Sconto in fattura per ecobonus. Commissione Industria Senato: “Ora Governo corregga”

Approvata all’unanimità dalla Commissione Industria, Commercio,Turismo una risoluzione che dà al Governo degli indirizzi precisi su come confermare, correggere e potenziare le misure a sostegno degli interventi di riqualificazione energetica oggi esistenti proteggendo le piccole e medie imprese. Ora tocca all’Esecutivo trovare una soluzione.

Sconto in fattura e cessione del credito ecobonus da articolo 10 Decreto Crescita ancora sotto i riflettori della Commissione Industria, Commercio,Turismo presieduta dal sen. Gianni Pietro Girotto. Finalmente si sono chiusi stamane i lavori sull’Affare assegnato n. 290 “Ricadute dei sistemi di incentivazione per la riqualificazione energetica degli edifici sulle filiere produttive di settore”.

La Commissione – precisa Girotto – ha voluto dare il suo contributo per superare il problema, attraverso l’adozione di una risoluzione che impegna il Governo a individuare adeguati meccanismi di protezione temporanei per le piccole e medie imprese e a dare seguito alle raccomandazioni dell’Autorità. La risoluzione punta anche a potenziare gli interventi di riqualificazione energetica, semplificare il meccanismo del conto termico, aggiornare il meccanismo dei certificati bianchi e promuovere il modello e il ruolo delle ESCo.
“Al Governo ora – conclude Girotto – la responsabilità di intervenire con la Legge di Bilancio per coordinare gli sforzi, individuando i migliori punti di caduta. Da parte nostra, continueremo a seguire la vicenda fino a che tutti i soggetti coinvolti saranno tutelati nei loro interessi”.

Insomma, la Commissione Industria del Senato conferma autorevolmente che lo sconto in fattura come da articolo 10 del Decreto Crescita va corretto come da mesi stanno dicendo gli operatori del settore, le associazioni e  noi con loro (fin dal 1° maggio). E se non si trova la quadra che accontenti tutti, è meglio abrogarlo.

Dal ciclo di audizioni svolte (vedi news) è emerso palesemente il rischio di creare una distorsione del mercato in cui soltanto i fornitori più strutturati e dotati di elevata capacità organizzativa e finanziaria avrebbero potuto anticipare ai clienti la liquidità necessaria a ottenere lo sconto e disporre della capienza fiscale sufficiente per compensare il credito di imposta. Tutto, ovviamente, a scapito delle piccole e medie imprese, una filiera di competenze artigianali e professionali che da sempre si è distinta nel settore edilizio e che va tutelata.
“Non c’è dubbio che il meccanismo debba essere corretto” evidenzia il senatore pentastellato.
Il rischio discorsivo del mercato era stato denunciato anche dall’AGCM– Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a fine ottobre (vedi news) che aveva rilevato come il meccanismo della cessione del credito d’imposta avrebbe finito per tradursi in un vantaggio competitivo differenziale in favore delle imprese di maggiori dimensioni o dei grandi trader di energia, che dispongono di ampia liquidità, di rilevante capacità di ricorrere al credito bancario e di imporre il timing dei pagamenti ai propri fornitori, nonché in grado di recuperare facilmente il credito in compensazione in quanto grandi debitori fiscali. Caratteristiche che non sono possedute dalle imprese di piccole e medie dimensioni, per le quali lo strumento della cessione del credito con recupero a compensazione sarebbe stato di difficile, se non impossibile, utilizzo.

Ora tocca all’Esecutivo correggere una misura dello sconto in fattura contro cessione dei crediti ecobonus introdotto dall’articolo 10 del Decreto Crescita.

a cura di Ennio Braicovich