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I cassonetti e i decreti del 26 giugno 2015

La norma impone che, nelle sostituzioni di finestre che prevedono l’oscurante avvolgibile, si abbia cura di isolare anche questo, cosi che la trasmittanza media del componente finestrato, comprensivo dell’alloggio per il sistema oscurante, rientri nei limiti di trasmittanza. Al riguardo un articolo di Giovanni Tisi è stato pubblicato su Finestra di febbraio

Nel decreto interministeriale del 26 giugno 2015 che fissa i nuovi limiti di trasmittanza dei vari componenti dell’involucro edilizio, la tabella 4, che riporta le trasmittanze limite che più ci interessano, cioè quelle dei serramenti, recita: “Tabella 4 – Trasmittanza termica U massima delle chiusure tecniche trasparenti e opache e dei cassonetti, comprensivi degli infissi, verso l’esterno e verso ambienti non climatizzati soggette a riqualificazione”.  La norma quindi impone che, nelle sostituzioni di finestre che prevedono l’oscurante avvolgibile, si abbia cura di isolare anche questo, cosi che la trasmittanza media del componente finestrato, comprensivo dell’alloggio per il sistema oscurante, rientri nei limiti di trasmittanza.

Il calcolo è banale: i due componenti, serramento e cassonetto, concorrono al totale per la loro superficie, più una quota di ponte termico che si viene a creare tra i due, lungo il traverso superiore della finestra. Il calcolo è banale, ma non è di pertinenza del serramentista.

Non lo è, perché l’immissione sul mercato dei cassonetti non è regolata da una norma di prodotto, e le norme di prodotto relative ai serramenti (UNI EN ISO 14351) e ai sistemi oscuranti (UNI EN ISO 13659), non prevedono l’esistenza di questo strano incrocio, di questa somma di componenti e quindi non fissano i criteri di misura delle prestazioni.  Il cassonetto rappresenta sicuramente il punto debole della chiusura, sia per la prestazione termica, sia per la tenuta all’aria. I nuovi decreti impongono che se ne tenga conto per il rispetto dei limiti di soglia, salvo che non si vogliano inventare interpretazioni contrarie difficili da sostenere. Esiste una molteplicità di possibili interventi che portano alla soluzione del problema, ma nessuna di queste soluzioni è semplice e completa al tempo stesso: o ci si limita al minimo sindacale (qualcosa è meglio che niente), o si fanno interventi radicali che hanno il loro costo anche in termini di invasività. Che il calcolo tocchi al produttore non sta scritto da nessuna parte; anzi, nella norma c’è scritto che dovrebbe esserci un tecnico abilitato.

Ma sappiamo come andrà a finire: mentre si invoca la presenza di un termo tecnico, prepariamoci a fare il calcolo della trasmittanza media: è un calcolo semplice e può migliorare la prestazione dell’insieme, aiutandoci a raggiungere i nuovi valori limite, non sempre agevoli da rispettare. 

Un approfondimento sul tema a cura dell'ing. Giovanni Tisi è apparso sotto forma di articolo sul numero di febbraio di Nuova Finestra.

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