Economia

Materie plastiche in agitazione e il pvc raddoppia

Nel giro di un anno, dal punto di minimo storico, due materie plastiche di grande impiego salgono di prezzo alle stelle…sempre se le trovi. Ma anche le altre non scherzano. Che cosa sta succedendo e sopratutto che cosa succederà? Ne parliamo con due esperti: l’ing. Marco Piana, direttore di PVC Forum e il dott. Paolo Arcelli di Plastic Consult.

Anche ad aprile continuano gli aumenti di prezzo delle materie plastiche e il pvc non si sottrae a questa dinamica, che peraltro è allineata a quella delle altre materie prime come da giorni stiamo riportando (vedi fine articolo). Intendiamoci, il pvc ha tanti altri impieghi oltre alla serramentistica. L’edilizia globalmente assorbe un terzo del mercato italiano. Oltre ai serramenti ci sono anche i tubi e tanti altri impieghi nell’industria delle costruzioni. Altri settori di sbocco sono l’imballaggio, l’elettrotecnico, il mobile/arredo, l’agricoltura, il trasporto, il medicale, gli elettrodomestici…I trasformatori che lavorano per tutti questi settori ora sottoposti a una forte pressione per due fenomeni che si stanno intrecciando tra di loro: il forte aumento dei prezzi e la carenza degli approvvigionamenti.

Materie plastiche sotto pressione, pvc in sparizione?

Marco Piana, PVC Forum
Marco Piana, PVC Forum

Spiega l’ing. Marco Piana, direttore di PVC Forum: “Il pvc oramai non c’è più sul mercato, almeno in apparenza. Ci sono estrusoristi (non per serramenti) con impianti fermi perché mancano di materia prima. Questo non capita solo nel settore delle materie plastiche. Un amico industriale mi diceva qualche giorno fa che era alla ricerca di chiodi e il suo fornitore gli ha semplicemente che non ce n’erano. Neanche per riassortimento. E non credo che scherzasse. La vera paura adesso è un’altra.”

E quale? chiediamo. Piana: “Il timore è che il prezzo delle materie plastiche crolli di botto lasciando dietro di sé morti e feriti. E’ già successo in passato.  Chi compra oggi a questi prezzi rischia di pagarla cara quando dovrà immettere i prodotti a prezzi più alti dei propri concorrenti che sono stati più prudenti negli acquisti e logicamente avrà difficoltà a piazzarli in un mercato molto competitivo”.

Quando caleranno i prezzi del pvc?

La domanda che gli operatori si stanno facendo in tutti i settori di assorbimento del pvc è quando si assisterà alla discesa delle attuali quotazioni. Un tentativo di risposta viene da un esperto del settore materie plastiche: il dott. Paolo Arcelli di Plastic Consult, società milanese di consulenza e ricerche di mercato.

Paolo Arcelli, Plastic Consult

E la domanda è inevitabile:  dott. Arcelli, tutti si chiedono quando caleranno i prezzi del pvc e delle altre materie plastiche?

“Ritengo non prima di un paio di mesi, purtroppo. Tra aprile e maggio si dovrebbe assistere al picco delle quotazioni. Quanto alla mancanza di materia prima non credo, come diversi pensano, che ci sia un cartello che tiene alti i prezzi e fa mancare le forniture”.

Che cosa le fa credere tutto questo?

Arcelli: “Guardiamo bene la situazione andando indietro nel tempo. Lo scorso anno, il PVC resina è stato il primo polimero termoplastico a dare segni di vivacità, e manifestare le prime avvisaglie di salita verso l’alto. Maggio 2020 è il mese in cui tutte le materie plastiche, quanto meno in Italia, hanno segnato il minimo storico da quando esiste l’euro. Il PVC si è mosso prima delle altre materie plastiche. Fino a novembre la situazione domanda-offerta è stata abbastanza bilanciata ma con prezzi comunque crescenti. Poi, vi sono stati i primi intoppi che hanno fatto saltare l’equilibrio”.

E quali sono stati questi intoppi?

“Ce ne sono stati diversi, ad esempio sono stati dirompenti i dazi UE per il PVC di provenienza USA a seguito della guerra commerciale tra USA e UE, introdotti quando Trump colpiva le auto europee. Per ripicca l’Ue ha colpito con un dazio del 25% una serie di prodotti chimici tra cui il PVC ma non, ad esempio, il polietilene. Così è stato. Non so con quali criteri siano stati individuati alcuni prodotti chimici e altri no.

Poi vi è stata una concatenazione di eventi sfortunati. Già da metà anno si è assistito alla riduzione delle importazioni a causa dei prezzi bassi in Europa. Così, ad esempio, i flussi provenienti dal Messico, rilevanti per l’industria europea del PVC, si sono decisamente ridotti.

