Normativa

Radiosity: che cosa è e come funziona

Un metodo di calcolo agli elementi finiti adottato dalla ISO 10077-2:2017 per fornire valori di trasmittanza termica dei serramenti più accurati e aderenti alla realtà

Il metodo della radiosity (detto anche radiosità ma il termine inglese pare essere il più utilizzato) inserito nella norma ISO 10077-2:2017 (vedi news) è un metodo calcolo scoperto negli anni 50 del secolo scorso per studiare la trasmissione del calore. E’ stato riscoperto negli anni 80 e 90 per meglio simulare i fenomeni di illuminazione nella computer grafica ottenendo risultati molto più realistici dei metodi tradizionali (vedi renderer a illuminazione diretta a sinistra e radiosity a destra).

La superficie dell’immagine viene suddivisa in tanti elementi e l’algoritmo di calcolo determina la quantità di luce assorbita ed emessa da ognuno di essi. Quindi calcola in maniera iterativa le quantità di luce ricevute, trasmesse, assorbite ed emesse dai singoli elementi in cui è stata suddivisa la scena. Più passaggi si hanno e migliore è la precisione del risultato ottenuto e aumenta il realismo dell’immagine in confronto ai risultati piuttosto semplificati ottenuti con i renderer a illuminazione diretta.

Ora il metodo della radiosity, dopo esser stato applicato con successo alla modellazione delle condizioni di illuminazione degli ambienti torna alla modellazione degli scambi termici all’interno dei profili per serramenti.

Infatti, in maniera analoga a quanto sopra esposto, il metodo della radiosity tiene conto in maniera molto più accurata dei fenomeni termici di quanto facciano i metodi tradizionali ai fini del calcolo della trasmittanza termica dei profili per serramenti, specie di quelli contenenti cavità come quelli in alluminio, acciaio, pvc e legno/alluminio.

Ne ha dato conto l’ing. Manuel Demel di ift Rosenheim in una apprezzata relazione agli scorsi Fenstertage di Rosenheim (vedi news). Un esempio del guadagno che il metodo della radiosity può rappresentare per i serramenti in alluminio è proposto dagli autori del software di modellazione agli elementi finiti flixo (vedi news).

(eb)

L’immagine è tratta da Wikipedia