Normativa

Forniture “senza” IVA. Finco chiede un incontro con il sottosegretario Baretta

Una normativa europea del 1993 consente di “aggirare” l’IVA nei rapporti intracomunitari tra le aziende

Forniture di prodotti da costruzione come i serramenti senza IVA? Si può, ma lo possono fare solo le aziende straniere.  Come funziona il meccanismo lo spiega nella newsletter n. 5 del 1° giugno Finco, la Federazione delle Industrie per le Costruzioni. Il meccanismo, perfettamente legale, consente alle imprese di costruzione e ai rivenditori italiani di acquistare prodotti all’estero sgravati di IVA. Il che si traduce semplicemente in un vantaggio competitivo che può anche essere del 22%. Di questo meccanismo si parla sempre di più tra gli operatori dell’edilizia visto il crescente peso delle importazioni di prodotti da costruzione da paesi comunitari.
Come funziona? Così spiega la newsletter: “un’azienda comunitaria che vende in Italia può vendere all’impresa Italiana o ai rivenditori Italiani direttamente senza l’IVA secondo un meccanismo molto semplice: un’azienda Polacca vende ad un’azienda Italiana il lotto dei prodotti da costruzione senza l’aggravio dell’IVA; a sua volta l’azienda italiana si autofattura l’imposta dell’IVA ed entro il mese utilizza lo strumento del Reverse fra stati per annullare l’imposta”.

Il reverse charge, o inversione dell’onere di versamento dell’IVA, è quel meccanismo fiscale che prevede che sia il destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi a pagare l’imposta in luogo del cedente o prestatore.

Tutto dipende da una normativa comunitaria che risale al 1993, spiega la Federazione, considerata allora “norma transitoria” ma che attualmente è tuttora in vigore, e che per l’appunto prevede la possibilità nei rapporti “Business to Business” di non gravare la fornitura dell’imposta dell’IVA. Questo solo nei rapporti tra aziende e quindi non con il privato.
Dopo oltre 20 anni si tratta di mettere questa norma in soffitta. Come segnala Finco: “Occorrerebbe mettere fine ad una transitorietà che poteva avere un senso nel ’93, quando i paesi partecipanti al mercato comune si potevano di fatto equivalere, ma non oggi con l’ingresso di economie alquanto più disomogenee”. Come dire che oltre al vantaggio del prezzo, certi prodotti esteri godono anche del vantaggio dell’IVA.
Finco segnala di aver chiesto un incontro in merito al Sottosegretario del Ministero dell’Economia e Finanze PierPaolo Baretta.
(eb)

Doc. Connecting managers