Decreto Efficienza energetica. Luci e ombre secondo Finco

Finco commenta il decreto di recepimento della Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica

Il Governo italiano si appresta a emanare un decreto legislativo che recepisce le prescrizioni della direttiva 2012/27/UE, nell’ordinamento giuridico nazionale. Lo schema del decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri è stato inviato al vaglio delle Commissioni parlamentari. Tra i provvedimenti previsti: riqualificazione energetica degli immobili della pubblica amministrazione, obbligo di diagnosi energetica per le grandi imprese e un Fondo nazionale per l’efficienza energetica.
L’obiettivo nazionale indicativo di risparmio energetico alla base del decreto, consiste nella riduzione, entro l’anno 2020, di 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio dei consumi di energia primaria, pari a 15,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di energia finale, conteggiati a partire dal 2010, in coerenza con la Strategia energetica nazionale (SEN). (eb)

Sul provvedimento qui di seguito la valutazione di Finco, la Federazione delle Industrie per le Costruzioni.


L’Arch. Fabio Brivio, VP Finco per la Sostenibilità, delinea luci ed ombre di quello che senza dubbio rappresenta un altro importante passo avanti nel cammino del nostro Paese verso gli obiettivi prefissati di efficienza energetica: l’approvazione dello schema di decreto legislativo di recepimento della Direttiva Europea 2012/27.

“Nel metodo (poiché la Direttiva 2012/27 è dell’ottobre 2012 e l’approvazione della SEN è del marzo 2013) a onor del vero ci sarebbe stato il tempo per un maggior coinvolgimento degli stakeholders.” – afferma Brivio.
“Inoltre, benché la materia sia complessa e variegata, nello schema compaiono, salvo errore per difetto, una decina di “attori” protagonisti a diverso livello (Mise, Mit, Mattm, Mef, Agenzia del Demanio, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Enea, Gse, Autorità per l’Energia Elettrica) più altri soggetti di supporto (Terna, Accredia, Uni, Cti, Fire etc..): tutti certamente adeguatissimi, ma è difficile non cogliere il rischio, che sinora è stato spesso certezza, di sovrapposizioni e duplicazioni nei compiti.
Nel merito intanto, a fronte di alcune misure condivisibili, ci sono alcune aree critiche che confidiamo potranno essere risolte in sede di decretazione attuativa.

Bene l’affidamento ad Enea – che speriamo quanto prima possa superare la prolungata fase commissariale – del compito di elaborare una proposta di intervento di medio/lungo termine per la riqualificazione energetica degli immobili.
Bene il Fondo Nazionale rotativo per gli interventi di efficientamento del patrimonio immobiliare ed infrastrutturale civile ed industriale, attribuendo priorità, tra gli altri, ai temi dell’occupazione indotta e della riqualificazione anche in chiave antisismica. Andrebbe colta l’occasione – in questo ambito – per definire un Ecoprestito a tasso zero per la riqualificazione energetica attraverso i decreti attuativi.
Doverosa l’attenzione (ed il controllo che andrà effettivamente attuato) sulla riqualificazione riguardante il patrimonio degli edifici pubblici.”
“Perplessità invece” – conclude Brivio – “su come viene affrontato il tema del teleriscaldamento e su alcuni aspetti dell’articolato riguardante qualificazione, accreditamento e certificazioni.”