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L’intervento. Normazione 4.0: utopia o necessità?

Interviene Normator: L’Industria 4.0 ha bisogno di una Normazione 4.0. Il ruolo degli Enti Normatori è cambiato ma essi non se ne sono accorti. Vivono ancora nel novecento

Un paese moderno proiettato verso l’Industria 4.0 ha bisogno di enti normatori in grado di cavalcare essi stessi il processo di innovazione invece di rimanere ancorati al novecento cercando di far quadrare i bilanci vendendo carissime le norme, spesso in inglese.

Qui interviene uno specialista della normativa nazionale e internazionale, che suggerisce un modo diverso e proattivo di essere ente normatore 4.0 e propone tante idee per enti che altrimenti rischiano di essere sepolti dal download facile di norme offerte al più basso prezzo possibile da enti normatori esteri, specie dell’Est.

Non è nostra …norma ospitare interventi coperti dall’anonimato. Qui però l’autore del testo, che chiameremo con lo pseudonimo Normator, ci ha pregato di non svelare la sua identità e noi rispetteremo il suo desiderio.

(eb)

Normazione 4.0: utopia o necessità?

Ormai da un paio d’anni a questa parte l’argomento all’ordine del giorno del mondo industriale e, fortunatamente, anche di quello politico è: Industria 4.0. Questa è la nuova sfida del futuro: l’internet delle cose.

L’industria è anni che lavora e investe in questa direzione scontrandosi, purtroppo, con i ritardi cronici delle infrastrutture e la mancanza di visione strategica di quelle che dovrebbero essere le strutture di supporto dello sviluppo industriale.

In particolare oggi ci scontriamo con una rete informatica ancora ampiamente insufficiente e inaffidabile per sostenere le necessità di sviluppo dell’Industria 4.0 e con un mondo normativo fermo alla sua nascita, quasi cento anni fa.

Norme care e iperprotette

Abbiamo enti normatori che pensano di essere al passo con i tempi perché mettono a disposizione le norme in formato elettronico: basta un click per scaricarle e non è più necessario aspettare i tempi postali per ricevere le copie cartacee.

Ma poi? Quello che scarichiamo è superprotetto. Possiamo utilizzarlo solo sul computer dove è stato scaricato. Non possiamo copiarne pezzi. A malapena riusciamo a stamparne una copia. E questo è un servizio all’industria?

Sembra un paradosso ma l’industria paga per poter partecipare ai gruppi che producono le norme, investe persone, tempo e denaro per discutere e preparare le norme e poi paga per acquistare quelle stesse norme che ha prodotto. E in tutto questo, qual è il ruolo dell’ente normatore? Quello di perpetuare una macchina autoreferenziale sempre più costosa, quello di far pagare sempre di più le norme prodotte dall’industria, quello di investire sempre più risorse per rendere impossibile utilizzare le norme (cosa che viene spacciata come necessaria per tutelare copyright, impedire la circolazione “impropria” delle norme, ecc.).

Cosa fare allora?

Innanzitutto sgombriamo il campo da ogni possibile equivoco: gli Enti Normatori servono, anzi sono indispensabili per l’industria. Il loro ruolo è insostituibile. Devono solo diventare un supporto per l’industria e smettere di esserne, invece, un bastone fra le ruote.

L’Industria 4.0 ha bisogno di Normazione 4.0. E allora, come noi rivoluzioneremo il nostro modo di produrre, gli Enti di Normazione dovranno rivoluzionare il loro modo di fare le norme.

Basta con il modo di fare le norme di cento anni fa! Cominciamo a utilizzare le possibilità che ci mette a disposizione l’evoluzione degli strumenti informatici! Smettiamo di produrre una sequenza di pagine e cominciamo a produrre un intreccio di hyperlink. Cominciamo a fornire all’industria le informazioni in formato elettronico per poter programmare nelle macchine utensili i parametri dei pezzi da produrre. Perché devo avere in azienda persone che ricopiano nelle “intelligenze” dei macchinari i parametri fissati dalle norme per i miei prodotti invece di inserire semplicemente, una volta per tutte, un indirizzo dove il mio macchinario può trovare i parametri necessari e, per di più, sempre aggiornati?

Perché? Perché? Perché?

Perché devo spendere soldi per acquistare “pacchi” di norme (che poi devo leggere, interpretare, riconvertire in informazioni comprensibili dalle mie macchine) invece di pagare semplicemente l’accesso a una piattaforma informatica dove posso trovare tutte le informazioni e i parametri che mi sono necessari per produrre?

Perché invece di investire tempo e risorse in protezioni sempre più sofisticate delle “vecchie” norme gli enti normatori non investono le stesse energie per veramente rivoluzionare il modo di fare e di mettere a disposizione le norme?

Invece di inventarsi modi per far pagare sempre di più l’industria per una normazione obsoleta perché non cominciare a pensare che la platea che sarebbe interessata a utilizzare una normazione 4.0 è talmente vasta che una evoluzione in quella direzione produrrebbe un servizio vendibile a qualche centinaio di euro all’anno, se non, addirittura, a poche decine di euro.

E perché non pensare che, addirittura, la Normazione 4.0 possa diventare uno degli incentivi governativi per velocizzare lo sviluppo della nostra industria e della nostra nazione?

O pensiamo sia più efficace chiedere alla nostra industria di investire mezz’ora del suo tempo per navigare in rete e trovare l’ente normatore che mette a disposizione le norme al prezzo più basso (tanto basta un click per averle sul proprio computer e l’inglese è, ormai, diventata la madre lingua delle attività produttive)?

Normator

 

Foto: fonte Istituto Comprensivo di Palena-Torricella Peligna