leggere le seguenti righe:

22. All’articolo 25, comma 1 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole “4 per cento” sono sostituire dalle seguenti: “8 per cento”.”

La ritenuta d’acconto sui bonifici di banche e poste effettuati per i lavori per i quali in seguito il contribuente avrebbe richiesto la detrazioni fiscale dell’ecobonus o del bonus casa era stata introdotta dal Governo Berlusconi con Ministro dell’Economia e Finanze Tremonti. Due gli scopi della misura: sostanzialmente fare cassa con entrate immediate e introdurre un monitoraggio pressante delle entrate delle imprese operanti nell’edilizia. In parecchi casi (in realtà non si sa esattamente quanti siano stati) le aziende si erano “dimenticate” di inserire a libro i pagamenti per i lavori effettuati per i quali il cliente avrebbe richiesto le detrazioni con conseguente danno per l ‘Erario.

La ritenuta d’acconto del 10% si era rivelata un pesantissimo drenaggio di liquidità per tutti gli operatori dell’edilizia che operano sui fronti del risparmio energetico e delle ristrutturazioni edilizie, in primis produttori e rivenditori di finestre e porte, danneggiando anche la filiera a monte. Dopo le proteste vivissime delle associazioni e federazioni, in particolare Rete Imprese Italia, la ritenuta d’acconto era stata abbassata alla misura più ragionevole del 4% nel 2011 sempre per opera dello stesso Governo.

Dal 1° gennaio la ritenuta d’acconto passerà all’8% sempre che il disegno di legge di Stabilità 2015 venga approvato nel testo licenziato dal Governo.

Sugli effetti disastrosi della ritenuta d’acconto del 10% è sempre utile rileggersi l’intervento molto puntuale del rivenditore Paolo Bacchini che intervenne su questo sito quasi 5 anni fa. Ma non c’è solo l’aspetto del pesante drenaggio di liquidità, come sottolineava all’epoca Uncsaal (ora Unicmi) in quanto “ “considerando che il reddito operativo delle aziende serramentistiche oscilla tra il 5% e il 6% del fatturato (prima degli interessi passivi e delle tasse) un prelievo del 10% del fatturato significa, oltre che un drenaggio di liquidità, soprattutto il congelamento dell’intera redditività operativa. In quest’ottica le migliori aziende del comparto, associate all’Uncsaal, rischiano di fare fatica a sostenere i costi di eventuali finanziamenti (come mutui o fidi), potrebbero essere costrette a ridurre gli investimenti e questo farebbe rallentare il processo di innovazione tecnologica che si è innescato dal 2008”

Resta solo da sperare in un miglioramento del testo proposto dal Governo.
(eb)