Durf e appalti. Protestano le Associazioni: “blocca l’edilizia”

Il Durf, il documento unico di regolarità fiscale, blocca l’edilizia. Abi, Ance, Assonime, Confindustria, R.ETE. Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) hanno scritto al ministro dell’Economia Gualtieri per chiedere la soppressione delle nuove regole in materia di ritenute negli appalti o, almeno, di procrastinarne l’entrata in vigore al 1° luglio 2020, applicandole ai contratti stipulati dal 1° gennaio 2020.

Preso di mira in particolare l’articolo 4 del decreto fiscale (dl 124/2019-Legge 157/2019) collegato alla legge di Bilancio 2020 che per opere o servizi di importo complessivo annuo sopra i 200.000 euro contempla una serie di misure in materia di contrasto all’omesso versamento delle ritenute, come l’obbligo per il committente di richiedere all’impresa appaltatrice o affidataria e alle imprese subappaltatrici, obbligate a rilasciarla, copia delle deleghe di pagamento relative al versamento delle ritenute ai fini del riscontro dell’ammontare complessivo degli importi versati dalle imprese.  Tuttavia l’impresa può essere esonerata dalle comunicazioni se presenta il Durf, detto anche il Durc fiscale, un documento che spesso non è agevole ricevere dall’Agenzia delle Entrate.

Ne avevamo parlato a fine anno (vedi news) come fonte di grandi problemi non appena il Decreto fiscale era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Obiettivo del provvedimento è contrastare l’omesso versamento dell’IVA e nell’utilizzo di crediti falsi, soprattutto IVA, per il pagamento (con il meccanismo della compensazione regolato dall’articolo 17 del d. lgs. n. 241 del 1997) delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali o assistenziali sui redditi da lavoro dipendente.

Tuttavia ci sono ancora molti profili, spiegano le Associazioni, che richiedono ulteriori approfondimenti per consentire l’adeguamento dei processi gestionali e amministrativi, sia delle imprese committenti sia di quelle esecutrici. Infatti poter confidare su un quadro regolatorio chiaro in tutti gli aspetti è un presupposto imprescindibile per consentire alle imprese di riorganizzare, una volta per tutte, i processi amministrativi e gestionali e di eseguire correttamente i nuovi adempimenti che, altrimenti, si pretenderebbe di ottenere “al buio” dal prossimo 17 febbraio.

Molte imprese segnalano il concreto pericolo che la nuova disciplina possa bloccare l’attività di interi settori. È necessario inoltre un sistema automatizzato e digitalizzato di rilascio dei certificati per evitare il rischio ingolfamento degli Uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Nella giornata di ieri l’Agenzia delle Entrate ha risposto con una propria circolare.

a cura di Ennio Braicovich