Normativa

Bilancio 2021 al fotofinish. Primo commento di Finco

Lo esprime il direttore generale Angelo Artale all’insegna di “Coacervo di provvedimenti disparatissimi, alcuni buoni, altri no”

Il ddl di Bilancio 2021 si avvia alle battute finali al Senato dopo l’approvazione alla Camera (vedi news). Ieri il Governo ha posto la questione di fiducia. Oggi 30 dicembre alle ore 9 inizia la discussione sulla fiducia. Salvo impossibili imprevisti, seguiranno l’approvazione della Legge di Bilancio 2021, la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il tutto a rotta di collo.

Qui un commento sul provvedimento da parte di Angelo Artale, direttore generale di Finco, Federazione delle Industrie per le Costruzioni, di cui fanno parte associazioni come Acmi, Anfit, Assites e Unicmi.

Bilancio 2021. Primo commento di Finco

“La proroga del 110% al 30 Giugno 2022, ed a tutto l’anno se viene superato il 60% dei lavori in quel mese, è il minimo “sindacale” necessario per far partire realmente la misura specie con riferimento agli aspetti sismici, sempre che vengano resi più agevoli alcuni aspetti burocratici. A questo proposito varrà la pena ricordare che la normativa vigente prevede che lo Stato non debba né possa richiedere ai cittadini notizie che dovrebbero essere già in suo possesso (prova ad applicare questo ai dati catastali…!). E vale altresì la pena ricordare che l’Agenzia delle Entrate dovrebbe essere meglio strutturata perché alla consulenza su quella che è forse la più importante misura economica di questo Governo, non possono essere dedicate risorse non superiori alle dita delle mani quando in Agenzia ci sono 35.000 dipendenti complessivamente (senza considerare gli ottomila di Equitalia).

Per quanto riguarda il resto, il combinato disposto tra la Legge di Bilancio 2021 ed il “Milleproroghe” forma come al solito un coacervo di provvedimenti disparatissimi, alcuni anche positivi se presi singolarmente, altri decisamente negativi (vedi ennesima proroga degli sfratti per periodi che nulla avevano a che vedere con il Covid, ricorrente andazzo che penalizza tutta la certezza del diritto afferente il settore immobiliare).

Naturalmente bene la riconferma, sia pure come al solito temporalmente limitata, degli altri bonus (50, 65 e 90%). Grave invece che – in un ambito nel quale la transizione verde prende moltissimi dei fondi previsti dal PNRR – il bonus verde sia rimasto al 36% vincolato per giunta al ridicolo massimale di 5.000 euro. E’ male anche il fatto – nella condivisibile attenzione per l’ “efficienza” idrica – non sia stato introdotto anche il tema del recupero delle acque meteoriche.

Angelo Artale, direttore generale Finco

a cura di Ennio Braicovich