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Padiglione Azerbaijan ad Expo: un Paese… “sottovetro”

Un padiglione tutto da scoprire, ricco di soluzioni tecniche e architettoniche di grande impatto. Per rappresentare al meglio e in trasparenza le varietà paesaggistiche e culturali dell’Azerbaijan. Così l’inizio dell’articolo di Margherita Toffolon dedicato alla parte tecnologica ed architettonica del padiglione dell’Azerbaijan ad Expo 20215 pubblicato su finestra 416.

 

Quello dell’Azerbaijan è uno dei Padiglioni più visitati di Expo 2015 e sebbene sia confinante con l’imponente padiglione EAU, progettato dallo studio Norman Foster, brilla di luce propria. Entrambi sono caratterizzati dall’andamento curvilineo delle pareti perimetrali, ma quelle del Padiglione dell’Azerbaijan sono rivestite con grandi lamelle in parete sottile denominate louvers (spessore variabile da 2.5 a 4 mm con lunghezza dei moduli variabile tra i 4 e gli 8 m) in acciaio DX51, realizzate saldando tra loro elementi tagliati al laser e la cui struttura (una volta superati i test a rottura in un laboratorio universitario, per confrontare la portanza reale con le assunzioni teoriche di progetto) e stata rivestita con uno speciale materiale ligneo composto. Ma sono gli elementi esterni ed interni in vetro (sfere in vetro curvo e acciaio e pavimento sospeso) che attirano l’attenzione e la curiosità dei tanti visitatori. Il Padiglione celebra la biodiversità, con ben nove degli undici climi esistenti al mondo, e la cultura millenaria dell’Azerbaijan, un sistema in cui elementi differenti convivono in perfetto equilibrio tra loro. Principio che viene materializzato nelle diverse soluzioni progettuali, tenendo conto che la struttura verrà smontata al termine della manifestazione per essere rimontata nella capitale Baku, dove diventerà il centro dedicato alla biodiversità del Paese.

Il padiglione è un volume unico strutturato su tre livelli fuori terra visibili dall’esterno e caratterizzati da tre sfere vetrate che rappresentano i principali temi espositivi: l’aspetto storico-geografico, l’aspetto ambientale, l’aspetto culturale ed innovativo.

Sulla base di un particolare studio parametrico è stata individuata in primo luogo la dimensione della maglia delle sfere per accordare le esigenze strutturali con quelle estetiche. La necessità di garantire la smontabilità dell’intero Padiglione ha comportato di discretizzare la struttura non con elementi monodimensionali curvi, ma a elementi bidimensionali di forma romboidale, con dimensioni variabili. Elementi che sono accoppiati lungo le linee di separazione e collegati ai loro vertici con nodi particolari per assicurare la monoliticità dell’insieme. Per tale motivo, i profili strutturali curvi, che costituiscono i rombi, hanno una sezione aperta verso l’esterno, e una volta accoppiati realizzano le sedi per gli elementi nodali. Questi ultimi sono dei pezzi monolitici in acciaio S375 con le opportune forme, atti a collegare a incastro perfetto gli spigoli dei singoli rombi. Soluzione che ha permesso un montaggio molto semplice, realizzato in totale assenza di opere provvisionali. Tutto il progetto è stato gestito con software per il disegno e la modellazione 3D e per il dialogo con le macchine a controllo numerico per la realizzazione dei singoli elementi.

Una trattazione a parte merita il pavimento con travi in vetro ad uso strutturale progettato dall’ing. Paolo Mariottoni, non solo per le verifiche strutturali (carico delle forze agenti sulla vetrazione, la verifica di resistenza dei vetri e delle strutture metalliche), ma anche per quanto riguarda l’iter per l’ottenimento delle certificazioni di sicurezza. Il pavimento è costituito da staffe in acciaio di appoggio (dette “scarpe”) per le travi di vetro che sono collegate a travi in acciaio o getti in CA e dalla struttura costituita da travi accoppiate di vetro (pinne), che collegano due punti sulla circonferenza secondo corde parallele. Ciascuna trave unita è costituita da 4 lame float extrachiaro da 12 mm di spessore temperato termicamente e laminate termicamente con intercalari ionoplastici in SGP da 0,92 mm. Il tamponamento del solaio è costituito da una vetrata formata da 3 lastre float extrachiaro di silicato sodo-calcico (10mm di spessore) di sicurezza temperato termicamente con intercalari ionoplastici in SGP da 0,92 mm, che lavora rimandando alle pinne, quindi alle staffe in acciaio, i carichi applicati. I vetri sono stati molati (piatta a filo lucido), in centri di lavoro CNC con mole diamantate con acqua di refrigerazione emulsionata, in modo che il bordo dei vetri presenti una superficie priva di fessurazioni tale da non compromettere l’integrità dell’intera lastra.

Committente del padiglione è la Repubblica dell’Azerbaijan. L’ideazione creativa e supervisione del progetto è di Simmetrico. Il progetto architettonico del padiglione è di Arassociati, l’ingegneria MEP e strutturale di iDeas. Il progetto del pavimento in vetro piano terra è dell’ing. Paolo Mariottoni, Mariottoni Engineering. Il rivestimento facciate e sfere è di People&Projects e il vetro delle sfere è AGC Flat Glass Italia Le vetrazioni sfere sono di Viraver. La realizzazione del pavimento in vetro piano terra è di Zanatta Vetro. Strutture in acciaio di Speirani e la cantierizzazione di Edil Lombarda.