Serramenti antieffrazione. Rigone: ok al cascading

Al punto 7.2.5 della norma EN 14351-1 si cita esplicitamente il Cascading

Cascading o no per i serramenti antieffrazione? Sul dibattito se l’attuale normativa europea ammetta o meno il cascading ITT interviene il direttore tecnico di Unicmi, prof. ing. Paolo Rigone. La discussione nasce dalla richiesta di informazione in merito di un produttore di serramenti, la società Coserplast, che avevamo girato al geom. Roberto Porta, specialista di chiusure antieffrazione dell’Istituto Giordano e che aveva escluso la possibilità del cascading per i serramenti antieffrazione. In merito erano intervenuti gli esperti Paolo Monticelli di CSI e Samuele Broglio che invece la ammettevano. Qui di seguito l’intervento di Paolo Rigone che sostanzialmente sigilla il dibattito. Ringraziamo tutti i partecipanti al dibattito che ha permesso di chiarire alcune aree non perfettamente chiare della nostra normativa.

L’occasione è perfetta per evidenziare, come richiama Rigone alla fine del suo intervento, che il Cascading ITT ha valore solo se il serramentista utilizza strettamente la componentistica utilizzata dal sistemista nelle prove ITT e si attiene alle sue istruzioni di assemblaggio, pena la decadenza. Questo naturalmente vale per le caratteristiche dei serramenti antieffrazione ma anche per tutte le altre caratteristiche degli infissi. (eb)

Foto: da Loss Consultant


Paolo Rigone

Il requisito di resistenza all’effrazione non è contenuto nell’Appendice ZA non perché non si possa applicare il cascading, ma semplicemente perché non si tratta di una caratteristica essenziale, ma volontaria, quindi non oggetto di DoP-Dichiarazione di Prestazione e di Marcatura CE.

L’unica parte armonizzata (cioè sostanzialmente cogente) della UNI EN 14351-1 è appunto l’Appendice ZA – di riferimento per la marcatura CE del prodotto. Questo non vuol dire che il cascading non sia applicabile per le caratteristiche che vengono escluse dall’Appendice ZA. Il cascading è applicabile in generale, così come indicato all’articolo 36 del CPR.

Infatti, lo stesso capitolo 7 .1 della UNI EN 14351-1 sottolinea che le informazioni sulla particolare procedura di esecuzione delle prove iniziali di tipo, possono essere individuate al punto 7.2.5 (Cascading ITT).
Al punto 7.2.5 della norma infatti si cita il Cascading nei due sottopunti 7.2.5.1 e 7.2.5.2.

Tali capitoli sopra citati (parte volontaria e non armonizzata della norma) si riferiscono a tutte le caratteristiche (essenziali o non) del prodotto, esplicitando la possibilità di applicare di Cascading ITT a tutti i requisiti (essenziali o non) espressi nella UNI EN 14351-1.

L’interpretazione del geom. Roberto Porta dell’Istituto Giordano pare, quindi, molto forzata in quanto sostanzialmente nessun serramentista potrebbe più produrre un serramento antieffrazione senza potersi avvalere del sistema di Cascading ITT, dovendo ricorrere sempre a prove di laboratorio.

A maggior ragione, la risposta del geom. Porta, suggerendo che sarebbe possibile applicare il Cascading ITT solo nel caso di aziende certificate in AVCP1, è ancora più contradditoria in quanto, non essendo la resistenza alle effrazioni caratteristica essenziale, non le si può associare un sistema AVCP. I sistemi AVCP sì, sono previsti solo per caratteristiche essenziali soggette a marcatura CE.

In definitiva, per quanto riguarda il requisito di resistenza all’effrazione, il serramentista è libero di dichiarare, sotto la propria responsabilità, la prestazione del proprio prodotto. A maggior ragione l’applicazione del principio del cascading (garantito da un accordo con il gammista) permette al serramentista di utilizzare, nei limiti delle rispettive responsabilità, i risultati ITT ottenuti dal gammista. Rimane inteso che il serramentista deve strettamente attenersi alle istruzioni di assemblaggio e ai limiti di validità e di estensione dei risultati delle prove ITT, così come specificate nel contratto di Cascading stesso.

Paolo Rigone, direttore tecnico Unicmi

a cura di Ennio Braicovich