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MADE expo dopo MADE expo

Prime valutazione di MADE expo 2019 da dopo fiera

Si è chiusa sabato 16 la nona edizione di Made expo, di fatto l ‘unica fiera italiana dell’edilizia e dell’architettura degna di questo nome. È sempre difficile dare una valutazione onesta e il più possibile oggettiva di una manifestazione così articolata e ampia a poche ore dalla sua conclusione. La valutazione vera la daranno le aziende espositrici e ciò richiederà mesi e mesi.

Constatazione generale è che Made expo sia giunta a una dimensione -per partecipazione di espositori e visitatori – molto contenuta rispetto alle prime edizioni.

Che cosa c’è dietro Made expo?

Di mezzo c’è stato l’uragano e il terremoto che hanno scosso negli ultimi 10 anni la nostra edilizia con 600 mila persone gettate sul lastrico (e ciò non ha fatto notizia) e decine migliaia di aziende chiuse (e ciò pure non ha fatto notizia). Seicentomila lavoratori sono più degli abitanti di Genova. E’ come se fosse sparita la terza città del Nord del paese. Probabilmente con il loro lavoro davano da mangiare a sé stessi, alla moglie e a un figlio almeno. Diciamo due milioni di persone? potrebbe essere.

Le imprese di costruzione sono diventate il soggetto a maggior rischio per il sistema bancario e per i loro fornitori e tutta la ricca e articolata filiera. In dieci anni il fatturato complessivo del settore (dati Ance) si è ridotto di 50 miliardi di euro portandosi a quota 128. Una riduzione del 30 per cento. Più o meno la stessa riduzione che ha subito il settore serramenti inteso alla larga: dagli infissi alle chiusure tecniche, dai vetri alle facciate continue, alle porte di vario tipo, alle schermature solari e agli oscuranti.

La piccola ripresa che segnalano la stessa Ance per l’edilizia (+1,5% nel 2018 e +2% per l’anno in corso) e Unicmi per il settore dei serramenti e facciate continue non basta per entusiasmare. Per fortuna resistono grazie agli incentivi fiscali  le ristrutturazioni edilizie e i lavori di risparmio energetico che è bene ricordare rendono allo Stato più di quanto costino (fonte: Camera dei Deputati, vedi news).

Tutto questo per dire che l’edilizia rimane e sarà, probabilmente sempre, un grande settore industriale e artigianale per il paese. Per di più molto legato al territorio. E come tale ha bisogno di punti cardinali essenziali come la fiera. Un grande paese come il nostro ha bisogno di una grande Fiera. E certamente in fiera non ci si diverte quando attorno è stato fatto un deserto e la politica di questo deserto si è a malapena accorta.

Poteva Made expo fare di meglio?

Qualcuno ci domanda e si domanda se Made expo poteva far di meglio per reggere alla prova della tempesta? Non ho risposte da dare. Certamente tutto è migliorabile e tutto poteva essere fatto meglio.  Ad esempio, il settore serramenti e affini che vedo occupare così grandi spazi in fiera mi pare conti poco nelle scelte strategiche della fiera. Molti, tanti espositori si sentono ospiti, per di più paganti, ma sempre ospiti del patron FederlegnoArredo.

Vedo all’estero il successo di altri enti fieristici che operano nello stesso settore. Fiere belle e affollate di espositori e pubblico gestite in maniera altamente professionale, ma il gioco è facile quando l’edilizia va.

Come nota a margine segnalo ai lettori una cartina di tornasole, non fieristica ma pubblicitaria, dell’andamento del settore. Nei giorni prima della fiera i grandi quotidiani di solito presentavano paginate di pubblicità di aziende del settore edile, in primis di serramenti. Quest’anno la prudenza ha portato al vuoto pressoché totale. Il clima rimane di grande attesa.

Gli organizzatori della fiera, nonostante la grande volontà di far bene, possono fare poco in frangenti come questi, in balìa dei marosi.  Adda passà ‘a nuttata. Ciò significa riduzione del numero degli espositori che ha influenza immediata anche sul numero dei visitatori. Il circolo diventa vizioso. Meglio guardare al futuro con animo positivo e propositivo, vedi il comunicato finale, puntando sullo sbloccacantieri e sul rilancio dell’edilizia, promesso qui da tutti i politici in passerella (vedi intervista a Massimo Buccilli, presidente di Made expo).

Dice una vecchia espressione francese: “Quand le batiment va, tout va”. Quando l’edilizia va, tutto va bene. La pronunciò nel 1850 (proprio così!) alla Camera dei deputati francese Martin Nadaud, un muratore eletto parlamentare. Ancora oggi l’espressione vale in Francia. Ma vale anche per l’Italia.

Ennio Braicovich