Normativa

Tagliafuoco. Exap EN 15269 per l’Italia? ACMI approva

La proposta giunge da Alif, Associazione dei Laboratori Italiani ufficialmente autorizzati per prove al Fuoco

Exap secondo EN 15269 anche per il settore tagliafuoco in Italia?  Sì, se il Ministero dell’interno accetterà la proposta di Alif sulle Exap Extended applications, le linee guida europee per le estensioni sui prodotti a resistenza al fuoco.

Infatti, l’Associazione dei Laboratori Italiani ufficialmente autorizzati per prove al Fuoco (Alif) ha presentato al Ministero dell’Interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, una proposta per il recepimento delle EXAP, le norme di applicazione estesa nel contesto dell’omologa nazionale. Di Alif fanno parte CSI, Istituto Giordano, Lapi e Rina.

Della proposta dà conto una nota di Acmi, l’associazione delle chiusure tecniche, che vanta al proprio interno una attiva Divisione tagliafuoco coordinata dall’ing. Gianrico Delfino. Ad oggi, evidenzia la nota, i regolamenti italiani non contemplano la possibilità di modificare il prodotto, rispetto al prototipo provato, se non eseguendo nuovi test.

Tuttavia nell’ambito dell’attività di normazione collegata alla marcatura CE il comitato del CEN ha elaborato una serie di norme tecniche molto dettagliate e molto voluminose (EN 15269 nelle varie parti) che regolamentano le possibilità di variazioni rispetto al campione provato in laboratorio.

Tali variazioni possono essere applicate, in regime di marcatura CE, sulla base di un Rapporto di Applicazione Estesa, emessa da un ente notificato, con relativa giustificazione tecnica della modifica, basata sui contenuti della norma EN 15269 di riferimento.

Purtroppo però, ad oggi, non possono essere applicate in regime di omologa nazionale.

Acmi appoggia questa iniziativa in quanto oggi la normativa italiana è indubbiamente troppo rigida e spesso di difficile applicabilità.

Alcuni esempi, ma molti altri se ne potrebbero fare:

– il fornitore di un accessorio cessa l’attività; il costruttore si trova nella necessità di ripetere tutta la serie di prove al fuoco.

– il fornitore dell’accessorio, nel tempo, abbassa la qualità dei suoi prodotti; il costruttore della porta è costretto a continuare a montare il prodotto di non soddisfacente qualità oppure a ripetere l’intera serie di prove al fuoco.

– il fornitore dell’accessorio propone al mercato un prodotto più avanzato o più affidabile; il costruttore della porta non può montarlo, in quanto sarebbe costretto a ripetere tutte le prove che hanno reso possibile l’omologazione di quel modello di porta. Si ricorda infatti che la messa sul mercato di un modello di porta richiede, in molti casi, l’esecuzione di un numero molto elevato di prove, che rappresentano tutte le diverse configurazioni (muratura, cartongesso, finestrata, diverse dimensioni o soluzioni di montaggio…).

Come si vede la proposta ha anche indubbi vantaggi di natura economica per i produttori di componenti tagliafuoco.

a cura di Ennio Braicovich