Normativa

Documentazione EPD e Pinto, l’impegno per la sostenibilità

Da tempo la società è attiva nell’ottimizzazione dei costi derivanti dai consumi energetici, cogliendo il valore aggiunto dato dalla riduzione dei propri impatti sull’ecosistema e più recentemente dalle opportunità di business date dalla nuova normativa sull’edilizia.

La documentazione EPD certifica l’impegno per la sostenibilità ambientale di Pinto srl, da 30 anni specializzata nella produzione e commercializzazione di tapparelle e frangisole. Si  tratta di un documento che accompagna prodotti o servizi e che permette di comunicare informazioni dettagliate, credibili e verificabili relative alle prestazioni ambientali del loro ciclo di vita. L’EPD è un mezzo di prova di conformità ai Criteri Ambientali Minimi. La Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD, termine che deriva dall’inglese Environmental Product Declaration, è un documento che descrive gli impatti ambientali legati alla produzione di una specifica quantità di prodotto o di un servizio: per esempio consumi energetici e di materie prime, produzione di rifiuti, emissioni in atmosfera e scarichi nei corpi idrici.
La documentazione EPD è la etichettatura di tipo III, un documento con il quale si comunicano informazioni oggettive, confrontabili e credibili relative alla prestazione ambientale di prodotti e servizi. Tali informazioni hanno carattere esclusivamente informativo, non prevedendo modalità  di valutazione, criteri di preferibilità  o livelli minimi che la prestazione ambientale debba rispettare.
L’acronimo inglese della documentazione EPD (Environmental Product Declaration) è tradotto in italiano in DAP (Dichiarazione ambientale di prodotto). I risultati dell’analisi sono espressi tramite indicatori ambientali che misurano per unità di prodotto, aspetti e impatti come la produzione di rifiuti, le emissioni in atmosfera e in acqua, oltre ai consumi energetici e di materie prime.
La dichiarazionecreata su base volontaria, deve essere predisposta facendo riferimento all’analisi del ciclo di vita del prodotto basata su uno studio LCA (Life Cycle Assessment), che definisce il consumo di risorse (materiali, acqua, energia) e gli impatti sull’ambiente circostante nelle varie fasi del ciclo di vita del prodotto. Le fasi minime considerate vanno dall’estrazione delle materie prime, il loro trasporto al sito di produzione e la produzione stessa , oppure fino alla dismissione del prodotto stesso. I risultati sono presentati in forma sintetica attraverso l’impiego di una serie d’indicatori ambientali, quali ad esempio la quantità di anidride carbonica emessa o GWP (Global Warming Potential) per unità dichiarata di prodotto (ad es. per tonnellata).Inoltre l’azienda, dispone anche dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), vale a dire dei requisiti ambientali ed ecologici definiti dal Ministero dell’Ambiente volti ad indirizzare verso una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti fornendo indicazioni per l’individuazione di soluzioni progettuali, prodotti o servizi migliori sotto il profilo ambientale.
Grazie al rispetto di determinate procedure otteniamo dei vantaggi di cui possono beneficiare non solo i produttori, ma anche distributori e consumatori.