Normativa

Blocco norme EN. Broglio: urrà per Carlo Calenda

Il responsabile norme di Confartigianato interviene sull’ interrogazione scritta alla Commissione europea da parte dell’eurodeputato Calenda sul blocco di tante norme EN

Samuele Broglio, responsabile norme di Confartigianato, di solito molto misurato nelle sue espressioni, questa volta ha potuto fare a meno di salutare con un “urrà” l’interrogazione scritta alla Commissione europea da parte dell’eurodeputato Carlo Calenda (vedi news). L’ex ministro dello Sviluppo economico ha chiesto alla Commissione conto del blocco di tante norme EN che non riescono a decollare ponendo in difficoltà il mercato delle costruzioni, committenti e imprese.

Calenda aveva preso come caso di specie la norma EN 13830 sulle facciate continue ma il problema riguarda altre quattro norme nel settore serramenti e altre 130 nel settore delle costruzioni, un settore che conta per il 12% del PIL dell’Unione europea. Nel suo intervento Broglio mette in luce le tante contraddizioni di un sistema divenuto “autoreferenziale, lento, pesante, impermeabile alle sollecitazioni esterne, vischioso come la melassa”. Merito di Calenda è aver posto la Commissione di fronte alle sue responsabilità. Domanda più che necessaria: ma gli altri eurodeputati non si sono mai accorti del problema? (EB)


Norme EN: una situazione paradossale

Che devo dire? un urrà per Carlo Calenda che, primo tra i parlamentari europei, si è accorto dell’esistenza di una situazione paradossale nella quale le aziende del settore prodotti da costruzione da un lato vengono chiamate a fare continua innovazione sia per evitare l’esclusione dal mercato sia perché forzate da una legislazione nazionale in continua evoluzione mentre dall’altro sono costrette ad attestare le prestazioni dei loro prodotti utilizzando norme drammaticamente obsolete in quanto redatte almeno da un decennio (quando va bene….).

Un caso drammatico

Un caso drammatico di questo scollamento normativo (ma non è l’unico, la triste saga delle porte interne è altrettanto rappresentativa del caos normativo oggi in atto) , oltre al citato caso delle facciate continue, è rappresentato dalle chiusure oscuranti nel cui caso in Italia:
-il mercato richiede unicamente il “valore g”, in quanto unica caratteristica prestazionale necessaria ad ottenere gli sgravi fiscali per riqualificazione energetica
-la legislazione nazionale richiede nuovamente solo ed unicamente il “valore g”, al fine di rispondere al dettato del Decreto Requisiti Minimi
-in Marcatura CE si prosegue pervicacemente ad indicare solo ed unicamente il valore della resistenza al carico del vento (del quale per inciso tutti se ne strafregano), in quanto la tristemente anzianotta UNI EN 13659:2008, scritta in tutt’altro periodo storico, solo ciò prevede come caratteristica armonizzata.
A fronte di quanto sopra, pur essendo ormai da anni in presenza della nuova UNI EN 13659:2015 (per inciso armonizzata sotto Direttiva Macchine ma non armonizzata sotto CPR, un altro capolavoro “Made in EU”) che giustamente riporta tra le caratteristiche armonizzate non solo il tanto agognato “valore g” ma anche la altrettanto utile “resistenza termica aggiuntiva”, le aziende sono obbligate a redigere una doppia documentazione, composta da un lato dalla Marcatura CE con riportato l’armonizzato ma inutile e disdegnato valore di resistenza al carico del vento e dall’altro da una dichiarazione a parte riportante il richiestissimo “valore g”.
In pratica una situazione surreale degna della miglior produzione kafkiana.

Per anni il CEN, e nello specifico il TC33 che scrive le Norme relative a serramenti, facciate continue oscuranti ecc…, ha cercato in vari modi di sbloccare questa imbarazzante situazione, ma tutto quello che si è ottenuto è stato di partecipare ad interminabili sedute plenarie senza ottenere alcun risultato.
Ora arriva l’interrogazione dell’on. Calenda, che oltre ad andare velocemente e chiaramente al punto ha sicuramente il pregio di configurarsi come una voce nuova, diversa da “quei soliti rompiscatole del CEN” che in quel di Bruxelles ormai temo vengano omologati a fastidiosi insetti ronzanti.

Quale risultato pratico ci si può attendere da ciò?

Mi si perdoni per il mio pessimismo, ma temo che alla fine si approderà nuovamente ad un nulla di fatto. Le norme oggi in attesa di armonizzazione resteranno lì dove sono in attesa degli ormai leggendari atti delegati, delle nuove standardisation requests e, perchè no, del nuovo Regolamento Prodotti da Costruzione, che arriveranno, sì arriveranno….ma non si sa quando.
La verità è che ormai il “sistema UE” è autoreferenziale, lento, pesante, impermeabile alle sollecitazioni esterne, vischioso come la melassa, tutti difetti che da sempre hanno contraddistinto i grandi sistemi burocratici.
In tali sistemi le cose cambiano lentamente, e solitamente se cambiano lo fanno più per dinamiche interne legate agli automatismi del sistema che non a fronte di sollecitazioni prevenienti dal suo esterno quali potrebbero essere, come in questo caso, le problematiche create al mercato da uno scollamento tra realtà e leggi.
Quindi speriamo in bene, ma rimanendo prudentemente pessimisti per non trovarci poi delusi.

Samuele Broglio, responsabile norme di Confartigianato

a cura di Ennio Braicovich