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Legno: valorizzare le falegnamerie penitenziarie

Federlegnoarredo e Ministero della giustizia insieme per valorizzare le falegnamerie penitenziarie. “Il protocollo firmato oggi garantirà ai detenuti coinvolti una professionalità che gli consentirà di reinserirsi pienamente nella società”.  Così il presidente di FederlegnoArredo

Il reinserimento sociale delle persone detenute può avere successo se tutti i soggetti coinvolti sono messi nelle condizioni di operare al meglio e con sempre maggiore integrazione con il territorio che ospita la comunità penitenziaria.

È questo il principio alla base del protocollo di intesa firmato oggi dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e dal presidente FederlegnoArredo, Emanuele Orsini, e che porterà alla realizzazione di misure e interventi innovativi finalizzati a migliorare l’offerta formativa e lavorativa intramuraria, in vista di una più compiuta integrazione delle strutture dell’esecuzione penale con la comunità produttiva di riferimento.

Tale processo avverrà in due fasi. La prima punterà ad ampliare le opportunità di formazione e di impiego professionale intramurario, a potenziare le falegnamerie penitenziarie ottimizzandone i livelli produttivi, ad avviare progetti pilota in almeno tre istituti penitenziari (potenziali candidati saranno gli istituti di Lecce, Monza e Sulmona) che già ospitano lavorazioni del legno, a valorizzare le possibilità di reinserimento lavorativo sul territorio. Successivamente, una volta stabilizzati gli obiettivi della prima fase, FederlegnoArredo individuerà un soggetto interessato alla gestione di una falegnameria o di un suo ramo aziendale per realizzare produzioni destinate al mercato esterno.

“Quello firmato oggi è un accordo che ci rende particolarmente orgogliosi perché aggiunge un nuovo tassello all’attività sociale che la federazione porta avanti da tempo – spiega Emanuele Orsini presidente di FederlegnoArredo – L’obiettivo di integrare con il territorio le falegnamerie degli istituti individuati in questa fase sperimentale garantirà ai detenuti coinvolti una professionalità che gli consentirà di reinserirsi pienamente nella società”.