A dicembre si è verificato un pauroso inceppo della logistica dall’Asia: i container che si trovavano 600-1.000 dollari a fine novembre, due mesi dopo, a febbraio, costavano 9.000 dollari. Almeno 10 volte tanto. Ora per fortuna stanno ricominciando a calare. Anche questo fattore logistico ha contribuito un ulteriore riduzione dei volumi di import di PVC. Ma le sfortune del settore non finiscono qui…”

Ovvero?

“Da dicembre in avanti, diversi impianti in Europa hanno avuto problemi, ciclicamente succede ma il tempismo è stato pessimo. La mancanza di disponibilità ha fatto ulteriormente salire i prezzi. Nel frattempo l’industria europea, che aveva già cominciato a rivitalizzarsi all’inizio del quarto trimestre 2020, ha chiesto più materiale, materiale che non c’era”.

Poi, aggiungo io, sfortuna si aggiunge a sfortuna e, a febbraio, un’ondata di freddo ha bloccato tre mega impianti di Total, Exxon e Marathon nel Texas gettando nel panico gli operatori Usa e non solo quelli, in tempi di economia globalizzata…

Arcelli: “Di fatto quello a cui abbiamo assistito e stiamo assistendo in questi mesi è un livello di domanda percepita molto più elevata rispetto ai reali bisogni. Il materiale non è disponibile e la richiesta da parte dell’industria di trasformazione è elevatissima.  Così ad aprile registriamo altri aumenti. Maggio, come anticipato, auspicabilmente dovrebbe essere l’ultimo mese di rincaro e quindi i prezzi dovrebbero stabilizzarsi, per poi progressivamente ridiscendere.

Ai prezzi attuali l’Europa sta diventando nuovamente attraente per gli importatori, ma un ordine effettuato oggi verrà consegnato non prima di uno o due mesi a seconda delle provenienze..

Che succede per altre materie plastiche utilizzate in edilizia e in serramentistica? Ad esempio, che succede alla poliammide?

Arcelli: “Il nylon? È semplicemente sparito o meglio è in rarefazione il che è un guaio per i serramentisti in alluminio che lo utilizzano per il taglio termico. Anche le basi per le vernici, i leganti stanno sparendo, per riapparire quando la domanda si riequilibra. Il polistirolo è salito, solo nel mese di marzo di almeno 500€/t, e probabilmente salirà ancora in aprile. Il polistirolo espanso, importante per i cappotti isolanti, ha quotazioni anche superiori a 2.000€/tonnellata, un raddoppio rispetto ai minimi dello scorso anno. Molto in generale dipenderà anche dall’andamento dei prezzi e delle disponibilità di una serie di precursori e intermedi, e dei monomeri, indispensabili alla produzione. Pian pianino la situazione dovrebbe riequilibrarsi, dalla seconda metà di luglio?”

Certamente mi vien da considerare che se l’Europa vuole continuare ad essere il regno dell’industria, non possiamo scoprire che ci mancano le materie plastiche, ma anche l’acciaio, l’alluminio, e pure i farmaci di base che oramai vengono prodotti tutti in India e in Cina.

Arcelli: “L’Italia ha ridotto da decenni la produzione di polimeri e più in generale l’output di prodotti petrolchimici. Ma anche l’Europa, con un po’ di ritardo, ha fatto lo stesso. E’ da diversi anni che pressoché tutti i nuovi impianti di cracking o di polimerizzazione sono stati installati o in prossimità dei feedstock, in Medio Oriente e Nord Africa, o in Asia dove cresceva (e cresce tutt’oggi a ritimi sostenuti) la domanda, ovvero in prossimità del mercato. Sul continente si è assistito così a una serie di chiusure di impianti. Oggi l’industria delle materie plastiche acquista fuori Europa il 15% del fabbisogno. Svanito questo 15% per la serie di sfortunate concatenazioni di eventi che ricordavamo prima, abbiamo assistito ai forti aumenti dei prezzi e alla pesante riduzione dei volumi disponibili. La conclusione è che l’Europa non ha considerato strategica l’industria petrolchimica e delle materie plastiche, e più in generale mi pare manchi una visione strategica degli approvvigionamenti delle materie prime, che è stata delegata al commercio mondiale e alle importazioni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

PS: Notizia dell’altro ieri:  EuPC, la Federazione europea dei trasformatori di materia plastica ha richiesto alla Commissione europea di ridurre i dazi sulle importazioni di polimeri.

 

Prossime puntate del viaggio tra i prezzi di materie prime, semilavorati e componenti:

-il pvc per serramenti;

-gli accessori per serramenti

Precedenti puntate:

Prezzi di metallo, plastiche e legno alle stelle

Alluminio in piena crescita. Nelle applicazioni e… nei prezzi

Serramenti in alluminio con il vento in poppa e …minaccia prezzi

Acciaio. Quanto sarà inarrestabile la corsa verso l’alto?

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a cura di Ennio Braicovich