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Articolo 10 Sconto in fattura. Finco preme su Patuanelli

Continua il pressing della Federazione Finco sul ministro dello Sviluppo economico dopo le due dichiarazioni in Senato in cui l’esponente M5S ha parlato di revisione dell’ Articolo 10 Decreto Crescita per venire incontro alle piccole e medie aziende e dopo l’Audizione alla X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati (vedi video). Qui la lettera scritta da Carla Tomasi, presidente Finco, al ministro Patuanelli.


Illustrissimo Signor Ministro,

allego per Sua visione e conoscenza la documentazione depositata in occasione dell’Audizione Finco presso la X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati il 9 ottobre u.s.
Con riferimento in particolare allo ”sconto in fattura” non riteniamo di poter condividere tale meccanismo, pur pensato con lo scopo di facilitare il consumatore (cosa che peraltro non sta avvenendo).
Perché lo sconto previsto dall’articolo 10 del Decreto Legge 30 aprile 2019 “Crescita”, convertito in Legge 28 giugno 2019, n. 58, mette in gravissima difficoltà le piccole e medie imprese sotto il profilo finanziario e restringerà per questo il mercato a solo vantaggio delle grandi imprese (per lo più estere).
Perché di conseguenza anche i consumatori avranno una platea di offerenti molto più limitata, e minore possibilità di scelta. E lo sconto avverrà su un prezzo base necessariamente incrementato di almeno il 20%.
Perché per avviare questa operazione che favorisce aziende estere o italiane in condizioni di monopolio o di oligopolio, si utilizzano risorse dei contribuenti italiani.
Perché è una strada per ricadere nel “nero” con tutto ciò che ne consegue sotto il profilo fiscale, contributivo e previdenziale.
Perché danneggia settori, come quelli dei serramenti, delle chiusure tecniche, delle schermature solari, che sono fiori all’occhiello delle PMI nazionali, che creano occupazione in Italia, non delocalizzano, esprimono una eccellenza tecnologica ed estetica.
Perché entrare a gamba tesa nel meccanismo dei bonus energetici (il 65%, ora purtroppo 50% per alcune tipologie di interventi) che non è stato assolutamente caratterizzato da “fallimento di mercato”, non ha senso economico. Un’analisi di impatto sulla Regolamentazione adeguata lo avrebbe dimostrato.
Perché il saldo per il Paese di queste detrazioni fiscali, così come sinora previste, è positivo sia in termini fiscali, che di investimenti, che di abbattimento della bolletta energetica del Paese, che di occupazione ed emersione del nero.
– Perché dunque cambiare qualcosa che funziona con qualcosa che crea problemi?

Confidiamo in un’abolizione già nell’imminente Legge di Bilancio. Se proprio non si ritiene di eliminare il meccanismo dello “sconto in fattura”, esso andrebbe quanto meno circoscritto a lavori di importo superiore ad un determinato ammontare e\o per ristrutturazioni di “primo livello” ed andrebbe comunque prevista la possibilità di cessione del credito agli Istituti bancari e lungo le catene dei fornitori.
E’ fondamentale l’ascolto degli stakeholders, come da Lei giustamente evidenziato, onde evitare di ripetere sottovalutazioni degli effetti sul mercato.

Tra i suddetti interlocutori, Finco rappresenta la massima concentrazione italiana di imprese di serramenti, chiusure tecniche e schermature solari, tipologie di intervento che costituiscono il 65% di quelli ammessi alle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica, attraverso le Associazioni federate di cui all’allegato (tra cui Anfit, Unicmi, Assites, Acmi,Fire etc.), che ci leggono in copia.
Con riferimento ad altri settori interessati dal Decreto, Finco rappresenta altresì le imprese di Assofrigoristi e dei settori delle energie rinnovabili, idroelettrica (Assoidroelettrica), della geotermia a bassa entalpia (Anighp), delle biomasse e teleriscaldamento (Fiper), nonchè le imprese costruttrici di verde anche ai fini dell’efficienza energetica (vedi 36% per giardini e tetti verdi) riunite in Assoverde. Rappresenta infine diversi comparti impiantisti impegnati in ausilio ai suddetti settori.

La Legge di Bilancio in itinere potrebbe e dovrebbe essere anche l’occasione per stabilizzare definitivamente le detrazioni fiscali per le riqualificazione energetiche che non possono continuare ad essere legati a previsioni annuali. In particolare Finco propone una modulazione in base alla durata del tempo di rientro della detrazione: del 50% se in tre anni, 55% se in cinque anni, 65% se in dieci anni.
Nel rimanere a disposizione per qualunque ulteriore informazione ed in attesa di essere chiamati al Tavolo di cui ha parlato, porgiamo i nostri migliori saluti.

Carla Tomasi
Presidente Finco

a cura di Ennio Braicovich

Documenti Allegati

Finco-presso-la-Commissione-della-Camera-dei-Deputati.pdf